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Inutile dire come la sera, tornata da quel primo incontro con Mikey, ho temuto seriamente per la mia vita. Ero convinta che Ran mandasse qualche suo sottoposto ad uccidermi, ma fortunatamente non è capitato nulla, o almeno per ora...

La nostra convivenza si è trasforma gradualmente in un equilibrio teso ma sostenuto. Dopo la scena alquanto comica con il maggiore degli Haitani, abbiamo ritrovato un po' di complicità. Forse il peso condiviso nel capire che, volendo o no ora inizieremo ha lavorare insieme, ha iniziato a farci vedere l'uno nell'altro non solo come avversari, ma come alleati. Forse era il riconoscimento che, nonostante le nostre differenze di carattere e status, eravamo entrambi parte di qualcosa di più grande, cioè il nostro matrimonio

"Come cazzo si ricarica..." sussurro seduta sul tetto di un palazzo enorme, maneggiando un fucile grosso quanto me. Siamo stati abbastanza velocemente spediti in una missione, l'unica regola di Mikey è stata questa: essendo marito e moglie, le missioni le faremo insieme. So che è un ragionamento piuttosto strano, ma sono convinta che abbia fatto questa scelta nel caso uno dei due morisse in missione. Secondo la sua visione di concetto matrimoniale l'altro rimarrebbe per soccorrerlo, ma nella nostra situazione saremmo i primi ad urlare di felicità se l'altro venisse catturato. Sanzu non è stato particolarmente felice di sentire che ora in poi sarà relegato a me più del solito, ma ho udito il boss rassicurarlo che forse sarà solo per il primo periodo. Mentre smanetto cercando di capire come si ricarica l'aggeggio, premo sul grilletto, pensandolo vuoto. Ed è lì che un proiettile parte in aria, facendo uno scoppio che mi fa saltare in aria dalla paura. Non voglio immaginare che sarebbe successo se la canna del fucile non fosse stata rivolta verso l'alto...

Sento Sanzu ridere poco lontano da me quando mi vede spaventata, ma gli alzo il medio della mano destra mentre si avvicina con in mano il suo di fucile. Siamo qui da ormai tre ore e non sembra esserci traccia del nostro scacco matto

Mikey ha deciso di assegnarci la nostra prima missione a Yokohama. Il compito è chiaro e diretto: dobbiamo eliminare il vicecapo di una vecchia gang quasi sciolta che aveva rapporti con la Bonten. Ma questa volta, le ragioni vanno oltre il semplice desiderio di eliminare un membro avversario. Il bersaglio ha una doppia vita, un intricato intreccio tra la malavita e la politica. Quando non sta dirigendo le operazioni della mafia, si occupa attivamente di un partito politico locale. È un uomo di potere, capace di influenzare non solo gli affari criminali, ma anche le dinamiche politiche della regione. E questo è esattamente ciò che rende la sua eliminazione così cruciale. Esiste il timore che, se lasciato intatto, il suo doppio ruolo possa mettere in luce gli affari illegali della Bonten, esponendo così l'intera organizzazione a un rischio immenso. La sua rimozione diventa quindi una necessità politica, una mossa strategica per preservare la sicurezza della nostra fazione. So benissimo che io qui c'entro poco e nulla, essendo un compito di una certa importanza; tuttavia, seguendo la regola di prima, Sanzu è obbligato ha portarmi con sé. Essendo comunque il numero due della banda, gli hanno assegnato questa missione

Sanzu si avvicina e rimette in pochi secondi dei proiettili nella ricarica del fucile, per poi ridarmelo. Non siamo più in allerta come fino ad un'oretta fa, abbiamo il sospetto che abbiamo sbagliato luogo e che oggi non si presenterà dove sospettiamo. Ecco perché non siamo vigili e pronti

"Novità in vista?" chiedo posando il fucile di lato, abbassando la maschera para bocca per farmi sentire meglio. Il rosa scuote la testa e si siede davanti a me, anche lui sul pavimento del tetto; si accende una sigaretta e mi butta il fumo in faccia. Arricciò il naso e il mio gesto lo fa ridacchiare tra sé e sé. Vedendoci da lontano sembreremmo quasi una coppia

"Posso farti una domanda? Dato che dobbiamo passare il tempo..." affermo, pensando tra me e me se davvero vale la pena sganciare una bomba in questo breve momento di calma e complicità tra di noi. Ma tanto vale farlo adesso

"Cosa ne pensi della faccenda del matrimonio? Insomma, le tue considerazioni o che ne so, dici qualche cazzata" dico portandomi le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia. Vedo Sanzu leggermente sorpreso da questa domanda, ma non sembra infastidito
"Che ci siamo sposati, penso questo" dice lasciando che una piccola quantità di cenere cada dalla sigaretta. Sbuffo, avrei dovuto aspettarmi una risposta del genere
"Spero ti si pianti un albero in culo" dico tornando a maneggiare con il fucile, ma la mano pallida del rosa si poggia sulla canna dell'arma, facendomi alzare lo sguardo verso di lui. Ci guardiamo negli occhi qualche secondo prima che continui
"Ho diversi pensieri, in realtà. Sono sorpreso semplicemente di come sta andando" ammette a occhi bassi
"Del tipo?" domando incuriosita
"Devo ammettere che ultimamente sto iniziando ad apprezzare la tua compagnia. E che, forse, potremmo attenuare un po' il veleno che ci diamo a vicenda" dice il ragazzo schiacciando la sigaretta finita in un angolo del grosso tetto

Per tanto tempo, ho creduto che il peso del matrimonio combinato fosse soltanto sulle mie spalle, un fardello che solo io dovevo sopportare. Tuttavia, ascoltando le sue parole, mi sono resa conto che lui condivide le stesse incertezze, ma le nasconde meglio sotto quelle due cicatrici ancora per me sconosciute. Le sue parole risuonano nella mia mente, facendomi riflettere su quanto sia difficile anche per lui essere coinvolto in un matrimonio che non ha cercato, o meglio, che ha cercato ma non davvero voluto. Eppure, nonostante tutto, c'è anche una strana sensazione di speranza che si insinua tra le pieghe della nostra incertezza. Una speranza che forse, insieme, possiamo trovare un vero legame tra di noi. Resto in silenzio e dato che ormai ho già aperto l'argomento, decido di andare avanti. Ormai è fatta

"Non mi hai baciato al matrimonio" dico non facendo nessuna domanda, lasciando che la frase resti così, quasi come incompiuta. Il rosa poggia la testa alla base delle mie caviglie, salendo quasi arrivando a me, poggiata sulle ginocchia
"Che c'è, avresti voluto che ti baciassi?" chiede soffiando le sue parole contro le mie labbra laccate dal gloss messo prima
"Sarebbe stato normale per un matrimonio" dico sviando il discorso su altro. Dannazione, mi sono messa alle spalle al muro da sola
"Possiamo sempre recuperare" dice lasciando la situazione in sospeso. Ed è lì che mi pento di aver detto quello che penso, odio quest'uomo con tutta me stessa
"Come se un bacio potesse chiarire le dinamiche di una situazione...!" dico alzando il viso dalle ginocchia, tornando ritta con la schiena al muro; devo scappare da questa situazione prima che avvenga l'improbabile. Ma presto, la mano di Sanzu mi stringe il mento, alzandolo verso di lui. E così torno di nuovo incatenata a lui, con il corpo ormai burro sotto al sole

Anche se odio ammetterlo, non posso negare che divento così quando succedono questi momenti di intimità con lui. È come se ogni mio pensiero razionale svanisse nel momento in cui lui tocca una parte del mio corpo. Mi odio per quanto sono vulnerabile al suo tocco, per quanto mi lascio trasportare dalla sua presenza. Vorrei poter resistere alla sua influenza, mantenere il controllo della situazione, ma ogni volta che si avvicina, ogni volta che la sua voce accarezza il mio orecchio, perdo ogni forma di ragionevolezza. Mi chiedo se lui sia consapevole del potere che esercita su di me, se si renda conto di quanto io diventi vulnerabile

E mentre stiamo fermi così, noto da lontano quello che sarebbe dovuto succedere ore e ore fa: il vicecapo esce dall'edificio nei suoi vestiti firmati. Scanso Sanzu da un lato e prendo il mio fucile, cercando di prendere la mira contro di lui, che 30 metri più sotto di noi cammina tranquillamente. Mentre con le mani tremanti cerco di mantenere il fucile dritto, un proiettile puntato verso l'uomo mi passa poco lontano la testa. La pallottola sfreccia ad una velocità enorme, centrando la fronte dell'uomo, che non caccia nemmeno una goccia di sangue, ma cade a terra. Mi sistemo per vedere meglio la situazione e l'uomo, ormai steso sul marciapiede, inizia ad essere contornato da una pozza di sangue scarlatto che si espande esageratamente veloce; i passanti gridano spaventati, mentre altri uomini prima nell'edificio accorrono verso l'ormai morto compagno politico

Mi giro dietro, dove trovo Sanzu in piedi con ancora il fucile stretto in posizione tra le mani. Un sorriso tendente allo psicopatico increspa le labbra, ed è lì che capisco che ormai per l'ennesima volta il momento è stato rovinato

"Dopo questo ci starebbe una bella scopata!" dice mentre si smuove dalla posizione di tiratore che aveva prima. Sospiro, prendendo il mio fucile e dirigendomi verso le scale di emergenza che portano al tetto, dove siamo saliti
"Hey, la frecciatina era per te!" dice l'uomo ridendo, mentre mi rincorre per le scale

𝐅𝐀𝐊𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐑𝐈𝐀𝐆𝐄 | 𝖲𝖺𝗇𝗓𝗎 𝖧𝖺𝗋𝗎𝖼𝗁𝗂𝗒𝗈Where stories live. Discover now