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Lowe si schiarì la voce. «La sera che siamo entrati nel locale, Coffey e gli altri erano già ubriachi e la discussione aveva preso una brutta piega. Ci siamo seduti al tavolo con loro. "Non credete" diceva Coffey. "Non credete, altro che sposarvi. Quelle due sorelle vogliono solo scampare alla miseria". C'era anche un bianco con loro, un ufficiale americano. Aveva l'aria di divertirsi un mondo. Uno dei due neri era enorme. Parlava uno strano slang del sud e beveva vino da un boccale di birra.»
«Faceva paura» disse Stone.
«L'altro era più piccolo, ma faceva paura anche lui. Se ne stava tutto cupo, in silenzio, smontava una pistola, una Beretta. Lucidava le parti di quella pistola, e ogni tanto alzava la testa.
«Quando il cameriere è passato per i nostri ordini, s'è chinato su di me e ha bisbigliato: "Quello lì, il vostro amico. Li sta facendo incazzare, ma che problemi ha?" Si riferiva a Coffey. Coffey aveva il viso rosso, guardava il bicchiere e diceva: "Voi non li conoscete gli italiani, ma io sì. Non sono veri soldati, non conoscono la disciplina, gli uomini. E le donne sono anche peggio". Ha sollevato la testa, ha fatto il giro del tavolo con lo sguardo. "Le donne tradiscono tutte in tempo di guerra, ma le italiane di più." Al che quello enorme s'è alzato.»
«Giuro, faceva ombra» disse Stone.
«S'è preso il pacco in mano e ha sputato qualcosa riguardo a certe differenze fisiche tra inglesi e afroamericani, proprio in quel punto. Nessuno se l'è sentita di contraddirlo, il loro ufficiale ridendo gli fa: "Rinfodera il tuo cannone, Abraham".»
«Come si fa a preferire un negro a un inglese?» disse Nat. «Italiane stupide ingrate.»
«Mi sembra di risentire il vecchio Coffey, eh James?» disse Stone.
Lowe sorrise. «La cosa è andata avanti per un po'. Quello grosso continuava a chiedere a Coffey di uscire, ma l'ufficiale lo afferrava e gli diceva di star calmo, dopodiché riempiva il bicchiere a Coffey e lo ammoniva: "E lascia in pace il mio negro, che lui si deve sposare", e la storia ricominciava.»
«Finché Coffey l'ha sparata grossa» disse Stone.
«Già» disse Lowe. «Coffey a un certo punto si alza e dice: "Scommetto ciò che ho di più caro che per soldi quelle due andrebbero pure con dei crucchi". Sul locale era calata una quiete pericolosa, negli altri tavoli la gente s'era girata. Il bestione ha fatto per saltare, ed è allora che il piccoletto ha aperto bocca per la prima volta. "Boet" gli ha gridato, poi l'ha fissato. L'ha rimesso a sedere con lo sguardo, ha adocchiato Coffey e ha detto: "Ciò che ha di più caro, sergente?" Gli puntava un pezzo di canna della Beretta. Sono rimasti a guardarsi per quasi un minuto, nessuno voleva tirarsi indietro.»
«E così è partita la scommessa» disse Stone.


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