'La teoria dei limiti (da applicarsi all'amore)' di AniasolaryEfp

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Titolo: La teoria dei limiti (da applicarsi all'amore)

Autore: AniasolaryEfp

Genere: Storie d'amore

Sottogenere: Drammatico

Trama:

La trama ruota attorno al protagonista, Sebastiaõ, un professore di matematica alle prese con una parte di sé che cerca di nascondere a tutti, soprattutto alla premurosa e comprensiva madre. Scopre di essere omosessuale e cerca di celarlo al meglio, sia per se stesso, sia per la madre che per la buona riuscita della sua carriera.

Infatti, solo al compimento dei diciotto anni viene a sapere del suo orientamento, ma cerca di reprimere questo suo particolare per tutti quegli anni che accompagnano la sua crescita, fino al raggiungimento dei trent'anni, quando non ritrova un ragazzo nudo e abbandonato sulla spiaggia, in condizioni gravissime. Questo incontro scatena in lui la stessa reazione e lo stesso sentimento riscoperto durante la gioventù. Da lì in poi sarà una successione di emozioni e sentimenti nei quali il protagonista si crogiolerà.

1. Correttezza grammaticale:

- Punteggiatura. Non ci sono grandi o gravi refusi con la punteggiatura in generale, semplicemente alcune virgole mancate laddove sarebbero necessarie sia per fluidità della narrazione che per donare un certo ritmo a ciò che viene scritto o letto.

Ti indichiamo, in breve, i maggiori errori riscontrati. Esempi:

- (Parte prima) [...] culto mistico che abbraccia la pietà della religione cristiana, dal tempo in cui gli schiavi africani venivano deportati [...] → culto mistico che abbraccia la pietà della religione cristiana dal tempo in cui gli schiavi africani venivano deportati. La virgola qui non ci vuole, perché la frase è continuativa. Non si parla di altro, ma finisce di spiegare cos'è la Macumba e quando questo tipo di culto è stato iniziato.

- (Parte prima) "Quando uscirai di qui potrai raccontare quello che vuoi," mormorò, caldo il suo respiro. "E potrai dimenticarti di me." → Se metti la virgola dopo "vuoi" la maiuscola non è necessaria nella "E", perché stai concludendo una stessa frase.

- «[...] Ti ha salvato lei,» precisai → la virgola, posizionata in quel punto risulta essere un poco superflua, perché la frase pronunciata non viene continuata successivamente, ma si interrompe lì. Nonostante questo tipo di punteggiatura si possa trovare anche il libri cartacei, se l'intento dell'interpunzione è quello di dare un attimo di pausa, sarebbe più corretto metterlo immediatamente dopo i caporali o le virgolette; ma si tratta di gusti, per cui il tuo utilizzo non può essere considerato scorretto.

- (Parte Seconda) Era piena notte, dormivo; di sasso, perché mi svegliai nel bel mezzo d'un sogno... → Era piena notte, dormivo di sasso, perché mi svegliai nel bel mezzo d'un sogno...

Non mi ha mai capito nemmeno stanotte. → Non mi ha mai capito, nemmeno stanotte.

- Verbi. Questo forse è il tasto più dolente della storia. Nella prima parte, almeno, ci sono dei grandi refusi con i tempi verbali, ma questo succede perché la focalizzazione temporale della narrazione cambia da frase a frase: alle volte il personaggio vive ciò che viene narrato, diventando parte integrante della storia, mentre capita anche che il personaggio, a distanza di tempo rispetto a quello che viene detto, racconta con le sue parole ciò che succedeva, diventando egli stesso narratore e raccontando la sua storia come dall'esterno.

Queste piccole sfasature tra i tempi, sono stati fonte di confusione per noi, in quanto infastidivano anche la lettura.

Ti consigliamo, di conseguenza, di uniformare bene uno stile e scegliere di portare avanti unicamente quello, per permettere alla lettura di scorrere ben fluida, oltre che più accattivante. O, quantomeno, utilizzare meno questi cambi di focalizzazione e limitare quelli dei tempi verbali, e se si vuole proprio riportare un ricordo, allora converrebbe evidenziarlo col corsivo o porlo tra virgolette.

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