Capitolo IV

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Il sole accecante svegliò il moro, ed esso si alzò vivacemente dal letto. Sembrava parecchio di buon umore.
Forse quell'incontro con Chuuya gli era servito. Decise di prendersela con comodo, facendo colazione e preparandosi subito dopo.
Uscì di casa, avviandosi a lavoro.

Si sedette come sempre accanto alla porta, mettendosi a gambe incrociate ed aspettando Kunikida. Appena lo vide arrivare gli sorrise e lo salutó.
«Buongiorno Kunikida!» disse con tono allegro.

Kunikida lo trovava parecchio strano, ma d'altronde si trattava di Dazai, non poteva pretendere granché. D'altro canto era anche sollevato a vederlo così come una volta. Gli faceva piacere, ma non voleva mostrarlo per essere preso in giro dal castano.
Entrarono in agenzia, ripetendo le solite cose fino alla pausa pranzo e successivamente fino all'ora di chiusura.
Dazai andò con i colleghi a mangiare qualcosa, e dopo aver terminato la cena, si avviò a casa per prepararsi e aspettando l'orario.

Passò un po' di tempo, e quando la città era ormai andata a dormire, Osamu si avviò nel secondo locale in cui era entrato la sera precedente. Andò a sedersi al bancone, aspettando l'arrivo di Chuuya.
Appena arrivato gli sorrise, salutandolo e ordinando un bicchiere di vino, e uno di scotch. Porse l'alcolico dal colore rossastro a Nakahara, per poi prendersi il suo bicchiere e iniziare a sorseggiarlo tranquillamente, giocherellandoci di tanto in tanto facendo muovere il ghiaccio all'interno.
«Quando ti deciderai ad assaggiare il vino?» chiese Chuuya guardandolo negli occhi.
«Quando tu assaggerai lo scotch» rispose con un ghigno. Il rosso schioccò la lingua, finendo poi di bere il vino.
Dopo vari bicchieri decisero di terminare e pagare; entrambi uscirono dal locale, guardando alto nel cielo.
«Sta per piovere..» affermò scocciato Chuuya.
«Be', possiamo rifugiarci da qualche parte.. oppure a casa di uno dei due.»
«Allora andiamo a casa tua.»

Si avviarono verso la casa di Dazai, per poi entrare e sistemandosi. Chuuya subito sul letto del moro. Era morbido, confortevole e aveva il suo odore. Molto piacevole.
Osamu si avvicinò a lui, sedendosi sul letto. «Che ti va di fare?»
«Non lo so.» disse sospirando.
Si stese accanto a lui, guardando il vuoto e finendo cosí per addormentarsi insieme.

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