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Ormai di routine, i cantanti erano sulle gradinate perché Zerbi aveva assegnato un altro compito ad Holy Francisco. 

«Posso Maria?» Domandò il ragazzo in questione mentre apriva la busta.

«Certo. Vuoi leggere tu? Mi diverto di più se leggi»

«Certo che leggo io! Ma, ti diverti di più se leggo perché l'altra volta ho letto tipo tutto sbiascicato?»

«No no! Perché mi fai ridere, ti trovo simpatico»

«Grazie Maria» esclamò il rosso, alzandosi per esporre il contenuto della lettera a tutti i presenti.

«Sentiamo la canzone?» Chiese Maria, una volta finita la lettura. Il brano era, naturalmente, di Tiziano Ferro.

«Bella! Questa ce l'hai» disse Matthew, battendo le mani.

«Questa è fattibile, bro» Mew concordò con il biondo.

«L'abbassi di tonalità e ce la fai» consigliò Mida.

«Non è che mi dovete dire che è fattibile solo perché è un po' imbarazzante rifiutare pure il terzo. Eh sta cosa però un po' mi frusta, cavolo. Perché alla fine, io le mie robe ce le ho, io le cover le ho assegnate e secondo me spaccano pure le cover che ho e sono super mie, ma proprio al 100% e so di poter dare tanto. Mi disturba il fatto che posso mettermi a rischio di fare una figura di merda, perché alla fine davvero qua non mi dice... anzi mi dice che non vorrebbe sentirmi, quindi è proprio indirizzato alla professoressa Pettinelli-»

«Ma da quando c'è Simone sul tapis roulant?» Giuliana interruppe il discorso del rosso, mettendosi una mano sul cuore dallo spavento visto che non aveva completamente notato il ballerino prima.

«Sto qua da tipo 5 minuti, scema»

«Ti giuro, non me ne ero accorta proprio»

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«Chri, possiamo parlare?» Giuliana fece capolino dalla porta della camera rossa, dove al momento si trovava solo Mida visto che Matthew e Petit erano a lezione e Holy Francisco stava parlando del compito con la Pettinelli.

La ragazza si era finalmente convinta a risolvere le cose con Christian (in verità Valentina l'aveva minacciata di farla dormire sul portico se non fosse andata a parlargli).

«Sì» il cantante si tolse le cuffie che indossava e si appoggiò al mobile dietro di lui, «certo, dimmi tutto»

«Mi dispiace per l'altro giorno, ero arrabbiata e me la sono presa con te. Non avrei dovuto parlarti in quel modo» Giuliana teneva lo sguardo basso e giocherellava con le sue dita, non era mai stata particolarmente brava a chiedere scusa.

«E io non avrei dovuto urlare e dirti quelle cose, non era vero che non me ne fregava niente. Accetto le tue scuse e ti porgo le mie»

«E io accetto le tue, siamo apposto?»

SINTETICO , mida Where stories live. Discover now