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«Cose che si rompevano, urla che infuriavano» spiegò il sergente. «Da fuori sentivamo tutto. "Basta così!" ha detto Brown a un certo punto. Voleva entrare e fermare i suoi soldati. L'ho preso per il colletto e gli ho fatto: "Fermo lì, qui non si muove nessuno", lui ha spalancato gli occhi. "Cristo santo" gli ho detto, "è la cosa migliore che mi sia capitata in questo schifo di guerra, brutto sudista del cazzo."»
Tutti fissammo il sergente a bocca aperta.
Stone tirò su col naso. «Beh» disse, «e lui s'è rimesso a cuccia.»
Qualcuno gridò: «Viva l'Inghilterra, viva la Regina!»
«Sempre viva» disse Stone. «Santa donna.»
«Il piccoletto» sorrise Lowe, «si era lanciato sul compagno. Maometto si arrampicava sulla montagna, voleva sventrarla. E le due donne a urlare: "Lo ucciderà! Lo ucciderà!" Il bestione, impacciato dalla maschera, mulinava le braccia, pareva voler abbattere quel poco che era rimasto del palazzo.»
Stone disse, cupo: «Poi alla maggiore è venuta un'idea, e ha afferrato il grammofono.»
Sospirammo tutti.
«Coffey ha provato a fermarla» disse Lowe, «ma è inciampata, e il grammofono, sulla scia dei Carmina Burana, ha sorvolato gli Standartenführer come una cometa, fracassandosi sulla testa di Dora.»
Hugh squittì.


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