nove

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ventinove giorni al termine

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ventinove giorni al termine.

[...]

jungkook prese distrattamente la matita e appuntò qualcosa sul suo quaderno. aveva talmente tante idee per la testa che nessuna di quelle sembrava andar davvero bene.

scrisse e cancellò, poi di nuovo e alla fine stracciò l'ennesima pagina e la gettò furioso per terra.

quella situazione non faceva altro che stressarlo ed aveva già sprecato un giorno soltanto per pensare a come farsi piacere da un ragazzo.

non aveva mai avuto esperienze di quel tipo e sapeva che non fosse uguale come per le ragazze.

non poteva comprare a taehyung un mazzo di fiori e sperare così che si innamorasse di lui, da un giorno ad un altro.

se voleva davvero vincere quella dannata scommessa e batterlo una volta e per tutte, doveva giocare d'astuzia.

così per il suo primo giorno, si mise lo zaino in spalla ed andò a trovarlo in officina.

al suo posto, trovò un uomo dai capelli invecchiati e dalla bassa statura. «sto cercando kim taehyung.»

quando l'uomo lo guardò interrogativo, jungkook si guardò intorno e inventò una scusa. «ho un problema alla mia macchina, vorrei parlarne con lui.»

alla fine lo ringraziò e lo seguì in silenzio fin dentro casa. guardando quelle vetrate che davano all'esterno jungkook deglutì.

ricordava ancora perfettamente come taehyung l'aveva premuto contro quel vetro e scopato fino a fargli cedere le ginocchia.

«taehyung, c'è qualcuno per te.» lo chiamò a gran voce il padre.

la folta chioma ancora umida di taehyung apparve da dietro la porta del bagno e quando i suoi occhi incrociarono quelli del minore, il suo sorriso si allargò all'istante.

«puoi andare, ci penso io a lui.»

la porta fu richiusa ed improvvisamente a jungkook non sembrò più un ottima idea. si sentiva una preda che stava per essere cacciata da un momento all'altro.

«sei venuto per dirmi che ci hai ripensato, piccoletto?» lo stuzzicò taehyung, passandosi un asciugamano sul petto nudo.

«mai, puoi sognartelo.» il moro distolse lo sguardo dal suo corpo, cercando qualcos'altro da guardare.

«allora cosa c'è, ti mancavo?» indossò in fretta una maglia e si avvicinò a lui, girando attorno al suo corpo. «ci siamo visti soltanto due giorni fa.»

jungkook alzò un dito medio verso la sua faccia, facendolo ridere a voce alta. poi fu lui a fare un passo in avanti. «te l'ho detto, non perderò mai contro di te. sono qui per mantenere viva la scommessa.»

una mano di taehyung accarezzò il suo collo e poi la sua nuca, giocando con le corte ciocche castane. «lo stai facendo per battermi oppure vuoi davvero farmi innamorare, mh?»

jungkook boccheggiò in cerca di una risposta, rabbioso. quel ragazzo era senza vergogna e non si sarebbe mai abituato al suo scherzare su tutto.

«se è la seconda, beh. sappi che non sarà semplice avere il mio cuore.» poi accarezzò le sue labbra sottili con il pollice. «ma puoi sempre avere il mio corpo.»

ammiccando, si allontanò sorridendo alla sua espressione furente e si avvicinò al letto su cui si sedette.

«chi lo vuole.» sbuffò jungkook, andando verso la porta. ma non uscì.

era arrivato fin lì per un motivo e stava quasi per dimenticarlo per via di quella sua faccia tosta.

così tornò vicino a lui e si abbassò sulle ginocchia, tanto da fronteggiarlo.

portò una mano ad accarezzare il suo petto da sopra la maglia e con lo sguardo fissò la sua bocca. «ti farò perdere la testa, vedrai.»

le sue dita scesero fino all'orlo della tuta, tirando l'elastico.

«non vedo l'ora.» rispose taehyung, portando una mano sopra la sua che spinse contro il proprio rigonfiamento.

jungkook la ritirò subito via e fece per andarsene, ma taehyung gli urlò dietro: «attento a non innamorarti per primo, piccoletto!»

thirty days | taekook ✓Where stories live. Discover now