Pazzi più pazzi

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C'era una particolare categoria di pazzi di cui Alice aveva sempre ignorato l'esistenza: i pazzi più pazzi del mondo.

I pazzi più pazzi del mondo in circolazione erano molti, ma l'unico capace di meritarsi di entrare nella classificazione numerica fu lui: Numero 14.

Numero 14 era uno spilungone con la testa ovale e gli occhi a palla (una vera bellezza, in pratica). Sosteneva di fare qualcosa di produttivo nella vita, ma... era pazzo. Ergo, non attendibile.

Assodato ormai che Alice fosse una calamita formato persona per detta categoria di soggetti, Numero 14 non riuscì ad evitare il richiamo magnetico. Chi era costui in fondo per infrangere le regole d'attrazione della materia?

Dopo un contatto ravvicinato dovuto alla contingenza di essersi ritrovati nello stesso antro universitario per lo stesso motivo (studio), Alice e Numero 14 condivisero una bevuta di succhi di frutta, un'assurda conversazione sui tatuaggi biomeccanici e una ancora più assurda sui manuali didattici. Esito del tutto oltremodo prevedibile: Numero 14 prese parte del progetto di ricerca sulla pazzia del genere maschile, specie umana.

La pazzia in realtà si rivelò solo dopo. Capitata non intenzionalmente nel fatidico antro universitario, Alice, forte dell'amicizia appena sbocciata con Numero 14, prese posto nelle vicinanze del soggetto in questione. In tutta risposta, Numero 14 senza dire una sola parola si alzò e se ne andò dall'altra parte della stanza, all'angolo, da solo, tipo... pazzo.

Alice lì per lì ci restò quasi male, ma riflettendo a mente lucida capì di essersi ritrovata semplicemente di fronte ad un nuovo stadio di pazzia. Perfetto, stavolta ci avrebbe messo una pietra sopra in partenza. Solo che le riflessioni di Alice, le sue pietre, le sue (dis)avventure e le sue teorizzazioni quasi scientifiche nulla poterono contro il destino: Numero 14 era in agguato in un locale dove nemmeno con un appuntamento stabilito ci si sarebbe potuti trovare.

Da bravo pazzo più pazzo del mondo, Numero 14 indossava una maglietta così improbabile che Alice pensò seriamente fosse autofabbricata. Nessun negozio di vestiti avrebbe mai osato vendere un capo d'abbigliamento del genere, e Numero 14 sembrava abbastanza pazzo da poter essere anche un pazzo sarto. Nonostante il look psichedelico ed improbabile (e le luci soffuse secondo Alice rendevano comunque meno orribile quella maglia di quanto realmente fosse), Numero 14 si avvicinò cautamente e tentò una spiegazione per il comportamento adottato nell'incontro precedente. Alice ormai aveva le idee piuttosto chiare e sapeva che c'era una sola categoria peggiore di quella dei pazzi, ed erano i pazzi che tentavano di spiegarsi.

La storiella che Numero 14 rifilò a sua discolpa però era carina. Reduce da una recente rottura di coppia, Numero 14 si era tenuto volontariamente a debita distanza da Alice per non farsi vedere in nuova compagnia da amiche, sorelle e cugine della ex. Sì, signori e signore, Numero 14 si era fatto un bel film (nuova compagnia?) e aveva fatto i conti senza l'oste.

Alice aveva solo bisogno di un posto tranquillo dove poter studiare, invece ottenne un nuovo pazzo da aggiungere al progetto di ricerca (e chi lo avrebbe mai detto?).

E qualcosa le diceva che il lungo errare nei meandri delle follie di quella specie di universo quale era quello maschile stava per giungere al termine. Sentiva che il teorema stava per emergere da solo dalle sperimentazioni, la formula chimica aleggiava incompiuta nell'aria in attesa dell'intuizione finale. Nel frattempo catalogò Numero 14 come pazzo più pazzo del mondo. Pazzo sarto le sembrava offensivo. Per i sarti.

Tutti pazzi per AliceWhere stories live. Discover now