Capitolo 9.

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Decido di farmi la doccia e dopo quasi mezz'ora esco dal mio bagno privato con addosso solo un asciugamano avvolto al corpo e uno che racchiude i miei capelli.

Mi dirigo spedita verso la cassettiera posta a destra della porta del bagno, prendo l'intimo e proprio quando sto per slacciarmi l'asciugamano per vestirmi sento un rumore provenire dietro di me.

<Hey piccola, a meno che questo non sia un chiaro invito a voler fare qualcosa con me, ti conviene andarti a vestire in bagno. Se rimani qui non sarò responsabile delle mie azioni> dice grattandosi la nuca e guardandomi dalla testa ai piedi non appena mi giro. È seduto sul mio letto e solo ora noto che indossa un paio di jeans, una maglietta della Jordan e le adidas. Può avere tutti i difetti del mondo ma sa vestirsi. 

<Che ci fai in camera mia? Nessuno ti ha insegnato che non si entra senza permesso?> dico io incrociando le braccia al petto e appoggiandomi al mobile. 

<Giorgia mi ha fatto entrare quando è venuta ad avvisarti che lei e Alessia sarebbero uscite e tornate stasera. Ti ha anche avvisato della mia presenza nella tua camera. Infatti tu hai urlato va bene.> dice lui guardandomi negli occhi <Ora so cosa stai per dire "Il va bene era per l'avviso delle mie amiche non per la tua permanenza nella mia camera" ma volevo rimanere qui e l'ho fatto. Se avessi voluto approfittarmi di te non ti avrei avvisato della mia presenza e ti avrei fatto finire di svestire qui dove sono io> continua. Avrà notato la mia espressione accigliata e mi ha battuto sul tempo.

Quello che non sa è che la sua presenza in questo momento non mi da fastidio ma non gli darò questa soddisfazione.

<Potresti uscire ora? Vorrei cambiarmi> chiedo tranquillamente.

<Voglio rimanere su questo letto comodo a dir la verità> dice lui sdraiandosi. Si porta le mani dietro la testa e fissa il soffitto.

<Ed io voglio vestirmi> ribatto prendendo il resto della mia roba.

<Giuro che non guardo. Mi metto il cuscino sulla faccia se vuoi ma non mi fare alzare. Sono esausto e non ho dormito bene stanotte.> dice lui sollevando la testa leggermente per guardarmi in faccia.

Lo guardo e sbuffo. Sono stronza si, ma se me lo chiede in quel modo non mi va di costringerlo ad alzarsi e non credo di riuscire a trascinarlo via di lì. Poi mi ricordo che qualche mese fa presi un separé in legno all'ikea perché pensai che mi sarebbe potuto servire un giorno ma non lo avevo mai usato prima, infatti Giorgia lo aveva messo in camera sua.

Poso la biancheria intima nel primo cassetto del mobile a cui ero appoggiata, esco dalla mia camera e vado a prendere il separé da quella della mia amica. Torno e vedo Dom, che prima che io uscissi dalla camera si era messo seduto, portarsi una mano sulla fronte e cadere con la schiena sul letto ridendo di quello che stavo combinando.

<Ma scusa, non sarebbe stato più semplice tornare con la roba in bagno e vestirti là?> chiede continuando a ridere.

<Oh si. Ma voglio testare una cosa..> dico posizionando il separé nell'angolo destro della camera, l'unico punto in cui c'è spazio.  Accanto vi è solo la lampada da terra che illumina quella parte della camera.

<Cosa?> chiede lui mettendosi il mio cuscino sotto la testa.

<Il tuo autocontrollo> dico schietta riprendendo la biancheria.

<Sofia non mi provocare, non sarei più in grado di gestire le mie azioni poi. Non sai con chi hai a che fare.> risponde lui con tono malizioso.

 Lo ignoro. Prendo un leggings ed una felpa e vado dietro il separé. Questo è costituito da pannelli bianchi e con la luce della lampada al massimo della luminosità lasciano poco all'immaginazione. Abbasso l'intensità della luce creando un atmosfera soffusa e in modo tale da far vedere a malapena la mia figura dai pannelli.

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