« 02 »

609 48 27
                                    

Erano passati dei giorni da quando avevo avuto il mio primo incontro con haruchiyo, così tanti che questa mattina era il giorno della cerimonia. Mi sarei sposata con un uomo che conoscevo a malapena e che, detta sinceramente, al nostro primo incontro mi era sembrato un grande narcisista. Mi guardo allo specchio, notando che una ciocca c/c mi era appena ricaduta sul viso. Mia madre,q fasciata in un abito verde chiaro, accorre da me, sistemandomi velocemente la piccola ciocca di capelli

–Sei bellissima tesoro– dice la donna vicino a me, chiudendomi in un abbraccio pieno di calore e affetto, che purtroppo non sento. Il mio sguardo resta fisso sullo specchio, cercando di immaginarmi la mia entrata: haruchiyo sorriderà? Oppure semplicemente mi guarderà e tornerà a pensare perché lo sta facendo? Il mio viso vuoto sembra aver toccato mia madre, che preoccupata mi strofina le sue mani intorno alle spalle, stringendole forte
–Tutto bene? Hai freddo? Se vuoi posso abbassare l'aria condizion- – dice mia madre, per poi essere zittita da me
–É tutto ok– dico, per poi evitare il suo sguardo. Non riesco a gestire tutta l'ansia accomulata per questo matrimonio, ci provo, ma non ci riesco proprio
–Io vado, mi trovi seduta ai primi posti– dice la donna, per poi uscire dalla stanza

Passo ancora una buona mezz'ora dentro il camerino, riflettendo se andarmene a sella di una moto e fuggire via sia una buona soluzione, il che effettivamente è una buona scelta. Ma non posso, devo muovermi sennò manderò all'aria tutto il lavoro di circa un mese. Faccio un respiro profondo, mi dò una sistemata all'abito e ai capelli e finalmente mi dirigo verso la navata. Appena lì trovo mio padre, vestito con uno dei suoi migliori completi eleganti
–Andiamo– dice l'uomo, per poi prendermi sotto braccio. Sarebbe stato difficile dirmi qualcosa per tranquillizzarmi al posto di portarmi immediatamente alla navata? Bah, si vede proprio che vuole quei soldi, che otterrà solamente dopo il bacio tra me e sanzu... parlando di lui, non so bene chi abbia invitato, credo i suoi colleghi?

La musica cerimoniale comincia a suonare in tutto il piccolo giardino dove si svolgerà il matrimonio, facendo capire a tutti che la sposa è finalmente arrivata. A passo lento mi dirigo verso l'altare, non osando guardare in faccia Sanzu. Mi concentro di più sulla sua parte di invitati, che mi sembrano tutti cattiva gente... soprattutto due ragazzi con dei capelli viola, mi sembrano abbastanza pericolosi

Solamente quando mancano pochi metri di distanza all'altare decido di guardare Haruchiyo: alzo lo sguardo e mi ritrovo i suoi occhi azzurri che mi fissano, non so se incantati o schifati da quello che vedono. Salgo lo scalino che separa la navata all'altare, e mi metto davanti al ragazzo, aspettando che qualcuno agisca
La cerimonia passa tranquillamente, senza interruzioni e altro. Solamente l'ultimo però mi ricordo che ci sarà un bacio alla fine, e cavolo, non so cosa fare
–Haruchiyo, puoi baciare la sposa– dice l'uomo accanto a me, piegando una piccola pergamena e stringendola tra le mani
A quelle parole mi impanico, e vedo avvicinarsi lentamente il viso di Sanzu. Stringo le labbra e cerco di tirarle il più possibile dentro la bocca, ma comunque un pezzo ne rimane fuori. Il ragazzo si avvicina a me, ma non sento il contatto tra le nostre labbra. Tutti applaudono per la nostra unione, e sanzu mi cinge le spalle con un suo braccio, sorridendo alla folla. In tutto questo io sono abbastanza confusa, e guardo le persone con aria persa: non mi ha baciato. Probabilmente nemmeno lui voleva questo bacio, perciò si sarà solamente avvicinato al tal punto che sembrava che ci fossimo baciati. Per la prima volta da quando conosco il rosa lo ringrazio di cuore, almeno non ho dovuto fare qualcosa che non volevo

La cerimonia si sposta velocemente in città, in uno dei ristoranti più lussuosi che esistano a Tokyo. C'ero stata da piccola, ma non mi immaginavo che fosse diventato un locale per veri e propri ricconi. Ci sono una cinquantina di tavoli messi vicino ad uno principale molto grande, quello dove io e Sanzu mangeremo da soli. Tutti si accomodano ai propri posti, e presto anche io e "mio marito" ci sediamo. È strano chiamarlo così, ma è la realtà. È mio marito, non posso più dire di essere libera in senso legale. Proprio pochi secondi da quando ci siamo seduti, delle flotte di persone arrivano al nostro tavolo

–Allora questo stupido è riuscito a sposarsi, eh?– dice una ragazza, che è molto simile a sanzu: che sia sua sorella?
–Sta zitta Senju– dice il rosa continuando a mangiare qualche stuzzichino sul tavolo
–Nervoso per la prima notte di nozze?– chiede la donna, poggiandosi sui gomiti
Sanzu, in tutta risposta, le lancia uno degli stuzzichini dritta in faccia. La ragazza non sembra turbata da questa azione, ma piuttosto ride e si passa un dito sulla guancia, prendendo la crema di olive che le aveva lanciato e portandosela alla bocca
–Cavolo, voi sposi avete la roba più buona della nostra! Il nostro patè di olive è abbastanza schifoso– dice la ragazza, per poi andarsene via, al suo tavolo

Sanzu tira un tiro di sollievo quando la ragazza se ne va via, come se temesse che dicesse qualcosa di sbagliato
–Era tua sorella, quella senju?– dico
–Si, mia sorella minore– dice per poi concentrarsi sulla prima portata
–Uh, non sapevo avessi una sorella– dico
–Se vuoi proprio saperlo ho anche un fratello maggiore, ragazzina– dice
–Di nuovo questo soprannome...– dico sconfitta, portandomi alla bocca una porzione della portata del primo piatto

La cena passa tranquilla, ed ogni tanto qualcuno viene a farci le congratulazioni
Sono circa le due di notte, tutti sono mezzi ubriachi, e nemmeno io sono sobria al 100%, ma è il mio matrimonio, no? Che fa se bevo un bicchiere in più...
–I signori Akaashi sono pronti al loro primo ballo da sposati?– chiede, da attraverso un microfono il dj della sala
Sanzu fa segno di si, prendendomi per mano, portandomi al centro della sala
–Sai ballare i lenti?– chiede, mettendomi una mano sul fianco e una nella mano
–Si, andiamo– dico, per poi iniziare a ballare con il rosa qui davanti
Il ballo è abbastanza rilassante, sanzu stranamente è molto aggraziato nel ballare, a differenza mia che gli ho schiacciato più di qualche volta i piedi
–Allora, stasera scopiamo?– dice, avvicinando il suo viso al mio orecchio
–Ci conosciamo letteralmente da nemmeno un mese– dico continuando a ballare
–Ma sei mia moglie– dice, stringendo la presa sul fianco, gesto che mi rende la schiena piena di piccoli brividi
–Ma non ti conosco. Ti importa solamente di scoparmi, haruchiyo?– chiedo
–Onestamente si, ragazzina– dice
–Sei delicato come una spina nel culo...– dico guardandolo altrove

La festa finisce molto tardi, e fortunatamente per i miei piedi massacrati dai tacchi, adesso potrò stendermi sul letto per riposare. Sanzu apre la porta della stanza d'hotel, dove stasera passeremo la notte. La stanza è davvero bella, con tutti i mobili tendenti all'oro o al bordeaux
–Dio mio, non vedo l'ora di dormire...– dico, cercando si sciogliere i lacci del corsetto del vestito. Cazzo non ci riesco
–Serve aiuto ragazzina?– chiede Sanzu, rimasto ormai solamente con i pantaloni dell'elegante abito che portava. Mi giro per guardarlo, ma lo distolgo subito per non far vedere il rossore sulle guance: cavolo, dire che ha un bel fisico è dire poco
–Se riesci si– dice, tenendo lo sguardo basso
Sanzu, dietro di me, si accinge a sciogliere tutti i nodi del corsetto, provocandomi dei brividi che percorrono la schiena
–Sei proprio sicura che non vuoi concederti a me?– dice il ragazzo, mentre il suo alito caldo mi scalda la spalla nuda. Di scatto mi giro, più rossa che mai in vita mia
–Se volevi scopare e basta potevi sposarti una puttana– dico, fissandolo
–Hai un caratterino difficile, eh?– dice ridacchiando, per poi sedersi sul bordo del letto, accavallando le gambe su di loro
–Ti va di fare una specie di gioco?– chiede
–Di che si tratta?– chiedo incuriosita
–Giochiamo a poker. Chi vince la partita può fare una domanda all'altro, e l'altro deve per forza rispondere– dice sanzu
–Uh, ti piace perdere?– chiedo ghignando

Fin da piccola uno dei giochi di carte che più ho praticato è stato proprio poker. Tra famiglie della malavita non è raro organizzare dei tornei su questo gioco, e posso dire che fierezza di non averne perso nemmeno uno da quando ho 8 anni

–Vediamo chi è il più forte, ragazzina– dice sanzu, cacciando dal comodino un mazzo di carte e delle chip colorate. Sono propria curiosa di vedere se riuscirà a vincere contro di me. Ho già qualche pensierino su che domanda fargli...

𝐅𝐀𝐊𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐑𝐈𝐀𝐆𝐄 | 𝖲𝖺𝗇𝗓𝗎 𝖧𝖺𝗋𝗎𝖼𝗁𝗂𝗒𝗈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora