Quanto sei bella, San Domino

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Finalmente, pace.

Nelle mie condizioni attuali non saprei quantificare il tempo: è quasi un concetto astratto, che non mi appartiene più. Nonostante questo, provo comunque a lasciarmi guidare dall'istinto e mi rendo conto che ne deve essere passato molto, prima che io arrivassi a questa condizione di totale tranquillità. Tensione, silenzio, urla, spari, ancora urla, spari. In questo momento sono totalmente preso dai miei pensieri e, nel frattempo, non mi sono reso conto del fatto che una persona, un uomo, è entrato nella mia stanza. Me ne accorgo nel momento in cui la mia mano, immobile, entra in contatto con la sua. La sua stretta è un misto di frustrazione e rabbia, ma anche forza e voglia di vivere. E mentre osservo lui e il mio corpo inerme, dall'alto, non riesco a fare a meno di assorbire esclusivamente le sensazioni positive e sorridere. A quel punto, mi guardo intorno e noto la presenza di altre entità simili a me e mi accorgo una differenza sostanziale: al contrario di me, i loro volti sono tutti uguali, incapaci di modellare una qualsiasi espressione. Questo, mi fa capire che non è ancora arrivato il mio momento.

Mi avvicino con cautela al mio letto, come se il giovane uomo potesse sentirmi e, curioso, cerco di capire cosa mi sta dicendo. La sua voce è sommessa, dal suo tono traspare senso di colpa nei miei confronti e la cosa mi mette tristezza, ma non è questo a colpirmi. Tra le infinite emozioni che provo in quell'istante, a riprova del fatto che sono ancora vivo, ce n'è una che mi arriva forte e chiara, tanto da far tremare i miei lineamenti privi di consistenza: l'amore. Più lo guardo, più glielo sento addosso e più lo ascolto, più mi arriva dritto e mi travolge, come un mancino in pieno volto. E proprio in quell'istante, accade qualcosa.

Tre mesi fa, Isola di San Domino

Quanto sei bella, San Domino?? Mi chiedo continuamente da quando ti ho incontrata. Il mio innamoramento nei tuoi confronti non è certo stato un colpo di fulmine, tutt'altro. All'inizio quasi ti odiavo, perché simbolo di una punizione che non meritavo e non merito. Ma poi conoscerti a fondo, veramente, è stato fantastico. Ho imparato a guardarti con occhi diversi, a riconoscere ogni piccola insenatura del tuo corpo, ogni leggera onda all'apparenza nascosta, impercettibile, ma reale. E sai qual è una delle cose che più amo di te? Il fatto che non mi giudichi, non l'hai mai fatto. Anche quando io lo facevo con te senza nemmeno averti dato la possibilità di conoscerti. Ma tu hai avuto pazienza, hai aspettato senza pretendere niente d a me e, ora, da strega cattiva ti sei trasformata in principessa. Anzi: in regina!

Ti va di essere la mia regina?

A volte, quando sono giù di morale, l'unica cosa che mi dona sollievo è il poterti guardare, senza limite di tempo. Mi siedo in riva al mare, ti osservo per un po' e il sorriso ritorna naturalmente. E tu non mi chiedi mai nulla in cambio! Perciò, non posso che ringraziarti, perché l'enorme vuoto di affetto che provo dal giorno in cui sono stato costretto a lasciare la mia vita, i miei affetti, è sopportabile solo grazie a te.

Non so se qualcuno leggerà mai questa lettera, ma voglio comunque concluderla con una battuta forse amara ma che, allo stesso tempo, è un omaggio a te. A te che mi hai ospitato senza pretese e mi hai reso felice, nonostante tutto. Anche se sono un "pederasta", sei la donna più bella che abbia mai incontrato!

Con affetto, tuo Michele.

«Ha mosso la mano! Dottore!» la mia parte evanescente si sta lentamente dissolvendo, ma faccio ancora in tempo a vedere il ragazzo dai capelli color miele balzare in piedi e uscire dalla mia stanza. Poi, alcuni istanti di profondo silenzio, prima di risentire la sua voce. «Mi ha stretto la mano, dottore! Si sta svegliando?» vedo il suo interlocutore guardarlo in modo apparentemente neutro, ma riesco comunque a cogliere un velo di speranza nel suo sguardo. Sono due le cose che ricordo, prima di scomparire del tutto e fare ritorno nella mia parte umana: da una parte, una folta chioma grigia e il lungo camice bianco; dall'altra, il viso del mio angelo custode, rigato da lacrime di felicità.

Cuore al buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora