Prologo

10.8K 715 354
                                    

Cerco di prendere aria ma una fitta di dolore mi sconquassa lo stomaco, spezzandomi il fiato

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Cerco di prendere aria ma una fitta di dolore mi sconquassa lo stomaco, spezzandomi il fiato.

Non riesco ad aprire gli occhi, non riesco a muovermi, non riesco a respirare. Svolgere anche solo una qualunque di queste funzioni naturali mi causa un dolore lancinante.

Un dolore che ho già sperimentato in passato, un dolore che è peggio di mille lame incandescenti conficcate in ogni parte del corpo.

Qualcuno mi strattona i capelli tanto forte da sollevarmi la testa da terra, dove sono rannicchiata. Mi stringo le braccia intorno al corpo con le ultime forze rimaste, cerco di parare gli altri colpi perché so che non ha finito, ne stanno per arrivare ancora.

Sempre più forti. Sempre più violenti.

«Mi senti, Mally?» Lo sento eccome, la sua voce mi rimbomba nella testa, è stata il mio incubo per così tanto tempo. «Stavolta ci muori in questo posto, amore».

Amore.

C'è stato un tempo in cui il cuore mi batteva impazzito nel petto quando mi chiamava in questo modo, mi faceva sentire importante, speciale e amata. Poi è precipitato tutto.

Amore, mi chiamava, prima di strattonarmi e picchiarmi, prima di farmi male fino a farmi sanguinare.

Mi chiamava amore prima di vietarmi di uscire con le mie amiche e dopo, quando ha iniziato a pretendere che la mia vita iniziasse e finisse con lui, che si svolgesse in funzione della sua.

Mi chiamava amore quando mi manipolava, usava e spegneva.

Mi chiamava amore quando si arrabbiava con me anche solo per sciocchezze o per la sua insana gelosia.

Mi chiamava amore quando mi chiedeva perdono, quando mi giurava che non l'avrebbe rifatto.

"Amore, è un brutto periodo e tu mi hai provocato, mi dispiace, non succederà più."

"Amore, capisci che stavi guardando un altro uomo? Come ti sentiresti tu al posto mio? Ho reagito male, non succederà più."

"Amore, ho bevuto troppo, sono stato un coglione, non succederà più."

"Amore, hai insistito per uscire con le tue amiche, mi hai fatto arrabbiare. Non succederà più."

"Amore, la tua gonna era troppo corta e ho perso la testa. Non succederà più."

"Amore, non volevo farlo, ti amo. Non succederà più."

Non succederà più. Non succederà più. Non succederà più.

E invece non è vero, perché continuerà a succedere la volta dopo e quella dopo ancora. Non smetterà e non si fermerà, peggiorerà.

C'è stato un tempo in cui ho pensato che fosse quello l'amore. Un tempo che fino a questa mattina mi sembrava lontano, un vecchio ricordo, un incubo della quale mi ero liberata.

Prima che tutto cambiasse, prima che capissi, pensavo di aver conosciuto l'amore, ho iniziato a credere o meglio, mi sono convinta che le botte, il dolore, la rabbia, la vergogna, il silenzio e la paura, fossero amore.

Ad un certo punto però ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che l'amore non è quello, che quello è violenza e che quasi sempre finisce per diventare morte.

Mi sono resa conto del fatto che non avessi idea di cosa fosse l'amore vero, quello puro. Non avevo idea di cosa si provasse a sentirsi amati in modo sano, come ogni essere umano merita di essere amato.

Poi ho conosciuto Aiden Hoffman.

AIDENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora