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«Nel vedere la pistola ci siamo spaventati tutti» disse Lowe. «Coffey s'è messo in mezzo, ha guardato le tipe e ha detto: "Ecco, vi lamentate e succede questo". Fiorella, quella grande, gli ha mostrato il medio. "Siamo promesse spose" ha detto, aggiungendo che mai e poi mai si sarebbero date a dei tedeschi.»
«Italiane oneste?» disse Nat. «Incredibile.»
Stone disse: «La più piccola però non era di quel partito.» Tese il braccio, e mimò un gesto osceno con la mano.
Tutti scoppiammo a ridere.
«Volevo ben dire» disse Nat.
Lowe disse: «S'è rivolta alla maggiore, le ha fatto: "Fiorè, ma come sei noiosa, sempre". Sotto il suo sguardo esterrefatto, ha sculettato fino al negretto, badate, il suo vero compagno. "Ma che occhi grandi che hai" gli ha fatto, accarezzandolo sulla maschera. Poi gli ha sottratto la pistola. "Dora!" ha strillato l'altra, ma lei gliel'ha girata contro. "È la guerra, Fiorè", ha detto, e ha finto di sparare. "Bang, bang. In guerra, niente prigionieri". Il bestione, dall'altra parte della stanza, sudava anche dalla maschera. Dora è tornata da lui, l'ha tirato per la manica e gli ha fatto: "Hans, Raus! Che ti mostro la farfalla più bella della collezione".
«E così Dora, la pistola e il gigantesco Standartenführer sono spariti in camera da letto.»
«Cristo. Santo. Signore» disse Nat.
«Tra l'altro» disse Stone, «credo che il bestione fosse Joseph, non Hans.»


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