Prologo

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"Capisci che i tuoi problemi iniziano quando devi ritirare delle bollette che non ti appartengono.
Capisci che va ancora peggio quando devi andare in posta per restituire le bollette summenzionate.                       
Ma capisci che sei davvero fottuto quando, dopo aver detto il tuo nome, la ragazza dietro lo sportello ti scruta."

«È lei Kirishima Eijiro?»                     
 Il ragazzo annuii.                                                                                                                                                           
«Mi segua» la signorina di media età condusse il ragazzo verso un corridoio e gli indicò la stanza. Lui la seguì senza proferire parola fino a quando non si fermò davanti alla porta con su scritto: "Lettere Morte".

Aprì la porta e invitò il ragazzo ad entrare in stanza poco dopo che lo fece anche lei. La stanza era invasa da pile di lettere e pacchi, retti da scaffali poco stabili che potevano rovesciare tutto a terra da un momento all'altro. 
Mentre il ragazzo aspettava in silenzio, la signorina iniziò a cercare - seguendo l'ordine alfabetico - le lettere da consegnare. Poco dopo, se ne uscì con un cumulo di lettere ancora imbustate.

«Kirishima Eijiro, queste le appartengono».                                     
«Cosa sono?»  chiese il ragazzo confuso.                                           
«Sono le sue Lettere Morte, cioè, lettere che non è stato possibile consegnarle appena spedite» cercando di non sembrare troppo seria fece un leggero sorriso e le consegnò al ragazzo.

Lesse il nome del mittente: "dannato...dannato Katsuki..." pensò il ragazzo tra sè e sè.           
Notò che le lettere erano rovinate ai bordi e i francobolli erano scoloriti come la maggior parte delle scritte.                                                                                   

«Mi scusi» la chiamò mentre sistemava i vari scaffali «Da quanto tempo sono state consegnate queste lettere?» la signorina si voltò e con normalissima tranquillità disse : «Da tre anni» per poi rigirarsi a sistemare.                                           
"Oh.." il ragazzo pensò nuovamente. 

Il ragazzo dai capelli scuri tornò a casa e si buttò sul letto.                        
"Da quanto tempo non sento Katsuki?"
Erano passati molti anni dall'ultima volta che si erano visti.
L'università lo teneva molto occupato, talmente tanto che non era neanche riuscito a chiamarlo, e quando trovò del tempo per farlo, il suo telefono decise di abbandonarlo.           
Strofinò gli occhi e si mise a guardare le lettere che sembravano fissarlo con disprezzo.             
Le aveva buttate in malo modo sul tavolino, nello stesso modo di come buttò via Katsuki.               
E pensare che stavano insieme.         
Dal punto di vista teorico stavano ancora insieme, visto che Eijiro non è riuscito a trovare neanche del tempo per lasciarlo, colpevole del fatto che anche lui non volesse farlo.

Il numero l'aveva imparato a memoria e dopo essersi comprato un telefono nuovo, decise di chiamare Katsuki, ma dopo averlo digitato e aver fatto uno squillo...il numero risultò inesistente.
Per la disperazione è capitato che pur di vederlo e parlargli andasse a casa dei suoi genitori ma non questa volta, questa volta, la casa era vuota.

Adesso, dopo tutto quel tempo, era di nuovo nei suoi pensieri...anche se non aveva mai smesso di pensarlo.

"Ormai è una vecchia storia" , "Tutto sommato non era così importante" , "Dopo tutto questo tempo si sarà già trovato una ragazza": questi, erano i pensieri di Eijiro negli ultimi anni.    Ma mentire a sè stessi, e pensare che Bakugou fosse un traditore - cosa che Eijiro non aveva minimamente pensato - non servivano a nulla, non lo avevano per niente aiutato a dimenticarlo.

Spesso, si risvegliava nel cuore della notte, cercando dall'altra parte del letto la figura di Bakugou.
Altre volte invece, ricomponeva invano il numero nel tentativo di sentirlo ma mandava messaggi ad un numero ormai inesistente.

Se solo fossi arrivato prima... era un pensiero che lo invadeva ogni volta.
E non poteva fare altro, se non biasimarlo.

Ed ora, buttato sul divano, guardava le lettere che il suo ragazzo - se così si può definire - gli aveva spedito tre anni prima.

Eccolo, l'ultimo collegamento che potesse portarlo a lui.                                                         
Ma Eijiro non voleva leggerle, non voleva leggere i sentimenti di Katsuki mentre lasciava che si allontanasse. 

Perciò, deciso a non leggerle le mise nel cassetto del comodino, lasciandole lì.

Il giorno dopo andò all'università per le lezioni mattutine e tornato a casa, decise di rimanerci per il resto della giornata.

"Non voglio, non voglio leggerle" pensava, ma gli bastò il ricordo di una sola foto tra lui e Katsuki per farlo ricredere e per fargli scartare la prima lettera.

↬ Lettera MortaWhere stories live. Discover now