Uno: Un'offerta che avrei potuto decisamente rifiutare

741 33 3
                                    

L'estate a Hawkins è un tedio che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.

Oltre al caldo infernale, gli sciami di insetti e l'umidità soffocante, il problema più grande di questa città è la più pura e angosciante noia che attanaglia specialmente i mesi di giugno, luglio e agosto.

Quando dico che a Hawkins non c'è assolutamente nulla da fare in estate, non scherzo affatto.

Ed è esattamente questo il motivo per cui quella dolce – si fa per dire – anima di mia madre, che probabilmente si è stufata di ascoltare ogni estate i miei soliti lamenti mentre sono spalmata sul divano, quest'anno ha ben pensato di trovarmi un lavoro senza nemmeno prima consultarmi, cosa che sarebbe stata utile, dato che sono la diretta interessata.

«Forza, Nellie: vedrai che sarà divertente, e soprattutto formativo» afferma mia madre, guardando la strada davanti a sé. Ha insistito così tanto per accompagnarmi che alla fine ho dovuto cedere, o altrimenti credo mi avrebbe infilata nel bagagliaio pur di farlo.

Sospiro, guardando fuori dal finestrino. Formativo, certo. Lavorare in un sudicio negozio di dischi per tre mesi ora è addirittura formativo.

«Mamma, non riuscirai mai a convincermi che questo non sia stato un colpo basso bello e buono da parte tua» rimbrotto, incrociando le braccia al petto.

«Duncan mi ha detto che lavora lì un ragazzo che ha circa la tua età, e in più, potrai passare la pausa pranzo con quel tuo amico, Steve. A proposito, lui come sta?» domanda.

Da quando quell'imbecille si è imbucato a casa nostra una mattina dello scorso autunno, mia mamma è convinta che tra noi due ci sia qualcosa, e non manca mai di chiedermi di lui. Ora che è anche amico di Dustin poi, se conosco bene mia madre, probabilmente si è già immaginata un sacco di scenari in cui ci sposiamo e Dustin ci fa da testimone. Brr, che incubo.

«Sta bene» sospiro, osservando in lontananza lo Starcourt Mall ergersi maestoso davanti a noi. Da quando lo hanno aperto questa primavera, un sacco di piccoli negozi hanno dovuto chiudere i battenti.

Fuori dal municipio infatti è sempre pieno di persone che protestano a gran voce per questo, strepitando che la globalizzazione e il capitalismo saranno la rovina di questo Paese. Credo proprio che abbiano ragione, ma d'altronde, il sindaco Kline ha la testa troppo in fondo al suo culo per dargli retta.

«Eccoci – esclama con entusiasmo la mamma, accostando. Dio, ha persino gli occhi lucidi – Il tuo primo giorno. Sono così emozionata!»

Sorrido imbarazzata.

«Posso andare?» chiedo speranzosa, già in posizione per aprire la portiera e sgusciare via da qui il più in fretta possibile.

«Tu e Dustinuccio state crescendo così in fretta» si commuove, e io non ho mai desiderato tanto scendere da questa auto.

«Credo sia il caso che io vada, ora» cerco di dirle, provando ad aprire la portiera che però è ancora bloccata.

«Aspetta – dice, ravanando nella sua borsa – Fatti fare una fotografia»

«Mamma...»

«Dì "spaghetti"!» mi intima, avvicinando la macchina fotografica al suo viso.

«No, non lo farò» scuoto la testa, sforzandomi di sorridere.

Mamma scatta finalmente quella dannata foto – accecandomi con il flash, naturalmente, – e dopo avermi baciata e abbracciata altre dieci volte, finalmente posso scendere dalla macchina.

Una volta che mamma fa retromarcia e finalmente se ne va, guardo l'insegna del centro commerciale: non posso credere che passerò davvero quasi ogni singolo giorno dei prossimi tre mesi qui.

Working For The Weekend - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora