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*NOTE AUTRICE* È strano... ho letto il capitolo prima di publicarlo (come faccio sempre per ripulirli dagli errori) e quasi mi sembra di averci trovato un altro Peter. Io sono venti capitoli avanti, perché sto continuando a scrivere la storia... e mi rendo conto che Peter è cresciuto tanto. Ma sapete chi è cresciuto di più? Tony. È una sensazione stranissima... voi siete al quarto capitolo a chiedervi se la storia proseguirà pari passo con quella di IronMan 1 e io sono sono più avanti a piangere assieme ad uno dei miei personaggi. Non dirò nulla, lo prometto... solo... non vedo l'ora che passino i primi capitoli (che servono a Tony e a Peter per conoscersi) e cominci la storia vera e propria! E spero che nel frattempo non vi stiate annoiando troppo!



I pasti arrivavano regolarmente due volte al giorno con pane e acqua non troppo abbondanti, ma Peter l'ultimo l'aveva volutamente saltato, sicché erano circa quindici ore che non mangiava. La cosa non lo tangeva più di tanto: non aveva fame. O meglio, non se la sentiva di mangiare; di sentire il cibo scivolare lungo la gola; di percepirlo farsi spazio nello stomaco già sazio di sensi di colpa; di sentire l'impulso di rigurgitare tutto, nonostante il suo corpo avesse disperatamente bisogno di quei carboidrati. Se ne stava rannicchiato in un angolo della stanza appena fuori dal raggio della telecamera, passando il suo tempo a vegliare su Tony Stark e a pregare... in attesa del suo risveglio. Per fortuna nel caos dell'imboscata e del rapimento non aveva perso l'inalatore per l'asma, che ora teneva stretto in mano come fosse un salvavita.

L'uomo imprigionato con loro – di cui non si era ancora premurato di chiedergli il nome – aveva detto che Tony stava benone e che dopo un simile intervento non si sarebbe svegliato prima di una settimana. Erano passati due giorni... e paradossalmente fra i tre, Stark sembrava essere quello preso meglio: lì, con la sua flebo a nutrirlo, completa di ogni vitamina e Sali minerali necessari; mentre a loro spettavano a malapena due pasti al giorno... tanti carboidrati e niente altro. Nonostante l'uomo avesse già avvertito Peter che Tony non si sarebbe potuto svegliare immediatamente, quest'ultimo non si sarebbe dato pace fintantoché Tony non avesse aperto gli occhi: forse non avrebbe neppure mangiato fino a quel giorno. Perché fra i due proprio Tony Stark doveva trovarsi in quella situazione? Peter avrebbe sopportato meglio quella condizione su di sé, per lo meno non avrebbe dovuto temere la reazione di Tony; non avrebbe dovuto prendersi le proprie responsabilità e confessargli di aver avuto lui l'idea di piantargli sul petto quella calamita. Peter aveva agito puramente con lo scopo di salvargli la vita, certo... forse questo l'avrebbe riconosciuto pure lui... ma l'avrebbe accettato? Uno come Tony Stark avrebbe sicuramente contestato quella scelta, e pur non essendo un chirurgo avrebbe saputo trovare una soluzione migliore senza dover avere il corpo attaccato ad una batteria e un elettromagnete conficcato fra le costole. Peter temeva la reazione di Tony Stark talmente tanto, che in certi momenti arrivò persino a sperare che non si risvegliasse mai.

<< Per quanto credi di poter digiunare ancora? Non giova a nessuno questo atteggiamento. A loro non frega se muori, e a Tony tu servi vivo. >> esclamò l'uomo di punto in bianco, mentre prendeva un vecchio rasoio per rifinire le basette, osservando di sottecchi Peter assopirsi pian piano mentre le energie lo lasciavano di minuto in minuto. Peter dubitava fortemente dell'utilità che avrebbe trovato Stark in lui, ma così come la scorsa volta aveva ritenuto saggio non svelare quanto poco in realtà si conoscessero, anche ora si limitò ad alzare le spalle senza specificarlo...

<< È che non ho fame. >> e in parte era la verità... non l'aveva, era troppo teso... anche se sentiva ogni cellula del suo corpo reclamare cibo.

<< Ti devi tenere in forze, come avrai sicuramente capito qui non t'ingozzano di prelibatezze. Non ti danno una dieta completa... devi tenerti stretto il pane che ti lanciano, ogni pagnotta potrebbe essere l'ultima. >> lo rimproverò, lanciandogli uno sguardo severo attraverso il riflesso di un vecchio specchietto retrovisore di un'auto che stava usando come specchio.

Avrò cura di teWhere stories live. Discover now