5. Taboo e Bugia

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"Smetti di guardarli, sei inquietante" mi richiamò Claire. Si mise davanti a me e mi tolse il bicchiere dalle mani. "Forse ho sbagliato a farti bere, ti stai comportando come se fossi un elefante in una stanza piena di topi". Non mi importava delle similitudini bizzarre che aveva deciso di fare per dirmi in modo carino che mi stavo comportando in modo strano. Cercai di riprendermi la bevanda, ma mi bloccò prima che potessi riuscirci.

"Non oso immaginare cosa avresti fatto se non fossi venuta con te" si domandò Claire addentando una patatina. "Forse li avrei staccati. Insomma guardali" li indicai mentre lei infilava la lingua nella sua gola e la mia accompagnatrice mi abbassò subito la mano, fulminandomi con lo sguardo.

"Arya" mi sgridò sottovoce "Datti un po' di contegno. Non devi sembrare una disperata"

"Forse lo sono" dissi, incrociando le braccia al petto. Vedevo che Claire si stava guardando intorno, come per capire se qualcuno ci stesse ascoltando o meno.

"Smettila e riprendi il contr..."

"Ho baciato Liam" la interruppi. Claire girò subito la faccia verso di me, alzando le sopracciglia. Feci spallucce con un sorriso da scema. "Vedi quanto sono disperata?".

"Quando è successo?"

"Dopo la cena da te" risposi.

"E hai aspettato ad ubriacarti per dirmelo?". Mi sentivo come una bambina che veniva rimproverata dalla madre. Poteva anche avere un po' ragione, ma solo un pochino.

"Hey ragazze, stiamo per iniziare un gioco di squadra e voi due dovete stare con me, Billie e Zayn" disse Selena avvicinandosi.

"Assolutamente si" risposi subito. Presi Claire per mano e la trascinai sul divano dove erano anche gli altri.

"Ti voglio nella mia squadra" disse Ed, puntandomi appena mi vide. Quella sera mi volevano tutti, ma perché?

"Oh no, sono già con Sel" dissi. "Dai Sel, è il mio compleanno, lasciamela" la pregò il festeggiato. la Gomez non voleva cedere, ma si fece convincere dagli occhi dolci di Ed. "Ma devi cedermi un tuo giocatore"

"Vengo io" disse Camila, spostandosi con i lunghi capelli castani e ricci. La conoscevo perché Shawn in passato aveva collaborato con lei a un brano.
Nonostante fossimo in due squadre diverse, Claire rimase seduta vicino a me per tenermi a bada. Di solito era il contrario.

"Perfetto, quindi nella mia squadra siamo io, Arya, Harry e Camille. Facciamoli tutti fuori" esclamò Ed, sedendosi accanto a me. In quel momento mi accorsi del grande errore che avevo fatto. Non avevo capito che sarei stata in squadra con loro. Ed mi voleva male per caso? Rivolsi un'occhiata che gridava aiuto a Claire; lei mi strinse la mano come risposta.

"Il gioco è Taboo" spiegò Ed aprendo la scatola, "Credo lo conosciate tutti". E così era. Iniziò prima la squadra di Selena, poi quella di Abel, in arte The Weeknd, e infine la nostra. Il primo quarto d'ora di gioco passò molto velocemente. Quando Harry provava a far indovinare le parole che aveva davanti le azzeccavo tutte in pochi secondi e stessa cosa lui con me. Ci capivamo al volo e Camille mi guardava con disprezzo, non si preoccupava neanche di nasconderlo. Mi stavo divertendo un botto.

"Dai che così possiamo vincere" esultò Ed come un bambino. Toccava di nuovo a me far indovinare le parole. Camille indovinò la prima parola che era Luna, Harry indovinò le due successive. Il tempo stava per scadere e l'ultima che potevo far capire mi fece ridere. Se fossi stata sobria forse non l'avrei fatto, ma non lo ero quindi non lo sapremmo mai.

"Questa cosa non si deve dire" come la moltitudine di parole che dovevo evitare per non perdere. "Parolaccia" disse Ed. Scossi la testa. "E' una cosa brutta che...Oh andiamo ma non posso dire neanche questo" mi lamentai. Mi spremetti le meningi e dissi l'unica frase che poteva far capire a qualcuno la parola che avevo davanti.
"E' il motivo per cui ci siamo lasciati" dissi indicando Harry. Sentii un pizzico sul braccio e feci un leggero scatto. Ero sicura fosse stata Claire. Harry mi guardò con uno sguardo glaciale che ricambiai senza troppe esitazioni accompagnato da un sorriso falsissimo. Tutti intorno a noi si erano ammutoliti, tranne una persona fortunatamente.

"E io che cazzo ne so, Aryaaa!!" quasi urlò Ed, strappando qualche risata. Menomale che aveva salvato quel momento imbarazzante.

"TEMPO SCADUTO!" urlò Billie, un po' troppo vicina al mio orecchio. Quella ragazza cantava sottovoce, ma sapeva anche gridare quando voleva.

"Bugia, era così semplice" dissi, lanciando la carta addosso a Harry. Ma chi ero diventata? Harry serrò la mandibola e strinse la carta tra le mani. Mi allontanai subito e decisi che era arrivato il momento per me di tornare a casa.
Le mie batterie sociali si erano esaurite. Presi la mia borsetta, salutai velocemente Ed inventandomi una scusa e corsi fuori, senza pensare a Claire. Mi serviva qualche minuto da sola. Sentivo che stava correndo dietro di me e le feci cenno di lasciarmi un attimo in pace. Avevo bisogno di due minuti per stare da sola prima di andarcene. Uscii nel vialetto e mi allontanai al buio per non essere vista dalle finestre. Scrissi a Tristan di venire. Sentivo i passi di Claire ancora dietro di me ed ero troppo brilla per ascoltare le sue ramanzine.

"Dai Claire, sai che..." ma fui interrotta da qualcuno che strinse forte il mio polso e mi costrinse a girarmi. La camicia bianca sbottonata che mostrava per metà il tatuaggio di una farfalla gigante sullo stomaco mi provocò una strana sensazione. Alzai lo sguardo e quegli occhi verdi erano di nuovo davanti ai miei color nocciola, ma stavolta pieni di rabbia. Sentivo le gambe tremare e il cuore battere forte. Harry era lì, di fronte a me.

"Che cosa, Stone? Cosa stai cercando di dimostrare stasera?" disse con la mascella serrata e un cipiglio sul volto. Era veramente furioso, ma c'era dell'altro.
Mi sentivo così stupida per quello che avevo fatto, in realtà non volevo. Non l'avrei mai fatto da sobria, me ne sarei rimasta in un angolino in silenzio a soffrire da sola.

"Niente". Cercai di liberarmi dalla sua presa, ma non ci riuscii. Era da così tanto tempo che i nostri corpi non si toccavano.

"Se vuoi rovinarmi la serata, fa' pure, ma non rovinarla agli altri" sentenziò con arroganza, lasciandomi andare bruscamente. Quasi barcollai. L'avevo combinata grossa. Mi stavo comportando come una ragazzina viziata. Ero stata io a lasciarlo, mettendo l'orgoglio davanti all'amore e non accettavo di pagarne le conseguenze.

"Io non volevo, Harry" dissi con un filo di voce, trattenendo le lacrime. Sentivo che stava per scoppiarmi la testa. Harry distolse lo sguardo, guardando alle mie spalle. Non lo faceva mai eppure era già la seconda volta quella sera. Stava cercando di tenermi fuori dalla sua vita.

"Certo che volevi, è da quando sei arrivata che mi guardi male". Dio santo se ne era accorto. Dovevo dire qualcosa per smorzare la tensione, non volevo discutere con lui, non in quel momento almeno.

"Ma dai, ci stavamo divertendo prima"

"Arya, non mi interessa" mi zittì subito, facendo un passo indietro. Provai a prendergli le mani, ma oppose resistenza. Vidi il suo labbro inferiore tremare e subito mi diede le spalle. Era colpa mia, di nuovo.

"Harry" lo chiamai con voce flebile. L'ultima volta che avevamo parlato dopo la rottura fu in studio. C'era anche Jeff, quindi non potemmo dirci molto, e così ci accordammo su cosa raccontare ai nostri amici. Non avemmo mai un secondo confronto, Harry mi aveva chiamata svariate volte, ma non avevo mai risposto. Anche quando cercava di rimanere solo con me, facevo di tutto per scappare. Lui credeva in noi, voleva salvarci, ma non gliel'avevo mai permesso. L'avevo spinto io nelle braccia di un'altra perché lo avevo cacciato via dalle mie. Stavo realizzando tutto quella sera, quando lo vedevo felice con qualcuna che non ero io, lo vedevo guardare un'altra come guardava me, la toccava come faceva con me. Vederlo aveva dato concretezza alle mie paure.

"E' troppo tardi, Stone" disse, ricomponendosi. Lo sentii tirare su con il naso. "Ci ho provato in tutti i modi".
Harry si allontanò da me senza mai girarsi e tornò dentro. Non ebbi il coraggio di fermarlo, avrei dovuto farlo mesi e mesi fa. Subito dopo vidi Claire raggiungermi e appena mi abbracciò mi lasciai andare e piasi.

"E' tutta colpa mia". Il petto mi faceva male, le lacrime erano talmente tante che non vedevo più nulla e la testa mi scoppiava. Parlare con lui dopo mesi mi aveva completamente travolta.
L'avevo perso. Forse l'avevo perso per sempre.

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Spazio autrice

Dopo tutte le sofferenze per farli mettere insieme, mi si spezza il cuore a scrivere così di loro😭😭

Lasciate una stellina come supporto morale per quel povero di Harry e se vi va anche un commento.

A prestoooo !!

FRA

Green 2Where stories live. Discover now