Blood Curse- Hunter Point

7.Come sono io?

"I will be brutal."

Pov's Louis

Non credo di essermi addormentato, o almeno penso; è uno di quei momenti in cui non ne sei chiaramente sicuro, perché non ricordi il momento in cui hai perso coscienza e quanto sia passato dall'ora. Il punto è che non mi sembra di aver ancora preso sonno ed è proprio mentre sono in dormiveglia che sento il divano, sotto di me, cominciare a muoversi.

All'inizio ho dato colpa all'alcol che ancora mi scorre nel corpo, ma poi i movimenti si sono fatti più ripetitivi e si sono accompagnati da dei leggeri lamenti.
Sembra che qualcuno stia tremando.
Sembra che qualcuno sia a corto d'aria.
Sembra che qualcuno sia terrorizzato.

Ricordo di non essere solo nella stanza; che quel qualcuno potrebbe proprio trattarsi di lei.
Apro gli occhi, abbasso lo sguardo sulla mia sinistra e la vedo.
Courtney sta ancora dormendo, ha gli occhi chiusi e giace rannicchiata al mio fianco, ma sembra abbia dei piccoli spasmi, frequenti e ripetitivi, i respiri sono corti e brevi, si lamenta, mugugna qualcosa che non capisco.
Sta sudando, le tocco la fronte per scoprile il viso dai capelli ormai umidi e sento che non è calda. Courtney sta sudando freddo.
Non va bene.

I respiri si fanno d'improvviso ancora più brevi, più frequenti, sembra stia andando in iperventilazione ed inizio a preoccuparmi.

"Courtney...?"Provo a chiamarla delicatamente, a svegliarla, ma non penso mi senta.

"No...no...no..."Sono le uniche cose che ripete e che riesco a comprendere.
Non dice altro. E più lo ripete più appare agitata, spaventata ed i spasmi aumentano.

"Courtney?"Cerco di essere più deciso, ma ancora niente, si trova completamente da un'altra parte.

Provo a scuoterla, le tocco la spalla ed ora sembra addirittura che stia per mettersi a piangere.
"Courtney, sono io. Che ti prende?!"

"No...no! No! Ahhh!"Grida lei all'improvviso, tirandosi su a sedere di scatto ed allontanandosi immediatamente da me, quasi le avessi fatto del male.
Si rannicchia sul lato opposto del divano, tirandosi le ginocchia al petto, cercando di essere il più distante possibile, di non sfiorarmi nemmeno, e continua a tremare, a piangere, a soffocare.

"Sono io! Sono Louis!"Alzo la voce a mia volta perché sembra che, qualsiasi cosa le stia succedendo in questo momento, non le permetta di sentirmi o di riconoscermi.
"Va tutto bene..."Provo a rassicurarla ed allungare lentamente una mano verso di lei, con attenzione, ma appena la nota si tira ancora più indietro.

"Non tocca-non toccarmi!" È terrorizzata, le tremano le labbra, sbatte i denti dal terrore e continua a sudare, sembra essere caduta nel panico più totale e non so perché.

"Non ti tocco." Allontano subito la mano."Tranquilla; guardami, sono Louis, siamo a casa-" Parlo con tono sicuro, ma basso e calmo, cerco di confortarla.
È adesso che realizzo.
È terrorizzata, ma non è successo nulla.
È nel panico, ma senza un motivo.
Sarei dovuto arrivarci prima.
"È un attacco di panico..."
Lo dico in un sussurro, in un momento di realizzazione, lo dico più a me stesso che a lei.

Il suo petto si alza e si abbassa sempre più velocemente, ansima, annaspa in cerca d'aria, sembra stia affogando.
Prova a scendere dal divano, forse nel vano tentativo di fuggire da qualche parte, ma è debole, le gambe le cedono ed io scatto in piedi cercando di recuperarla dal pavimento.

"Non-" Tenta di dire qualcosa, ma i respiri le spezzano le parole. "Non respiro. Non riesco a-" Si mette una mano sul petto, quasi volesse aggrapparsi la gola e squarciarla per riuscire a far entrare dell'ossigeno nel suo corpo.
"Non riesco a respirare." Non tenta più di combattermi, si lascia cadere a terra ed io sono costretto ad inginocchiarmi vicino a lei.
Le afferro il viso e cerco di farla concentrare su di me, ma appena incontro i suoi occhi vedo un mare di tristezza e pozze piene di paura, quel terrore buio che ti gela le ossa.
"Ti-ti prego. Ti prego, aiutami" Mi supplica e capisco che non deve mai esserle successo prima d'ora.