Tutti pazzi per Alice

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  • Dedicata a Alice
                                    

Alice aveva delle insicurezze, ma di una cosa era fermamente convinta: erano tutti pazzi. No, non leggermente instabili o appena squlibrati, erano proprio tutti dei pazzi furiosi. Le sembrava un po' tardi per accorgersene (a ventidue anni inoltrati pensava di aver superato le crisi adolescenziali da un pezzo), ma meglio tardi che mai. Adesso che aveva capito che erano tutti completamente matti avrebbe tenuto gli occhi aperti. O almeno ci avrebbe provato. Magari non troppo assiduamente, e nemmeno in maniera troppo convinta... Forse era pazza anche lei. Ma no, non poteva essere. La pazzia di tutte quelle persone era qualcosa che la assediava dall'esterno, non era niente che sentiva provenire da dentro. No, non era lei la pazza, lei casomai era qualcosa di peggio: era la pazzia stessa.

Sì, perché ad essere onesti, quelle "persone" tra loro avevano due cose in comune: erano tutti uomini, ed erano tutti pazzi per Alice. Ora, sempre per continuare sulla via dell'onesta, Alice non si era mai sentita una mangiatrice di uomini. Mangiava pasta, carciofi, sofficini Findus, carote tagliate a rondelle, saccottino al cioccolato a colazione (anche se il cioccolato le faceva schifo)... Insomma, uomini niente. Credeva fortemente che il cannibalismo fosse un tabù sociale. E sospettava anche che i cadaveri avessero un sapore disgustoso. Ma nonostante questo, quelli continuavano ad essere pazzi, pazzi e basta, e pazzi per lei.

A scanso di equivoci, Alice non era una santa. Non una cannibale pagana poliandrica mangiatrice di uomini, ma nemmeno Madre Teresa. Diciamo una via di mezzo tra la pagana poliandrica e Teresa. Più o meno.

Comunque, per capire gli squilibri profondi che Alice aveva portato nel già profondamente squilibrato universo maschile, lei stessa riteneva fosse conveniente cominciare da 0. In senso letterale, o meglio, numerico.

Numero 0 era stato un fidanzato quasi perfetto. Non potendo spiegare tecnicamente e pubblicamente quel quasi, basti sapere che non vide la coronazione del suo sogno d'amore con Alice. Dopo anni di amorevole e noiosa condivisione giornaliera di cosa fai? dove sei? che dici?, Alice aveva deciso di darci un taglio. In quel momento le era sembrata una grandissima idea. Numero 0 in realtà ci restò molto male, ma d'altronde essendo pazzo (come tutti quelli pazzi per Alice) a un certo punto rinunciò a qualsiasi speranza di riconquista. In pratica divenne un fantastico ex.

Prima di Numero 0 c'erano stati altri numeri, ma il calcolo scendeva in negativo, e per praticità e sintesi Alice pensava non fossero essenziali ai fini della sua analisi sul genere maschile. Numero 0 le sembrava un punto di partenza perfetto, come l'anno 0, inizio e fine di tutto. Già, esattamente: inizio e fine.

La rottura con Numero 0 avvenne d'estate... Momento propizio! Alice era intristita e scoraggiata, ma d'estate, si sapeva, anche i depressi, brutti, grassi e pieni di brufoli rimorchiavano qualcuno, male che andava una palma o un pinguino, e dal momento che Alice era bella, magra, fissata con la manicure e l'abbronzatura, galeotto fu Agosto! Oppure era Settembre, non se lo ricordava di preciso.

Fatto sta che prima di qualsiasi previsione entrò in scena Numero 1. Da bravo numero uno, Numero 1 era tutto quello che Numero 0 non era mai stato. Prima di tutto era un figo, ed era un fisioterapista. Senza un vero motivo, il fatto che fosse fisioterapista lo rendeva agli occhi di Alice ancora più figo. Poi era pieno di donne. Donne dappertutto. E questo dettaglio funzionava sulla psiche di Alice come il fatto che fosse fisioterapista (nota dell'autore: la mente femminile sarà trattata in un apposito volume monografico).

Numero 1 ebbe la strada più che spianata. Era pazzo per Alice, ma il tempo (straordinariamente breve) fece emergere l'amara verità: era pazzo e stronzo. Fu così che Alice capì che la pazzia del genere maschile poteva avere varie sfumature, e fu quasi attratta dal dato come fosse una straordinaria scoperta scientifica. Era profondamente convinta che lo fosse veramente, e lei era una piccola Madame Curie.

Numero 1 ci sapeva fare, eccome se ci sapeva fare, ma aveva un vizio terribile, tremendo, insopportabile. Si faceva vivo solo il giovedì. Tutti i santi giovedì alla stessa ora. Sembrava avesse una sveglia, o un promemoria sul telefono, o qualsiasi altra cosa. Era assurdo. Ogni giovedì alle 18:20, Numero 1 mandava un messaggio (ovviamente un messaggio da Numero 1). Fosse stato di sabato, o di domenica, Alice forse l'avrebbe sopportato. Non lo avrebbe di certo capito, ma sopportato sì. Il fatto che fosse proprio il giovedì la mandava in bestia.

Alice diceva di non volere una storia d'amore seria dopo Numero 0 (in realtà Numero 1 le sarebbe andato benissimo), ma tra il non essere seri ed essere un appuntamento settimanale dal dentista era convinta potesse esserci una via di mezzo. Ma il fatto del giovedì passò in secondo piano quando Numero 1 se ne uscì con una trovata migliore. Doveva andare in America, perché lui era un uomo di mondo. Bene, benissimo, aveva pensato Alice, vai in America, addio. Solo che Numero 1 doveva andare in America ogni fine settimana e poi non ci andava mai. In pratica ogni giovedì si dicevano addio (sempre alle 18:20), e il giovedì dopo lui non era ancora andato a fanculo a San Francisco o dove diavolo doveva andare. Il tutto non aveva una spiegazione logica o scientifica, se non quella per cui Numero 1 era pazzo, appunto, e stronzo. Alice decise di metterci una pietra sopra (la pietra più pesante della sua vita, anche se gli addominali scolpiti da fisioterapista ogni tanto riemergevano tra i suoi pensieri come squali all'orizzonte).

Alice credeva che Numero 1 fosse stato un caso estremo di persona fortemente instabile, un caso isolato, una perla rara, una cavia per psicanalisti e psicologi, uno di quelli che prima o poi nella vita avrebbe dovuto incontrare per capire come andava il mondo. Non poteva sbagliarsi più di così. Numero 1, come diceva il nome stesso, era solo il primo di una lunga, assurda, eterogenea serie di uomini pazzi (completamente pazzi) per Alice.

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