Collaborazione

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*Buonasera*
Mi dovete perdonare se ancora non ho risposto ai vostri meravigliosi commenti che ho comunque letto con grande gioia nel cuore❤  rimedierò non appena mi sarà possibile😘 e non solo...data la brevità del capitolo questa settimana ne avrete due❤😘
È iniziata la Primavera🌺⚘
Che dire? Come sempre speriamo, come direbbe Bea, che tutto cooperi al bene🙏😘
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate di quest'altra parte, e preparatevi...
Nella prossima conosceremo Riccardo in prima persona😍🥰  sono desiderosa di farvi sbirciare nella sua testa😘
E voi? Siete un pò curiose del nostro nuovo protagonista? A Riccardo sono particolarmente affezionata, poi saprete il motivo🫀

Grazie come sempre a voi, meravigliose ragazze, per supportarmi sempre con ogni mezzo, se la storia va avanti è anche grazie a voi🥰😘

Al prossimo cap,
Un abbraccio forte

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Collaborazione

Tu sei tutto quello che ho sempre cercato, prima ancora che sapessi cosa stavo cercando.(Emma Chase)

Beatrice 

Nel pomeriggio mi avventurai in quel nuovo studio legale che mi avrebbe ospitato per le prossime settimane, si trovava nei pressi del Duomo di Milano, vantava di anni e anni di lavoro, e clientela prestigiosa e altolocata.

Diventare un socio di questo studio legale sarebbe stato un sogno per ogni avvocato della città, anzi di tutto il Bel Paese.

Io di certo non ambivo a quel sogno, non più. Con la fine della mia storia con Riccardo, avevo smesso persino di credere nella mia passione giurisprudenziale, che lui dal canto suo nemmeno amava del tutto.

Riccardo era stato costretto a laurearsi in Giurisprudenza, per ordine di suo padre. Un dispotico tiranno dei tempi moderni, in confronto, mio padre e mia madre erano oro colato.

Il suo sogno era sempre stato quello di studiare Psicologia. Sì, gli piaceva ascoltare gli altri, comprenderli, al contrario della mia attuale me.

Anche se sul punto di entrare in convento!

Scossi la testa, imbronciata, perché mi ritrovavo sempre a pensarlo?

"Benvenuta Beatrice, sono lieto di accoglierti in questa famiglia!" esordì l'avvocato Gerome, un omuncolo identico al poliziotto nei Simpson, non ricordavo nemmeno come si chiamasse. Era uguale, uguale. Davvero! Persino la voce, e per poco non gli scoppiai a ridere in faccia.

"Non giudicare e non sarete giudicati." commentò una voce alle mie spalle, lasciandomi pietrificata sul posto.

Dio mio, no!

Mi voltai di scatto verso la fonte della mia ansia: "Dimmi che sei un ologramma, questo non puoi essere tu."

Lui rise, aveva denti bianchi e perfetti, così belli da farmi venir voglia di rovinarli in qualche modo.

"Oh, vedo che ci siamo tutti!" osservò Gerome, soddisfatto. Gli altri due, oltre me e...il mio ex marito, erano una ragazza dai capelli rossi ed un altro ragazzo dai capelli castano chiaro. Dovevano avere entrambi all'incirca la mia età, ma la ragazza era di qualche centimetro più alta di me, come anche il ragazzo, che quasi eguagliava Riccardo in altezza.

Conoscevo quel ragazzo, sì. Non ricordavo dove l'avessi visto, ma aveva un'aria familiare.

Lui mi sorrise in risposta ai miei interrogativi su di lui, facendomi rende conto che l'avessi squadrato da cima a fondo senza alcun tipo di pudore e senza nasconderlo, richiamando così la sua attenzione.

"Lascia perdere, gli uomini non fanno più per te!" commentò il...no, volevo diventare una suora.

Spargendo sorrisi a destra e manca, mentre Gerome parlava e parlava di cose che per me molto presto non avrebbe più avuto alcun senso, spostai uno stivaletto indietro e...ops! Avevo pestato il piede al Cuor di verme.

Lui reagì con un gemito, ma nulla di più.

"Evapora." sussurrai. "Fallo ancora una volta!"

"Cara mia, se potessi! Mio padre ha insistito che venissi, sai quasi meglio di me come possa essere poco sopraffino in fatto di dire le cose."

"Non mi riguarda più quel che tu e tuo padre fate, adesso lasciami in pace e soprattutto non rivolgermi più la parola."

"Qui verranno inserite le vostre scrivanie. Fatevi valere, mi raccomando. C'è in gioco il futuro di questo studio legale." aggiunse Gerome, con un sorriso sornione sulla faccia paffuta.

"Staremo insieme? Tutti e quattro nello stesso ufficio?" chiesi allarmata, senza battere ciglio.

Gerome allargò le braccia come se la cosa fosse ovvia e scontata: "Beh, saranno due uffici comunicanti, tu potrai condividerlo con Riccardo, mentre Cassandra potrà condividerlo con Edoardo.

Ecco chi era! Edoardo Boccia. Il ragazzo che mia madre voleva che sposassi al posto di Cuor di verme. L'avevo già incontrato in Università, c'eravamo ritrovati ad essere colleghi in qualche corso.

Ma un momento! Io condividere l'ufficio con chi?

Sgranai gli occhi: "Non si potrebbe fare cambio? Io con Cassandra e i due maschietti insieme?"

La mia proposta non piacque per niente a Gerome, che mi rispose con cipiglio severo: "Beatrice, scelgo io le regole del gioco. Ti  pare?"

Chiusi il becco e non provai più a controbattere, mentre Riccardo se la rideva sotto i baffi.

"Se per lei non è un problema, avvocato. Mi propongo io al posto di D'Angelo, immagino che ci siano trascorsi poco felici con l'avvocato Visconti e..."

Visconti...ricordava il mio cognome! A pensarci era risalente ad un vecchio titolo nobiliare?

Gerome parve rifletterci un'istante, rassegnandosi l'istante dopo: "Non ci avevo pensato, d'accordo..." concesse con mio enorme sollievo.

"Ti sei salvata o ti sei appena condannata a morte, non saprei." minacciò il mio ex, con espressione delusa in volto.

Era più pallido della sua camicia bianca in quel momento, mi fece quasi...e ribadirei il quasi, impensierire.

Tuttavia, facendo finta di nulla mi accomodai dietro la scrivania che Gerome m'indicò non appena terminò di spiegare le motivazioni di tale sua scelta. In parole povere, desiderava che nonostante la ferrea competizione, noi lavorassimo tra noi a coppie miste, e collaborassimo come buoni colleghi a rotazione.
Ergo, non potevo comunque sfuggire dall'avere Riccardo come mio compagno d'ufficio, prima o poi sarebbe capitato.

"Nella settimana prossima farete cambio!" annunciò tutto allegro e trionfante l'avvocato capo Gerome Senegalli.

"Ci ho provato." commentò Edoardo facendo spallucce, aveva intriganti occhi grigi che nemmeno ricordavo.

"Va bene così." dissi, seppur non tollerassi nemmeno lui. Genere maschile, terrificante!

Cassandra si passò una mano tra i suoi capelli rossi e non fiatò, mi passò accanto per raggiungere la stanza comunicante, che avrebbe condiviso con Cuor di verme, facendo sfoggio delle sue lentiggini e dei suoi occhi di ghiaccio.

Carina, davvero molto carina. Se non altro Riccardo avrebbe saputo come passare il tempo, era da lui passare da fiore in fiore ultimamente, no?

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