4.DNA

546 31 13
                                    



"YOU ATTACK ONE OF US,
YOU ATTACK ALL OF US."

"Harry..."
Il suo nome esce dalle mie labbra quasi involontariamente, quasi non avessi nemmeno bisogno di pensarci perché la mia bocca conosce a memoria i movimenti per pronunciarlo.

Rimango immobile ad osservarlo, col fiato sospeso, quasi a cercare di realizzare che sia veramente qui e non si tratti solo di un ologramma.
Harry è fermo all'entrata della cucina, in piedi, la sua solita postura sciolta e naturale, come se nulla lo toccasse, quei suoi occhi verdi e freddi che sembra non dormano da mesi e i suoi riccioli castani sono leggermente più lunghi dell'ultima volta in cui l'ho visto, ben 6 mesi fa.
È sempre lo stesso Harry, ma pare cambiato, più grande, più stanco, più serio, forse addirittura più alto, oppure sono solo io a non essere più abituata alla sua altezza.

Il viso sempre privo di barba, i capelli sempre disordinati e soprattutto la solita aria gelida ed autoritaria.
Faccio un respiro profondo.

Non importa quando possa sembrare stanco o trascurato, è sempre bellissimo.

In questi mesi non ho mai sentito una parola da lui e lui da me, tranne che per gli auguri di compleanno tramite le chiamate settimanali con Niall. Del resto sembra quasi uno sconosciuto davanti a me, sconosciuti con degli inconsueti ricordi in comune.
Forse è stata la decisione migliore, o non sarei mai riuscita a dedicarmi alla mia vita qui ed al mio futuro.

"Courtney"
Ricambia il mio specie di saluto con un tono calmo e basso, quando io in realtà stavo solo cercando di non andare nel panico, soprattutto dopo averlo sentito pronunciare il mio nome, forse non mi sono nemmeno resa conto di aver detto il suo.

"Co-come...come va?"
Le parole escono goffamente, cerco di poggiarmi all'isolotto centrale con disinvoltura, ma sento il mio cuore agitato aumentare ancora di più i battiti e sto sperando con tutta me stessa di non essere diventata rossa.

Credo che Harry se ne sia accorto, perché le sue labbra si curvano in un mezzo sorriso, mostrandomi quella fossetta che ormai non vedevo da troppo tempo.
"Non posso lamentarmi, era da tempo che volevo vedere Londra"
Il suo sguardo divertito mi brucia addosso e vorrei essere disinvolta come lui.

Velocemente abbasso la manica della felpa sul polso, coprendo il tatuaggio di Atlantide, e nascondo le mani dietro la schiena.
"Bene, io anche sto bene"
Ma cosa diamine sto dicendo?
Nemmeno me l'ha chiesto.

"Bene fino a quando non ti ricordi dell'assassino che ti segue..."
Mi corregge con sarcasmo Louis, mentre lascia la tazza ormai vuota nel lavandino.

"Oh...certo. Tranne per quello."
Mi correggo con una finta tosse.
"Aspetta, glielo hai già detto?"
Mi rivolgo a Louis appena la realizzazione attraversa il mio corpo come una scarica elettrica.

"Perché credi che siamo qui?"
Interviene Niall avvicinandosi a me.

Infondo ha senso, Louis deve averli avvertiti ed ora sono qui per indagare e porre fine alla vicenda. Da soli non ce l'avremmo mai fatta.

"E...Hunter Point?"
Niall è colui che ormai gestisce ogni questione interna ed esterna della città, senza di lui Hunter Point crollerebbe in un giorno.

"Melvin non vedeva l'ora di poterla controllare per un po'; diciamo che mi sostituisce fino al mio ritorno, ma che non si deve abituare."
Spiega con calma, senza nascondere quel pizzico di fierezza nella sua voce e chiamando suo padre ancora per nome. Non mi ha mai parlato spesso di lui, ma evidentemente servirà una vita intera prima di riuscirci.

Blood Curse- Hunter Point Where stories live. Discover now