Capitolo 7.

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Il pomeriggio è passato in fretta tra risate, battute e file di clienti talvolta interminabili. 

Dom ci è stato di grande aiuto soprattutto quando una signora ha richiesto un servizio di piatti il cui peso corrispondeva al triplo del mio.

Sono le dieci e l'ultima cliente se ne è appena andata. Mia madre l'accompagna verso l'uscita e chiude la porta.

Io e Dom nel frattempo ci rechiamo nello studio, prendiamo i nostri cappotti e torniamo verso l'ingresso. 

<Prima di andarvene, posso fare qualche domanda a Domenico?> chiede mia madre.

<Dom, solo Dom. Comunque si> risponde lui infilandosi la giacca dell'abito.

<Solo due domande ed un avvertimento. Domanda numero uno: quanti anni hai? Domanda numero due: Che lavoro fai e in cosa sei laureato? Prova a far del male a mia figlia e credo che farai a meno di vantarti di essere un uomo> dice lei cercando di fare il tono minaccioso.

Fa ridere entrambi vederla così. Mentre ridiamo ci mettiamo i cappotti pronti per uscire.

<Mamma sono tre domande comunque> dico io continuando a ridere.

<Non importa dai. Allora ho ventisette anni, sono laureato in giurisprudenza e lavoro presso lo studio legale di mio zio.> risponde lui tranquillamente.

<Bene bene. Mi sei simpatico ma ricordati l'avvertimento.> ribatte lei sempre con tono serio.

<Mamma non riesci a spaventare nemmeno un bambino con quel tono, lo sai vero?>

<Lo so ma credo che il messaggio il ragazzo l'abbia percepito.> dice lei.

<Oh sisi, l'ho recepito eccome> risponde Dom cercando di tornare serio.

Dopo di ché apro la porta e usciamo dal negozio.

<Tua madre è molto simpatica, specialmente quando cerca di intimidire le persone>dice lui non appena fuori.

<Cerca di fare quello che dovrebbe fare mio padre ma non sempre ci riesce> rispondo io sorridendo.

Arriviamo alla fine della strada e vedo lui incamminarsi verso destra mentre io devo andare a sinistra.

<Sei in macchina?> mi chiede grattandosi la nuca.

<No, stamattina serviva a Giorgia quindi sono venuta a piedi.>

<Vieni con me. Ho parcheggiato qui vicino> dice lui.

<Un altro ordine?> chiedo io incrociando le braccia al petto.

<Tanto poi finisci per fare quello che dico io> risponde lui. Presuntuoso.

<Ah è così? Bene, arrivederci Dom e buona serata> rispondo io iniziando a camminare senza voltarmi indietro.

<Buona serata anche a te Sofia.> ribatte lui.

Avanzo di qualche passo. Mi volto e noti ha to che lui è andato via. Ed io che speravo che dopo il pomeriggio trascorso facesse meno lo stronzo. Fa un freddo micidiale e lui, anziché chiedermi gentilmente se volessi un passaggio, dice solo "vieni con me" ed aggiunge un "tanto finisci per fare quello che dico io". Lo fa apposta. Lo fa per provocarmi. Non lo sopporto. Ora devo camminare per mezz'ora al freddo per colpa sua e per colpa di Giorgia che proprio oggi doveva prendere la macchina.

Lui può essere anche stronzo ma nemmeno tu scherzi eh. Non ti ha obbligata ad andare con lui. Ti ha semplicemente detto di andare con lui a mo di domanda. È stato gentile. 

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