quindici

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diciassette giorni al termine

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diciassette giorni al termine.

[...]

«forse ha ragione.» continuava a ripetersi da quella mattina, non riuscendo neanche a concentrarsi sulla lezione.

non faceva altro che ripensare al tono duro che aveva usato e le parole che gli aveva rivolto. jungkook si morse il labbro, erano giorni che pensava all'accaduto ed ogni minuto che passava, si rendeva conto che aveva ragione.

non si era mai dimostrato abbastanza maturo con lui. aveva perfino pensato che del sesso bastasse a farlo innamorare di lui, che stupido.

così prese il proprio quaderno e cominciò a prendere appunti. gli avrebbe dimostrato di essere in grado di badare a se stesso e a ciò che lo circondava.

la professoressa entrò in aula, gli studenti si alzarono e si inchinarono, dandole il buongiorno. jungkook tornò seduto e sentì il nervosismo avanzare, quel giorno avrebbero dato un occhiata ai voti dell'ultimo semestre.

«ho qui la scheda dei vostri voti. park, dividili ai compagni.» jimin, un ragazzo della sua stessa classe con cui aveva scambiato soltanto poche parole, si alzò e annuì, cominciando a distribuire ad ognuno il proprio compito.

jungkook sospirò e lo ringraziò sottovoce, voltando la pagina per controllare ogni singola materia. il suo sorriso si allargò man a mano: aveva eccelso in ogni materia.

controllò la scheda più volte e incredulo, alzò la testa verso la professoressa, che gli sorrise dolcemente. poi lei stessa si avvicinò e accarezzò la sua spalla. «complimenti jeon.» poi prima di andare aggiunse. «avvicina nell'aula affianco a fine lezione, vorrei parlarti di una cosa.»

[...]

jungkook si sfregò le mani tra di loro prima di abbassare la maniglia. l'aula era esattamente grande come la sua eppure a causa dell'ansia, sembrava essersi rimpicciolita.

la donna era seduta alla grande scrivania e quando lo vide arrivare, gli fece segno di avvicinarsi. gli porse un foglio e una penna, segnandogli un punto da dover firmare.

notando la sua espressione confusa si alzò e gli girò attorno, appoggiandosi al bordo della scrivania. «come ben sai ieri abbiamo avuto il consiglio scolastico e abbiamo parlato del rappresentante da eleggere quest'anno.»

lo guardò dritto negli occhi con un bel sorriso. «vorremmo che fossi tu ad essere eletto.»

jungkook si raggelò sul posto e sentì quasi le dita tremare a quella notizia. erano due anni che provava a salire in carica ma veniva sempre definito come un "ragazzino" e mai preso sul serio.

«sono soltanto al terzo anno, il rappresentante deve aver compiuto il quarto per poter essere valido alle elezioni.» gli ricordò ma la donna scosse il capo, indicandogli i fogli.

«reputiamo che tu sia stato il migliore in questo semestre. i tuoi voti non fanno altro che incrementare e vorremmo darti l'opportunità di maturare.»

maturare. quella dannata parola che gli frullava in testa da giorni.

jungkook accettò con gli occhi che gli brillavano, finalmente avrebbe avuto l'occasione di mostrare al mondo di sapersela cavare.

[...]

quella stessa sera jungkook era pieno di adrenalina in corpo, così non ci pensò un istante e andò sotto casa di taehyung.

voleva raccontargli dell'accaduto e dirgli che era pronto più che mai.

finalmente aveva raggiunto un livello superiore a scuola e sentiva che fosse il momento giusto anche per la vita reale. 

bussò più volte alla sua porta ma qualcuno dell'officina gli disse che fosse uscito e sarebbe tornato tardi quella sera.

poco importava, sarebbe rimasto li ad aspettarlo.

jungkook si appoggiò al muro e controllò ogni singolo minuto l'orologio, attendendo che arrivasse. i minuti si trasformarono in ore e di lì a poco cominciò a piovere.

i suoi vestiti erano fradici e sentiva il naso colare, ma anche in quel caso rimase ad aspettarlo.

alla seconda ora passata lì jungkook prese il telefono deciso a chiamarlo ma i fari di un auto gli illuminarono il viso. la macchina venne parcheggiata e taehyung scese velocemente, correndogli incontro.

«che cosa ci fai qui fuori.» lo rimproverò, prendendo la sua giacca e mettendogliela attorno alle spalle.

«sono venuto qui per dirti una cosa.» rispose jungkook con un sorriso gigante. gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi. «mi hai detto che sarei dovuto tornare soltanto quando sarei diventato maturo.»

«jungkook..» parlò piano taehyung ma il minore lo interruppe.

«per favore, fammi finire.» gli accarezzò una guancia. «sono stato eletto rappresentante del mio istituto, ho preso i migliori voti del semestre.»

taehyung continuò a guardarlo e fece ancora per parlare, ma jungkook portò le labbra sulle sue in un bacio a stampo. poi poggiò la fronte sulla sua e chiuse gli occhi. «dammi una possibilità. so di essermi comportato da stupido con te, ma non sbaglierò ancora.»

il maggiore lo guardò a lungo senza dire nulla, tolse soltanto delle gocce di pioggia che gli erano finite sulle palpebre. alla fine sospirò e lo afferrò per il polso, trascinandolo dentro casa.

[...]

«non avresti dovuto aspettarmi così a lungo sotto la pioggia. ti salirà la febbre.» taehyung si privò dell'ultimo indumento e si immerse anche lui nella vasca.

poi allargò le gambe e lo attirò a se, lasciando che si sdraiasse con la schiena sul suo petto. «volevo che fossi il primo a saperlo.» si giustificò jungkook, afferrandogli la mano e baciandogli il dorso.

taehyung abbozzò un sorriso e con le mani raccolse un po' di acqua, gettandole sulle sue spalle che massaggiò. «sono fiero di te piccoletto.»

jungkook si voltò a guardarlo, era la prima volta che gli parlava senza sgridarlo o insultarlo. taehyung gli accarezzò la guancia con la mano umida e si chinò a baciargli le labbra.

le lasciò andare poco dopo con un leggero morso e lasciò scivolare la sua mano sul suo petto, accarezzandolo.

«hyung, sono venuto qui per dirti della mia promozione, non per baciarci.» si lamentò il minore ad occhi chiusi, godendosi le attenzioni sul suo petto.

«ssh, lasciami fare.» mormorò contro la sua pelle, chinandosi a mordicchiagli il collo.

thirty days | taekook ✓Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin