Incontro

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*Buona domenica*
In questo lungo capitolo verranno molte cose a galla...
Spero vi piaccia, ci stiamo addentrando sempre di più nelle storia di Riccardo e Beatrice❤
Vi sta piacendo? Quale personaggio vi ha colpito? Quale non riuscite a sopportare?
Grazie per il vostro meraviglioso affetto❤ amo leggere i vostri commenti😍😘
Al prossimo cap,
Un bacio grande

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Incontro

Ti amo, senza inizio e senza fine. Ti amo come se fossi diventato un organo supplementare necessario nel mio corpo. Ti amo come solo una ragazza potrebbe amare un ragazzo. Senza paura. Senza aspettative.

(Coco J. Ginger)

Riccardo

Sparisci dalla mia vista!

Quelle parole facevano veramente, ma veramente male.

"Fratello, l'esercizio numero otto è troppo difficile anche per te?" scherzò Cesare, osservandomi con quei suoi occhi castano scuro, straordinariamente uguali a quelli di nostro padre e di nostra sorella maggiore.

Al contrario dei miei, il mio colore  apparteneva a quelli di nostra madre...

E mio padre non amava molto il fatto che gliela ricordassi ogni volta che mi guardava.

Gli scompigliai i capelli dello stesso colore delle sue iridi: "Ma smettila! Concentrati."

"Pensi ancora a tua moglie?" investigò lui, accigliato, mentre torturava la penna nera bic tra le dita, si macchiò le dita d'inchiostro.

Feci una smorfia di disappunto: "No, stai sereno. Ho solo qualche problema a lavoro, tutto qui." tergiversai, per poi ripiegare sui libri di matematica. "Allora, ascoltami bene...la parentesi graffa non va in questo caso." obiettai, ticchettando con il dito indice il punto esatto in cui era stato commesso l'errore sul suo quaderno a quadretti.

"Non potevo andare in un professionale?" sbottò Cesare imbronciato e annoiato, all'improvviso. "Odio questo dannato liceo scientifico, è un'agonia! Non vedo l'ora che finisca!" commentò sconsolato, riprendendo a fare operazioni con la calcolatrice scientifica.

"Io credo che..." provai a dirgli, ma...tanti cari saluti alla mia risposta!

"Cesare!" tuonò nostro padre di ritorno dal lavoro, giusto in tempo per ascoltare i lamenti del suo figlio minore. "Il liceo scientifico ti garantisce un'ottima preparazione per affrontare l'università."

"Potrei pensare di...andare alla Statale come ha fatto Riccardo?" propose lui, seppur un po' esitante.

Abbassai lo sguardo, aspettandomi già quell'ovvia risposta che mi aveva rimbombato nelle orecchie ai tempi in cui ricoprivo i panni di mio fratello.

"Non se ne parla! La Statale, cosa mi tocca sentire! Per te desideravo la Bicocca, come tua sorella maggiore!" rimproverò Hulk.

Lo guardai alzando lo sguardo dal quaderno di Cesare, e lui mi guardò a sua volta con durezza.

"Cesare se vuoi andarci, come ha scelto di fare tuo fratello qui presente, devi garantirmi ciò che ha fatto lui. Laurea in cinque anni esatti. Non un anno di più!" ricattò, con tono beffardo e derisorio. Sapeva benissimo quanto Cesare non fosse uno studente modello!

Cesare, infatti, sgranò gli occhi: "Papà, ma è impossibile per me laurearmi in Giurisprudenza in cinque anni esatti, non potrei fare lettere? Io sono più propenso alla laurea in lettere."

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