Undici: Everyone's hoping it'll all work out

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«Non credo che tu possa prendere tutta quella roba senza pagarla»

Robin osserva Eddie saccheggiare il minifrigo del chiosco di hot dog, le braccia conserte e un'espressione corrucciata dipinta sul viso.

Il mio collega capellone solleva lo sguardo, aggrottando le sopracciglia. Ha un pacchetto di Fritos tra i denti e all'incirca dieci lattine di Pepsi tra le braccia.

«C'è un'auto ribaltata, il pavimento distrutto e due vetrine in frantumi. Credo che qualche bibita e un pacchetto di patatine rubati non siano proprio tra le priorità dello Starcourt in questo momento» ribatte, posando le bibite sul bancone e aprendo il pacchetto di patatine, cominciando a mangiarle.

«In più, c'è un mostro fatto di persone fuse in giro per Hawkins. Non è neanche detto che saremo ancora tutti su questa Terra lunedì» affermo, e Eddie mi dà ragione con un cenno, prendendo una manciata di Fritos e trangugiandole come un animale. Assolutamente disgustoso.

Eddie ha preso stranamente con tranquillità tutta questa storia di Undici e dei superpoteri. Dopo un'iniziale confusione, si è presto fatto una ragione della cosa, accettandola come se fosse qualcosa di normale e assolutamente usuale; Dustin gliel'ha spiegata con i termini da nerd di D&D, e tutto improvvisamente è diventato più chiaro e meno spaventoso.

Al contrario, a giudicare dal modo in cui si sta mangiando le unghie da circa mezz'ora, Robin invece non sembra averla presa proprio benissimo.

Obiettivamente, attaccando al quadro generale i pezzi di puzzle che mancavano anche a me, non mi sento granché tranquilla: sapere che in giro per Hawkins c'è quello psicopatico di Hargrove posseduto da nientemeno che un mostro di un'altra dimensione è a dir poco spaventoso.

«Sono ancora piuttosto perplessa su questa storia, per la verità. Vorrei non crederci e pensare che siete tutti pazzi, ma ho visto una ragazzina sollevare con il pensiero un verme mutante dalla sua gamba purulenta e lanciarlo altrove, e penso che ormai l'effetto della droga sia andato. Perciò...» Robin lascia cadere la frase, passandosi una mano sul viso stanco.

Ridacchio: ci siamo passati tutti quanti, in fondo.

Mi guardo intorno in cerca di Harrington, che sembra mancare all'appello.

«Dov'è Steve?» domando infatti, guardando Robin e Eddie con fare interrogatorio.

I due smettono di battibeccare per un attimo, per guardarsi con aria confusa, poi alzano le spalle.

Sospiro, alzandomi in piedi per andare a cercarlo, sperando in tutti i modi che Hopper non mi veda: non vuole che andiamo in giro per il mall, ed effettivamente, capisco anche il perché, ma non riesco a stare tranquilla sapendo che Steve è da qualche parte solo.

Oh, Dio: sto diventando paranoica come mia madre.

Attraverso velocemente il corridoio, quando noto qualcuno nel bagno.

Faccio un passo indietro, rendendomi conto che si tratta proprio di Steve, talmente assorto a guardare il suo riflesso da non essersi nemmeno accorto della mia presenza.

«Per chi ti fai bella?» domando, entrando a passo cadenzato nel bagno.

Steve ridacchia, distogliendo lo sguardo dallo specchio per voltarsi verso di me.

«Mi hanno conciato piuttosto male, eh?» chiede, e io sorrido, appoggiandomi al lavandino.

«Sta' tranquillo: qualche settimana e sarai come nuovo. E se non sarà così, beh, a noi ragazze fa sempre un certo effetto vedere un ragazzo con un occhio nero» ammicco, e lui sorride, per poi fare una piccola smorfia di dolore. Mi avvicino d'istinto con preoccupazione, notando che il suo labbro sta sanguinando.

Working For The Weekend - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [2]Where stories live. Discover now