Bonus pt1: L'incontro

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La vita è composta da attimi, questo è assodato. Malgrado ciò, nel corso della sua breve ma alquanto rocambolesca vita, uno in particolare l'aveva sempre incuriosito, sebbene non l'avesse mai provato in prima persona. L'incontro con l'anima gemella. Ebbene sì, lo trovava persino divertente; da scompisciarsi dalle risate, soprattutto nel sentire le storie di chi ne aveva incontrate un bel po' di "anime gemelle", al punto da poter gestire un cimitero di buon senso. Per non parlare delle diverse vedute. Un ragazzo l'avrebbe definito come "un caso", "un incidente di percorso" o "qualche birra di troppo", mentre le donzelle avevano una visione prettamente cinematografica di tale evento. Espressioni come "magico", "emozionante", "ineguagliabile" erano solo un misero contorno di ciò che in realtà accadeva nelle loro menti. Tempo che rallenta? Presente. Sviolinata fuori campo? A discrezione della persona. Pioggia battente che non riesce a raffreddare i lombi roventi? Per chi si aspetta del gran sesso dopo il cambio scena ci può stare. Drammi a palate dopo il primo scambio di sguardi? Una necessità morale, dato che non esisterebbe la storia altrimenti!

Eppure, a dispetto dell'opinione comune che lo inquadrava come un collezionista di mutandine realizzate col filo interdentale, Ren non rientrava in nessuna delle due categorie, malgrado gli piacesse pensare di avere ancora una sfumatura rosa e romantica nel suo cuore rinsecchito. Almeno, era questo ciò che pensava. Poi aveva avuto la geniale idea di "cogliere l'attimo" e tutto era cambiato. No, il suo incontro con l'anima gemella non aveva avuto nulla di magico e di certo non era stato un caso, dato che se l'era andata a cercare. Eppure sapeva benissimo come definirlo. E tale definizione si trovava su tutti i manuali di diritto penale sotto la dicitura: "tentato omicidio". Il suo, per l'esattezza.

Ma come ogni storia d'amor e d'odio, vendetta e desiderio, che si rispetti, era giusto andar con ordine e ricordarsi in seguito di cancellare la cronologia del browser, oltre che lavarsi le mani.

La scuola era appena ricominciata, incombendo su di lui come una noiosa seccatura di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Ragion per cui, come ogni anno, si era limitato a non farsi vedere, conscio del fatto che sia lui, sia i professori, la pensavano allo stesso modo: "Quel ragazzo è senza speranza". Lui ci pisciava sopra alle loro aspettative. Aveva ben altro da fare invece di perdere tempo a frequentare lezioni noiose che non gli sarebbero servite a nulla, benché meno a istruirlo. Quei poveri idioti non potevano far altro che spiegargli nozioni di cui era già a conoscenza. Ma quell'anno sarebbe stato diverso, perché c'era una novità nell'aria. Si trovava nel vecchio parco da skate quando ne ebbe la conferma. Disteso sopra a una delle pedane più alte, con una sigaretta rollata tra le labbra e una lattina di birra scadente posata accanto a lui, se ne stava bellamente a pensare ai fatti propri quando delle risate sguainate catturarono la sua attenzione. Alcuni dei suoi tirapiedi erano ritornati dalle lezioni, spettegolando a proposito di una ragazzina da poco arrivata in città e iscritta al primo anno. Un mostro, da come la rappresentavano. Un appellativo strano per loro, da sempre impegnati a selezionare le ragazze più facili e carine dei vari corsi, sebbene alla fine si accontentassero della prima che ricambiava le loro moine. Inizialmente seccato da quei pettegolezzi, si ritrovò infine ad ascoltarli per l'intero pomeriggio, assorto come un bambino davanti ai programmi rating R. E quello fu solo l'inizio. Man mano che i giorni trascorrevano, le loro storie incominciarono a stuzzicare sempre più la sua curiosità, fino ad assumere la forma di una fastidiosa pulce nell'orecchio. E così, dopo due settimane di gossip, Ren aveva creato nella sua mente una precisa immagine dell'oggetto del suo interesse; non gli rimaneva altro da fare che scoprire con i propri occhi quanto si fosse avvicinato alla realtà.

Ritornare a scuola rappresentò solo l'inizio della fine. La sua entrata in scena creò come al solito il giusto scalpore. Le ragazzine del primo anno lo fissarono a bocca aperta e con gli occhi sognanti, perse in chissà quali universi rosa. Non si poté dire lo stesso delle loro compagne più grandi. Gli rivolsero i soliti sguardi schifati, nonostante fosse ben consapevole di quanto desiderassero delle ripetizioni di anatomia "pratica" dopo le lezioni. Per quanto riguardava i maschioni alfa tutti steroidi e crema per i brufoli che setacciavano i corridoi come predatori, non gli sarebbe dispiaciuto rimarcare il proprio territorio, ma aveva una missione da compiere e non doveva distrarsi. Incominciò dunque la sua ricerca attraverso le aule, i corridoi, la mensa... E non ne cavò un ragno dal buco.

When the children playDove le storie prendono vita. Scoprilo ora