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«passami quella da 36mm

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«passami quella da 36mm.»

taehyung si chinò sulla propria vettura, svitando un bullone per arrivare al problema di quel fastidioso rumore.

si passò una mano per asciugare il sudore sulla fronte e si voltò verso l'amico.

«ho bisogno di qualcosa dove pulirmi.» chiese, ricevendo una pezza su cui subito impregnò il grasso del motore.

una volta che le mani furono pulite, tirò le ciocche cadute sulla fronte all'indietro, raccogliendole in una piccola coda alta. dopo, tornò concentrato sulla propria moto.

«non riesco a capire quale sia il problema.» sospirò esausto, alzandosi e posando lì vicino la chiave inglese.

«fai dare un'occhiata a me.» commentò namjoon al suo fianco, abbassandosi sulle ginocchia per poterla guardare da più vicino.

con i suoi occhi acuti scorse subito il problema e rise sottovoce. «davvero sei un meccanico? ha un problema al sistema di raffreddamento.»

«mi serve per la gara di stasera. riesci ad aggiustarla in tempo?» vide namjoon storcere il naso a quella domanda.

prima che l'amico potesse rispondergli, sentì un grande trambusto proprio in fondo alla strada.

l'attenzione di tutti era stata rivolta proprio lì, a quella massa di gente che non faceva altro che parlare di un intrusione.

taehyung inarcò un sopracciglio indispettito, era da anni che non sentiva parlare di qualcuno in grado di intrufolarsi in quel posto.

non disse niente a namjoon, semplicemente si allontanò dal capanno e si avvicinò alla strada, facendosi strada tra i ragazzi. sentì i passi di qualcuno correre nell'asfalto bagnato e poi le urla delle guardie che gli ordinavano di fermarsi.

seguì con lo sguardo la figura snella che si divincolava in cerca di fuga e ci mise poco a riconoscerlo: era un ragazzo della sua stessa scuola, l'aveva già notato per il suo essere incredibilmente carino.

sollevò l'angolo delle labbra in un sorriso furbo e si piazzò proprio al centro della strada. il ragazzo correndo si guardò indietro e rise contro le guardie, non accorgendosi però di taehyung che gli stava bloccando la via di uscita.

gli sbattè contro con forza e taehyung gli strinse le braccia per non farlo muovere. «lasciami!» continuava ad urlargli contro.

quando le guardie li raggiunsero con il fiato corto, taehyung strinse il ragazzo al proprio petto e li guardò con un sorriso amichevole. «è con me.»

«signorino kim, dobbiamo segnalarlo a suo padre.»

«lo farò io stesso, chiudete un occhio per questa volta.» continuò ma gli uomini sembravano ancora vacillare.

«è il mio ragazzo, è qui con me. mi prenderò io la responsabilità.» disse infine, facendoli annuire. li guardò allontanarsi e portò subito l'attenzione al ragazzo che continuava ad agitarsi tra le proprie braccia.

fece contatto visivo con lui e il minore si morse le labbra nervoso. «puoi lasciarmi andare adesso.»

«sei uno stupido.» disse, strattonando il suo braccio. «se non fossi arrivato io, sai cosa poteva succedere?»

jungkook temporeggiò, guardando per terra e grattandosi la nuca in imbarazzo. poi si fece avanti e prese la sua mano, stringendola. «mi dispiace, hyung.»

«ti ho chiesto se hai idea della cazzata che hai fatto, non ti ho chiesto delle scuse.» non ottenendo risposta, continuò. «se solo avessi usato la testa, ti saresti reso conto di quanto può essere pericoloso intrufolarsi nelle gare clandestine.»

si fece avanti, puntanro un dito contro il suo petto e spingendolo tanto da farlo indietreggiare. lo fronteggiò fino ad avere il naso a sfiorare il suo. «non sai quanto è facile fare sparire un ragazzino come te.»

«so cavarmela da solo.» rispose a tono il minore, non distogliendo lo sguardo dal suo.

«se sei cosí bravo allora va la fuori e affronta la questione. sai già che dovrai pagare una multa?»

il ragazzo sbattè più volte le palpebre, confuso. taehyung si fece più serio in viso.

«mi sono preso la responsabilità di pagare al posto tuo, non fare quella faccia.» lasciò scivolare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra carnose. «dovrai ripagarmi in qualche modo.»

«la mia famiglia è ricca, posso permettermelo.» rispose fiero il ragazzo e taehyung lo squadrò da capo a piedi, notando quanto fosse bagnato dalla pioggia.

«vieni, parliamone da me.» gli afferrò il braccio e lo trascinò verso il capannone, aprendo poi la porta che dava sul retro.

«aspetta, non ho qui i soldi.» intervenne il moro.

«mi pagherai domani. entra a fare una doccia, sei fradicio.»

il ragazzo si guardò i vestiti zuppi d'acqua e annuì soltanto, seguendolo in casa.

thirty days | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora