32. Non potrebbe andare peggio di così

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Piccola avvertenza: il mio cervello è in modalità Bubu Gaga e ha dimenticato come si scrive, per cui vi chiedo scusa per questo capitolo. Come vi avevo anticipato, tra poco riprenderò a lavorare e volevo pubblicare il più possibile, ma non avevo tenuto conto che le mie sinapsi morissero a metà strada. Essendo un capitolo di transizione è comunque il male minore, ma sentitevi liberi di metterlo sulla forca del buon gusto e farci un bel falò. Vi offro io i marshmallow.




Era incredibile come le più piccole cose potessero portare a catastrofici eventi.

Un atomo dal cuore spezzato, un insetto vivo dentro la cena consumata a metà, la realizzazione che la persona a cui ti affidavi per sopravvivere in realtà era il serial killer di turno. Ren però non poteva dirsi sorpreso. Né della rivelazione tanto appassionata, né del caos che si scatenò attorno a lui. Anzi, si considerava fortunato: l'accusa di Leyla aveva distratto abbastanza gli altri da farli focalizzare sulle sue parole invece su ciò che era effettivamente successo.

Per cui fece l'unica cosa che gli suggerì l'istinto: rimase a contemplare il nulla, subendo le urla che echeggiavano nello spazio vuoto dell'androne. Emily difendeva Alex, ribadendo che non era possibile che si trovasse in due luoghi diversi contemporaneamente; Leyla accusava la cugina di darle della bugiarda, affermando di essere certa del suo incontro ravvicinato del tipo Alex; Gregory tentava di dar man forte a Emily, suggerendo la possibilità di un effetto collaterale dell'alcol; Kieran cercava di trovare un punto d'incontro e John spalleggiava Leyla continuando a citare le considerazioni di Mark, oltre a rammentare il modo in cui era stato malmenato pochi minuti prima. E in tutto questo la diretta interessata era distesa al suolo priva di sensi, con una probabile commozione cerebrale e una più probabile emorragia interna.

Ren sapeva che doveva trovare in fretta a una soluzione, prima che la situazione degenerasse. Lo sapeva, eppure non riusciva a pensare con lucidità. Tutto ciò che ottenette fu una sequela di imprecazioni nei confronti dello sgorbio: non solo l'aveva costretto in quella posizione piuttosto scomoda che nemmeno voleva, ma persino da svenuta approfittava senza riguardo delle sue buone intenzioni. Ora capiva che cosa intendeva quando si era definita "sacrificabile". Non era d'accordo.

Fischiò con forza, attirando l'attenzione dei presenti. «Ora basta! Datevi una calmata!» ordinò con voce irritata.

«E chi ti credi di essere per dirci cosa fare?» sbottò Leyla, squadrandolo con disgusto.

Ren rimpianse che fosse riapparsa e sperò che potesse strozzarsi con qualsiasi cosa, anche un fantasma. Ingoiò la stizza e la guardò dritto negli occhi, facendola tentennare. C'era un solo modo per sistemare subito la questione.

«Leyla, fammi un favore e rispondi a queste semplici domande senza girarci troppo intorno. È stata Alex a trascinarti nella stanza?»

«Beh, no... Cioè, non ne sono certa» borbottò, sulla difensiva. «Ero già lì quando l'ho colta in flagrante.»

«Oh, ok. Quindi l'hai vista rinchiudere Sarah?»

La bionda si morse il labbro. Forse aveva capito dove voleva andare a parare. «No, l'ho intravista addormentata nella camera davanti alla mia quando le porte si sono aperte, per cui in qualche modo deve esserci arrivata. Giuro che lei era lì!» aggiunse con un lamento stridulo, rendendosi conto di come suonavano le sue risposte. «Deve essere in combutta con i fantasmi!»

«O forse ti ha trovata e ha semplicemente deciso che ti serviva un pisolino per smaltire la sbronza, così ti ha chiusa dentro per impedire a qualcuno di disturbarti» cantilenò Ren. «E il fatto che non ci abbia avvisato era un favore nei nostri confronti.»

«Ehi!» sibilò la ragazza. «Non puoi rigirare così il discorso! So quello che ho visto e...»

La ignorò, lasciandola cianciare al vuoto. Si concentrò invece su Gregory, cercando di comprendere lo stato delle sue condizioni. «Riesci a camminare?»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 05, 2023 ⏰

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