Pazzi periodici e pazzi bis

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Numero 2 era un numero periodico, nel senso che era un pazzo che periodicamente provava a fare breccia nel cuore di Alice, con risultati praticamente nulli. Numero 2 periodico, a parte il fatto che fosse periodico, era uno sfigato clamoroso. Era, a suo dire, laureato, e Alice si vedeva costretta a credere alla cosa solo perché il giorno della laurea era stata presente sul luogo per una pura casualità. Dopo il successo universitario, il trentenne Numero 2 periodico invece di cercare di fare qualcosa di produttivo nella vita frequentava ancora la facoltà. Perché? Ovviamente perché era pazzo.

Scoperta la rottura di Alice con Numero 0 e ignaro della breve parentesi di Numero 1, Numero 2 periodico sentiva di avere qualche possibilità. Alla solita domanda (perché?) la solita risposta (era pazzo).

Numero 2 periodico cominciò a proporre caffè ad Alice ogni dieci minuti. Ora, tutti quelli che conoscevano Alice anche solo di sfuggita erano a conoscenza di un dettaglio: lei non beveva caffè (e quelli che la conoscevano meglio sapevano anche che odiava la cioccolata ma la mangiava lo stesso, e girava la spremuta d'arancia con il cucchiaino anche se non ci aveva messo lo zucchero, e faceva freddare il ginseng prima di berlo perché sicuramente aveva qualcosa di cui parlare).

Numero 2 periodico, colmo di un ispiegabile amor proprio, era il tipo di pazzo a cui si poteva raccontare per dieci volte consecutive la vacanza a Formentera per poi aspettarsi una domanda del tipo: <<Allora, com'è andata a Formentera?>>

Inspiegabile. Pazzo, periodico e inspiegabile. Non gliene fregava niente della tua vacanza a Formentera, o che ti fosse morto il gatto o che non bevevi caffè. Voleva solo che una povera sfigata ci cascasse. Pazzi sì, ma periodici no. Alice declinò inviti per mesi (ancora adesso li declina, Numero 2 periodico è un tipo tenace).

L'università in effetti era un posto pieno di pazzi da inserire nel progetto di ricerca scientifica sul genere maschile, ma luogo di gran lunga più fruttuoso fu la palestra. Alice andava in palestra tre volte a settimana, e forse era una delle poche persone al mondo che ci andava proprio per andarci, non per rimorchiare. Ma Numero 3 era in agguato in sala pesi. 

Numero 3 aveva due problemi insormontabili (anzi tre, se si considera anche  la pazzia): era fidanzato, ed era amico di Numero 0. Piccolo il mondo, pensò Alice notando quanto fosse figo Numero 3. Era disposta a rinunciare, ma le sue rinunce cos'erano in un mondo di pazzi sclerati?

Dopo che Alice ebbe lavorato su se stessa per non sciogliersi ogni volta che vedeva Numero 3 in tutina fitness, fu lui a provarci. Non fu la fidanzata a fermare Alice, e nemmeno l'amicizia che intercorreva tra Numero 3 e Numero 0. Fu la pazzia espressa in tutina fitness. In fondo c'era un limite a tutto.

Di minore importanza, ma pur sempre degno di nota, fu Numero 3bis. Non fu così pazzo da meritarsi un numero tutto suo, in fin dei conti, ma fu di gran lunga uno degli esemplari più interessanti. Numero 3bis era un personal trainer e avrebbe voluto aggiungere volentieri Alice al suo harem di cinquantenni arrapate. Alice aveva ventidue anni e viveva abbastanza serenamente la sua sessualità, perciò decise di passare. Ma Numero 3bis provò comunque a portarsela a casa con una scusa becera. 

Sembrava gli si fosse rotta la macchina, e diede dettagli sull'ubicazione della sua abitazione solo per sentirsi dire da Alice: prendi la metro. Con la metro, finì il tentativo goliardico di Numero3bis. Qualche giorno dopo Alice lo sentì parlare di fondoschiena maschili con un altro personal trainer. Perchè? Era pazzo e bisessuale, da qui il nome (Numero 3BIS).

Pazzi periodici e pazzi bis fecero riflettere molto Alice, ma purtroppo non la portarono ad alcuna conclusione. Era difficile comprendere appieno certi livelli di pazzia, ma forse un'intuizione stava portando Alice sempre più vicina alla verità. Quelli non erano pazzi di lei, ma erano pazzi per lei. Era una missione salvifica, la sua. Qualcuno le stava mandando contro un'orda di pazzi svitati da dover gestire. Si trattava di una vera e propria crociata. Alice vestì la croce rosse (da crociato, non da infermierina) e interrogò il cielo sul perché di questa piaga. Ai pazzi, avrebbe di gran lunga preferito le locuste.

Tutti pazzi per AliceWhere stories live. Discover now