Pazzi col botto

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Alice guidava come un uomo, in senso buono. Perché se c'era un cosa che gli uomini sapevano fare era guidare (ma nemmeno tutti poi...)
Insomma, a Cesare quel che è di Cesare. Alice aveva una passione inspiegabile per le macchine ed una altrettanto inspiegabile per il calcio. Gli uomini di solito non erano mai troppo entusiasti della cosa (spiazza un uomo e te lo farai nemico), ma Alice non era disposta a livellarsi alla media femminile. E poi la cosa aveva dei risvolti pratici di non poco conto. Ad esempio, in caso d'incidente automobilistico, Alice a differenza della maggior parte delle ragazze della sua età avrebbe saputo compilare un cid (l'autore qui è talmente ignorante in materia che non sa nemmeno se si scrive così).Il destino volle sfruttare i talenti nascosti di Alice e pensò di farlo proprio con un incidente d'auto. Un incidente d'auto e Numero 8.

Nel parcheggio di un centro commerciale di periferia, Alice guidava serenamente ad una velocità massima di 20 km/h. Era alla ricerca di un parcheggio, invece trovò un pazzo. Per essere più precisi, un pazzo col botto.

Numero 8 doveva dare la precedenza, ma vuoi perché gli era morto l'insegnante di scuola guida, vuoi perché la segnaletica orizzontale era considerata street art di difficile comprensione, Numero 8 prese in pieno la fiancata della macchina di Alice. Fu troppo facile capire che era pazzo: pretendeva di avere ragione. Alla minaccia di chiamare i carabinieri, Alice lo fece riflettere sul fatto che probabilmente i carabinieri gli avrebbero fatto pure la multa, perché era in torto marcio. Scartata l'idea dei carabinieri, si passò al cid. Ma Numero 8 era talmente agitato che Alice provava ansia solo a parlarci. Propose perciò di darsi una bella calmata, potevano entrare nel centro commerciale, sedersi al tavolino di un bar, prendere una bella camomilla e tanti respiri e compilare il cid. Dolce, cara, tenera e ingenua Alice...

Numero 8, seduto al tavolino di quel bar, si rilassò talmente tanto da dimenticare che solo dieci minuti prima aveva tirato giù tutti i santi del calendario, e cominciò a prodigarsi in sorrisi e complimenti. Dato che Alice di pazzi aveva un'esperienza notevole, studiò rapidamente il caso umano che aveva davanti. Intanto, non era un granché, ed era sotto il metro e novanta (gli uomini sotto il metro e novanta per Alice erano fuori concorso). Ma era simpatico, e anche se sull'altezza non ci si poteva lavorare sull'aspetto forse... No, era decisamente una bellezza di ceramica (un cesso).

E poi era sposato, aveva una fede d'oro all'anulare alta quasi un centimetro. E un figlio di sei mesi. Alice provò a farlo focalizzare sulla propria condizione chiedendo se avesse avvertito sua moglie, come si chiamava il bambino, quanto era potente l'amore che teneva unita quella famiglia... Potente un corno. Numero 8 era un quarantenne frustrato che aveva sposato una tizia dopo un anno di fidanzamento per paura di restare scapolo a vita (paura fondatissima; la moglie, poverina, doveva essere una pazza o una bellezza di ceramica anche lei).

Comunque, Numero 8 entrò in libreria e comprò un libro da regalare ad Alice, libro dal titolo, a suo dire, estremamente significativo (non posso fornire ulteriori dettagli, rischio la querela). Alice a quel punto provò a darsi alla fuga, ma ahimè, le auto incidentate erano una accanto all'altra. E fu lì nel momento dei saluti che Numero 8, senza remore, si mostrò per il pazzo col botto che realmente era. Entrò in macchina e stese il sedile. Esatto, signori e signore, stese il sedile.

Alice a questo punto si sentiva stupida ad essersi stupita di una proposta onesta come quella di Numero 6... Almeno quello aveva avuto la decenza di offrirle dei soldi. Guardò Numero 8 allibita.

<<Che fai te ne vai?>>, disse lui.

Me ne vado è un eufemismo, pensò Alice, scappo proprio.

E per quella assurda usanza che voleva ci si salutasse con due baci sulle guance, Alice si ritrovò costretta ad una vicinanza terribile. Lui provò a baciarla in bocca, lei non aveva mai provato tanto ribrezzo in vita sua. Gli uomini le facevano schifo, erano una massa informe di testosteroni confusi e su di giri. Alice prese in seria considerazione l'ipotesi di tentare con l'omosessualità. Schivò il bacio di Numero 8 e se ne andò. Solo un istante dopo si rese conto che sul cid c'erano tutti i suoi dati. Merda. Numero 8 la chiamò cinque minuti dopo.

<<Volevo spiegarti il mio gesto. Credevo ci fosse del feeling, tra noi>>

Feeling? Compilare un cid al bar adesso era avere del feeling? Moglie e figlio di sei mesi a casa, ma per favore.

Le chiese se si sarebbero potuti vedere. Alice di solito era molto educata, ma questa pazzia superava ogni limite. Riassumendo, gli disse che era meglio se la lasciava stare. Gli conveniva non richiamare. E fu così che anche Numero 8 finì nella lista di dati cui attingere per la ricerca.

Morale della storia? Lasciate perdere la macchina. Andate a piedi.

Tutti pazzi per AliceWhere stories live. Discover now