8. Restare e Bacio

78 11 20
                                    

"Andiamo nel mio camerino" disse Harry, posando una mano sulla mia schiena per spingermi all'interno della stanza.

"Aspetta, devi esibirti anche tu?"chiesi, totalmente inconsapevole. Harry annuii in risposta. "E perchè non me lo hai detto?"

"Se mi esibisco o meno non è più un tuo problema, Stone"

"Sei proprio uno stronzo" sbuffai

"Non te lo sentivo dire da un po'" disse chiudendo la porta alle sue spalle.

"Ogni tanto è doveroso ricordartelo"

"Posso zittirti anche se non stiamo più insieme, lo sai?" il suo ghigno beffardo si allargò, costringendolo a mordersi il labbro per trattenere una risata.

"Puoi evitare di ricordarmi quell'orribile periodo della mia vita?"dissi con una smorfia di disgusto giusto per infastidirlo e, da come alzò le sopracciglia, ero riuscita nel mio intento. Almeno l'elettricità creata dalla vicinanza dei nostri corpi era calata.

"Tranquilla, non voglio ricordarlo neanch'io" ribatté, iniziando a vagare per la stanza.

"Allora, cosa vuoi dirmi? Dobbiamo fare in fretta che la serata sta per iniziare" gli ricordai. Lui sembrò esitare ma decisi di mettergli fretta indicando un orologio immaginario sul mio polso. Inspirò prima di puntare gli occhi dritti nei miei.

"Ho litigato con Camille"

"Aspetta, Harry" lo bloccai subito. "Non siamo amici, non pensare che ora puoi sfogarti con me sulla tua vita sentimentale" risposi, nascondendo la gioia che provavo in quel momento.

"Sei la solita simpaticona, Stone" arricciò le labbra, incrociando le braccia. Non ricordavo avesse tutti quei muscoli. Non dovevo prestarci troppa attenzione e cercai di distrarmi guardando le mie unghie.

"Vai avanti allora". Ero curiosa di sapere il resto della storia.

"Ci ho litigato perché avevi ragione ad avere sospetti su di lei" ammise, scrutando attentamente la mia reazione. Ero pietrificata all'idea. Un conto era avere dei sospetti, un altro era sentirseli confermare.

"Sei serio? E' stata veramente lei?" Il mio tono di voce suonò più squillante di quanto pensassi.

"Non ne sono del tutto sicuro, ma il modo in cui ha affrontato l'argomento mi ha fatto pensare" e a me bastava come confessione.

"E' qui stasera?" Harry annuì. Lo sorpassai senza degnarlo di uno sguardo.

"La uccido". dissi, pronta a uscire, ma la sua mano richiuse la porta con una spinta vigorosa.

"Stone, calmati" disse con voce ferma. Mi girai verso di lui, con la schiena poggiata alla parete. La figura di Harry torreggiava su di me e ci furono brevi istanti in cui i nostri sguardi viaggiavano dai nostri occhi alle nostre labbra. Deglutii imbarazzata. Stare da sola con lui non stava portando a nulla di buono. Harry mi aveva appena detto di aver litigato con quella strega perché mi aveva venduta ai giornali per Dio sa solo quale motivo secondo lei giustificabile. Provavo una sensazione di rabbia molto forte all'altezza del petto che iniziai a grattarlo lasciando dei segni rossi. Harry se ne accorse e mi prese la mano, spostandola all'altezza dei miei fianchi.

"Seriamente la stai difendendo? Veramente hai deciso di metterti dalla sua parte?" chiesi con voce spezzata.

"Ti ho appena detto che abbiamo litigato, quindi credo proprio di aver preso le tue parti"

"Ma dopo quello che ha fatto ci stai ancora insieme" cercai di spingerlo via, premendo contro il suo petto.

"Perché dovrei lasciarla?" quella domanda suonava quasi come una sfida. Finalmente riuscii ad allontanarlo con un'ultima spinta; ripresi fiato e sistemai velocemente una ciocca di capelli prima di parlare.

Green 2Where stories live. Discover now