Pazzi nel paese delle meraviglie

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Alice non era quella Alice, quella del paese delle meraviglie. Nella sua vita non c'erano bianconigli, stregatti, regine di cuori, o cappellai matti (almeno quelli, di matti, se li era risparmiati). Ma ebbe una crisi di identità quando si imbatté in Pinco Panco e Panco Pinco. Panico: forse quella Alice nel paese delle meraviglie era proprio lei. Ma in Pinco Panco e Panco Pinco non vide nulla di meraviglioso, se non una meravigliosa pazzia. 

Addentratasi in terra straniera alla ricerca di segnale per fare una telefonata, Alice tutto poteva pensare meno che di imbattersi in Numero 12 e Numero 13, ovvero Pinco Panco e Panco Pinco. O Panco Pinco e Pinco Panco. Comunque si voleva chiamarli, due pazzi a prima vista intercambiabili. 

La loro pazzia fu ben presto svelata da un primo dettaglio: Pinco Panco e Panco Pinco non si conoscevano. Non si erano mai visti in vita loro, si erano incontrati un istante prima che Alice passasse di lì. Che fortuna, pensò Alice, i pazzi si riuniscono in mio onore!

Adesso, potrà sembrare strano a delle persone sane di mente che due incontratesi da due minuti fossero tanto affiatati tra loro, ma Pinco Panco e Panco Pinco si comportavano esattamente come se fossero nati, cresciuti e impazziti insieme. Era l'apoteosi del germe della pazzia: pazzi nel paese delle meraviglie. Forse, Alice lo sospettava, i funghetti allucinogeni giocavano un ruolo anche in questa particolare variante della storia...

Quello dei due che per convenzione venne identificato da Alice con Panco Pinco (Numero 13), fu una meteora, grazie al cielo. Lì per lì fu abbastanza pazzo e abbastanza marpione, ma poi si dissolse. O la regina di cuori gli tagliò la testa. O cadde nella tana del bianconiglio. O morì di allergia al pelo dello stregatto. Fate voi. Il vero gioiello del paese delle meraviglie fu il superstite Pinco Panco. 

Pinco Panco, dopo il primo improbabile incontro in cui era riuscito ad adescare Alice neanche stesse lavorando per la Tim e ci fosse una nuova offerta, riapparve puntualmente ogni santo giorno nello stesso posto. Forse aveva un legame magico con quel luogo, ma Alice sperava vivamente per lui che non fosse così, dal momento che il suo territorio coincideva con l'area antistante le porte dei bagni. Non esattamente un regno di cui vantarsi, ma con i pazzi non si poteva mai dire.

L'intrepido, coraggioso, pazzo e a questo punto orfano di Panco Pinco, Pinco Panco, regalò ad Alice una di quelle frasi da rimorchio epiche. Riassumendo, la conversazione andò più o meno così.

<<Non guardarmi male>>, disse Alice, dopo un'occhiataccia di Pinco Panco (piccola divulgazione: Pinco Panco aveva uno sguardo alla Jack Nicholson piuttosto inquietante).

<<Non ti guardo male. Ti guardassero tutti come ti guardo io...>>

Alice accolse la frase da Bacio Perugina con un minuto di silenzio. Lutto per il vero romanticismo, il giorno seguente Alice si sarebbe vestita di nero. Ma la regina non poteva tagliare la testa anche a Pinco Panco? 

Ma non fu tutto. Pinco Panco era ostinato a fare breccia nel cuore di Alice, o l'autore qui ipotizza anche che, venuto a conoscenza di questo epico racconto, Pinco Panco voleva a tutti i costi avere un capitolo tutto per sé, un'esclusiva per rubare la scena al Power Ranger (ambizioso, Pinco! Eccoti accontentato!).

Ebbene, caro Power, o caro Ranger, Pinco Panco aveva un'asso nella manica che nemmeno un difensore intergalattico avrebbe potuto prevedere. Persino Alice, abituata ormai ad ogni grado di pazzia, restò di sasso. Alla tenera età di anni 22, Pinco Panco aveva generato un baby Pinco Panchino. Perché? Ovviamente perché era pazzo. D'accordo che i baby Pinco Panchini capitassero, ma Pinco Panco lo aveva proprio voluto (e poi ovviamente aveva rotto con la progenitrice di Pinco Panchino). Alice fece ciao con la manina e cambiò strada (ma perché poi doveva essere sempre lei a cambiare strada?).

Dopo l'avventura con Pinco Panco, Panco Pinco, baby Pinco Panchino, regina di cuori e compagnia, Alice ebbe molto su cui riflettere. Forse non era lei quella Alice del paese delle meraviglie, ma sicuramente un'eredità di quell'universo parallelo la toccava. Quel motto, quel SIAMO TUTTI PAZZI QUI, così simpatico e strampalato nel paese delle meraviglie, trasportato in un posto che di meraviglioso non aveva proprio un bel niente (la realtà) suonava come una condanna. 

Sì, erano tutti pazzi. Ma no, quella Alice non era lei... Un momento, era un brucaliffo quello? Ah no, solo il Power Ranger senza divisa spaziale (perdeva decisamente di fascino).

Tutti pazzi per AliceWhere stories live. Discover now