Capitolo II

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Un'altra orribile giornata era iniziata per il moro. Si dovette alzare, preparandosi e uscendo di casa. Aveva iniziato a perdere parecchio peso, a dormire poco e ritrovandosi spesso con gli occhi arrossati. Si drogava? No macché. Piangeva fino a consumare ogni goccia, allo sfinimento. Stava proprio male, e nessuno poteva rallegrarlo.
Si avviò davanti alla porta dell'Agenzia, aspettando nuovamente l'arrivo di Kunikida.
Dopo poco il biondo arrivò, e vedendo nuovamente Dazai poggiato lí davanti, sospirò.

«Buongiorno Kunikida..» disse con il suo solito sorriso sulle labbra. Voleva comunicare che stava bene, ma ormai tutti quanti sapevano che non stava per niente bene. Avrebbero voluto fare di tutto per rallegrarlo. Ma ogni cosa che facevano, lui non sembrava per niente entusiasta.

Kunikida e Dazai successivamente entrarono in agenzia, pulendo e sistemando come sempre, mettendosi poi a lavorare.
Le ore passarono, e gli altri si erano aggiunti pian piano. Un'altra giornata era andata.

Come sempre Osamu si avviò subito verso casa, e come ogni sera, sarebbe andato a dormire senza nemmeno cenare. Ma non quel giorno. Non quella sera. Decise di fare qualcosa di diverso dal solito. Quella monotonia lo stava uccidendo lentamente, silenziosamente ma dolorosamente. Così si avviò in uno di quei locali che frequentava un tempo, quando si trovava nella Port Mafia.

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