sette

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le mani di jungkook tastarono il letto vuoto al suo fianco e con ancora gli occhi socchiusi, si ritrovò a sospirare di sollievo.

taehyung non era lì al suo risveglio ed era meglio così. almeno avrebbe evitato l'imbarazzo nel ricordare quanto avvenuto la notte precedente.

si sedette al centro del materasso e si massaggiò le tempie con le dita. poi il suo telefono vibrò e si allungò per prenderlo.

scorrendo sullo schermo, c'erano alcuni messaggi da parte dei suoi amici, chiedendo che fine avesse fatto e perché non si fosse presentato a lezione quella mattina.

«cazzo.» imprecò, notando l'ora tarda.

nessun messaggio però, da parte di taehyung. neanche una chiamata. immaginava che dopo averlo ripagato, il ragazzo fosse sparito e avesse smesso di seguirlo ovunque.

quando si alzò però, i suoi occhi quasi si strabuzzarono dalla sorpresa. quelle non erano le pareti di casa sua e di certo neanche il suo arredamento.

si guardò attorno e si passò nervoso una mano tra i capelli. non si era affatto liberato di taehyung.

il suo sguardo ricadde affianco al letto, dove c'era una busta trasparente. la prese e la guardò meglio confuso.

all'interno c'erano due paia di slip davvero fin troppo piccoli per la sua statura, con su un biglietto che diceva "spero di aver azzeccato la taglia."

«bastardo.» lo maledisse a voce alta, sperando lo sentisse.

si alzò, indossò i vestiti della sera prima e afferrò il cellulare, scendendo rumoroso le scale. voleva infastidirlo  più che mai.

dalla cucina percepì un leggero sfrigolio, poi l'odore di qualcosa di squisito e ancora fumante.

jungkook si avvicinò e lo vide intento a preparare qualcosa.

«buongiorno.» gli sorrise taehyung, portando in tavola due piatti colmi di cibo. «prendi posto.»

il viso di jungkook doveva avere assunto qualche espressione tremenda, perché taehyung lo aveva guardato e aveva sollevato le labbra in un sorrisino.

«forse ti ho divorato la lingua ieri notte.»

il minore prese posto in silenzio, gettandogli un'occhiata che lo fece ridere a voce alta. poi afferrò il piatto e si ingozzò fino ad avere la bocca piena.

voleva finire al più presto per andare via da quel posto.

«non sapevo ti piacesse il dolore.» quasi jungkook si strozzò a quella frase.

bevve veloce un sorso d'acqua e alzò lo sguardo nel suo. «di che parli?»

«non ti sei lamentato neanche una singola volta, sembrava ti piacesse. e sapessi quante volte lo abbiamo fatto.»

«ricordo tutto, grazie.» commentò infastidito il minore, riprendendo a mangiare ancora più in fretta di prima.

taehyung mangiò un boccone senza distogliere lo sguardo da quel suo viso pallido e spigoloso.

continuò a fissare le sue labbra rosse ingerire quasi l'intero piatto e i grandi occhi rivolti verso il basso. poi il minore lo guardò e taehyung gli sorrise.

«non mi piace essere fissato.» puntualizzò e in tutta risposta taehyung alzò le mani in aria come in difesa.

prima che jungkook potesse finire tutto il cibo, il suo sguardo ricadde sul tavolo in legno vicino la vetrata. si alzò con la bocca ancora piena e andò ad osservare da più vicino un grande pezzo di carta riposto su quel ripiano.

c'era disegnata l'intera mappa di quel posto ed anche alcuni progetti futuri che riguardavano la sua moto.

«ti piace?» jungkook annuì distratto, continuando ad osservare il progetto e a disegnarlo lui stesso con la punta delle dita.

taehyung si alzò e fece il giro del tavolo, poi sporse il viso oltre la sua spalla e col braccio si mantenne al tavolo. «vorrei apportare alcune modifiche. vedi, ad esempio questa o quest'altra.»

mentre con le dita tracciava i vari schemi, l'altra mano la posò cauta sul suo fianco, senza che l'altro se ne accorgesse.

jungkook sembrava fin troppo interessato a quel disegno per accorgersi che i suoi polpastrelli avevano afferrato il bordo dei suoi pantaloni per abbassarli leggermente.

taehyung tirò l'elastico degli slip e si allontanò compiaciuto. «sapevo che fosse la taglia giusta.»

jungkook indietreggiò e balbettò qualcosa in imbarazzo, poi alzò il dito medio in sua direzione.

furioso, prese il proprio telefono e cercò di spingere la porta ma senza risultati. continuò a maledirlo a voce bassa e a tentare di uscire, ma taehyung lo raggiunse e portò un braccio di fianco alla sua testa.

«ti do un consiglio.» si avvicinò al suo orecchio. «smettila di fingerti così stupido o finirai per farmi perdere la testa.» poi spinse la porta dal lato opposto e gli fece segno con la mano di uscire.

«che c'è? non vuoi più andare via?» lo derise, guardandolo uscire rapidamente in giardino in imbarazzo.

thirty days | taekook ✓Where stories live. Discover now