L'importanza della backstory

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Narrare una storia dall'inizio alla fine, come una semplice cronologia di eventi, oppure spezzare la continuazione dei fatti e introdurre scene del passato per rendere il racconto più completo e stimolante? La seconda opzione è senz'altro più interessante.

Queste scene prendono il nome di backstory, quindi storie del passato. Si tratta di fatti antecedenti – anche se in realtà le cornici narrative che vedrete più avanti non lo sono sempre – alla storia. Avrete capito che sto parlando, oltre che delle cornici narrative appena menzionate, dei flashblack e delle digressioni.

Analessi o flashback

Nessuno di voi conosceva il corrispettivo in italiano, scommetto. Il termine flashback è di sicuro più usato e siamo abituati a leggerlo e vederlo, forse più nel cinema. In una storia l'analessi, o retrospettiva, si usa per introdurre eventi passati, ma che comunque tornano utili alla storia stessa.

Il flashback riassume quindi i fatti accaduti prima del punto in cui è introdotto. In un racconto che ho scritto tempo fa, Lacrimae, mi sono divertito ad alternare eventi attuali e flashback nella storia. Per il flashback ho usato il corsivo. Credo, comunque, che lo scrittore debba far capire al lettore quando c'è un un'analessi, anche se in alcuni casi è evidente che si tratta di fatti antecedenti.

È davvero utile questa figura retorica? Non può, l'autore, iniziare la storia dal flashback – che sarebbe solo una sorta di prologo – e poi arrivare ai fatti? A me i flashback piacciono, creano sorpresa, ma anche aspettativa e una certa suspense, a volte.

Spezzano, inoltre, la storia, creando più livelli di narrazione e anche più coinvolgimento nel lettore.

Prolessi o flashforward

È l'esatto contrario dell'analessi o flashback. Non è, quindi, una backstory, poiché non rappresenta un antefatto. La introduco soltanto perché è l'opposto dell'analessi.

In questo caso c'è un'anticipazione degli eventi che accadranno. Ho letto qualche esempio e ho visto situazioni differenti rispetto all'analessi. Nella prolessi ci si limita a poche frasi di anticipazione dei fatti.

Vediamo un esempio estemporaneo.

  Aprì la porta del bagno e trovò la coppia sotto la doccia. Più tardi il suo amico gli avrebbe fatto notare che è buona educazione bussare prima di entrare. L'urlo della ragazza, che tentava invano di coprirsi le vergogne, gli fracassò i timpani.  

In grassetto ho evidenziato il flashforward.

Non ricordo, sinceramente, se ho mai usato la prolessi nelle mie storie. Devo dire che non l'apprezzo particolarmente, ma credo che talvolta possa tornare utile, specialmente in un racconto umoristico.

Digressioni

È facile capire di cosa si tratta, anche se più difficile capirne l'utilità. Una digressione interrompe la narrazione della storia per dare modo allo scrittore di descrivere una scena, un ambiente, di migliorare la caratterizzazione del personaggio, ecc.

È quindi una pausa nel flusso della narrazione. Può creare attesa o introdurre semplicemente informazioni che l'autore ritiene importanti e che molti chiamano invece infodump.

I promessi sposi di Manzoni iniziano con una digressione

  Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.  

E quel romanzo vende ancora oggi.

Cornice narrativa o frame story

Una storia dentro la storia. Una cornice narrativa è un racconto che unisce i vari punti della storia o, meglio, i vari racconti della raccolta. Ricordiamo la figura di Scheherazade che introduceva le storie delle Mille e una notte. La storia di Scheherazade è una cornice narrativa. Nel romanzo sono l'incipit e il finale a essere considerati un frame story.

Un buon esempio di cornice narrativa si trova nella raccolta tematicaCarnevale edita da Edizioni XII: 12 storie ambientate a carnevale, con un racconto che fa appunto da frame story.

Esempi di cornici narrative si trovano nelle seguenti opere:

Le Mille e una notteDecameron di Giovanni BoccaccioRacconti di Canterbury di Geoffrey ChaucerManoscritto trovato a Saragozza di Jan Potocki


da pennablu.it

Tecniche di scritturaWhere stories live. Discover now