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«L'impasse è durato più di un quarto d'ora» disse Lowe. «Io, Coffey e Fiorella tenevamo d'occhio il piccoletto, che girava in tondo come uno squalo. La musica suonava ancora, ma nessuno stava ascoltando. Fiorella, sul divano, s'era accesa una sigaretta. Dopo un po' l'ha schiacciata nel posacenere e ha fatto: "Ma che gli prende a questo crucco?" Il piccolo l'ha fulminata con lo sguardo. Ha fatto per levarsi la maschera, ma Coffey gli è saltato addosso. "Non dica quella parola" ha gridato a Fiorella, ma anche lei era balzata in piedi. "Un attimo" ha detto, e ha spinto Coffey da una parte. S'è coperta la bocca. "Ma questo tedesco è negro!". Io ho fissato Coffey, non sapevo che pesci pigliare. E lui, giuro su Dio, con una faccia di bronzo che non dimenticherò mai ha detto: "E allora?"
«"E allora?" ha detto Fiorella. "E allora..." ma s'è bloccata, sfarfallando gli occhi. In quel momento, la porta della camera è come esplosa. Dora, la sorellina, è apparsa sulla soglia, tutta spettinata e con un sorriso da orecchio a orecchio. "Hans" ha sussurrato. "È negro. Sotto."»
«È negro. Sotto» ripeté Stone, asciugandosi le lacrime.
«Alle sue spalle, quello che chiamava Hans ma che in realtà doveva essere Joseph stava allacciandosi i pantaloni. Ha alzato la testa, portava ancora la maschera.»
«E poi?» disse timidamente Hugh.
«Poi, ragazzo, è stato l'inferno» disse Stone.


Così fan tutteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora