Capitolo XII

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I mesi passarono, e per Dazai arrivò il grande giorno che avrebbe potuto cambiare le loro vite.
Trascinò Chuuya per una mano, correndo verso la bellissima collina circondata dai graziosi fiori.
«Ora che mi hai portato qui, cosa vuoi fare?» chiese Chuuya mentre si stava sistemando il cappello.
Dazai non rispose, fece soltanto un grosso respiro per prendersi coraggio.
«Ohi bastardo, mi stai sentendo?»
«Eh? Oh.. sí sí...»
«Ti ho chiesto perché hai voluto portarmi qui!» sbraitò Chuuya mentre si stava avvicinando a lui.
«Vedi.. non mi è molto facile da chiederti.. però.. -si girò verso di lui, mettendosi in ginocchio e prendendo una scatolina dalla tasca- vuoi.. passare il resto della tua vita, con me al mio fianco?» Chuuya non ci pensò due volte, gli si fiondò addosso con le lacrime agli occhi e un sorrisone a 32 denti.
«Sí, sí e ancora sí! Certo che voglio! Voglio sposarti eccome!!» disse iniziando a baciarlo con gioia.
Passarono la serata lì, tornando solo la mattina presto a casa. D'altronde dovevano lavorare.

Dazai non volle subito accennare del loro fidanzamento. Ancora non ci riusciva. Ma notarono subito quella gioia nei suoi occhi color caramello. Era così intensa che si stava sprigionando in tutta l'agenzia. Poi i suoi vestiti portavano dietro di sé un misto di odori: il suo solito profumo delicato, quello dei fiori e quello un po' più forte di Chuuya.
Sfruttarono la pausa pranzo per domandarglielo. Così il moro si schiarì la voce un po' imbarazzato.
«Be'.. credo.. credo che ormai sappiate già la mia relazione con Chuuya Nakahara... i-ieri sera.. -le gote stavano iniziando ad arrossarsi- gli.. gli ho chiesto se volesse sposarmi.. e ha risposto di sí» tutti i presenti gli sorrisero e si complimentarono. Faceva tenerezza vederlo così timido.
Yosano si avvicinò a lui.
«Devi raccontarmi tutto» gli sussurrò.
Dazai la guardò perplesso. Che intendeva dire?
«Raccontami quello che fate a letto» sussurrò accarezzandogli il mento. Osamu arrossí più di prima, portandosi velocemente una mano davanti al volto per nascondere l'imbarazzo.
«Y-Yosano-san!!!»
«Ok, ok scusa.. magari solo piccoli dettagli...» disse tornando a sedersi.
Lentamente, anche quella giornata finì.

I colleghi passarono i giorni ad occuparsi di tutto quanto. Trascinarono la coppia per cercare dei vestiti. Erano troppo eleganti per i due, ma ormai avevano quelli.
Per Chuuya dovettero accorciarlo, siccome data la sua altezza era troppo lungo.
Era una camicia bianca, con dei pantaloni e una giacca dal colore grigio molto chiaro, compreso il papillon dello stesso colore.
Per Dazai invece non ci furono problemi di lunghezza.
Il suo vestito aveva una tranquilla camicia bianca, con un gilet e una cravatta dal colore grigiastro, un po' sull'azzurrino. Mentre i pantaloni e la giacca erano di un delicato celeste.

Gli altri giorni venne speso per organizzarsi, e poi, gli ultimi giorni da semplici fidanzati. Decisero di far separare la coppia. Dazai a casa di Kunikida, mentre Chuuya era rimasto a casa sua.

Arrivò finalmente il grande giorno, Dazai si era svegliato tardi in confronto a Kunikida, Atsushi e Akutagawa, che avevano invitato insieme alla sorella.
Il moro mentre si stava preparando era agitato più che mai.
«E.. e se non volesse più sposarmi?»
«Se ha accettato significa che vorrà sposarti» disse Kunikida mentre si stava vestendo.
«E se mi abbandonasse proprio oggi?»
«Se non lo ha fatto gli altri mesi, in cui poteva farlo tranquillamente, perché mai dovrebbe farlo oggi?» chiese sospirando, mentre finito di fare il nodo alla cravatta si sistemò gli occhiali.
«Non lo so.. magari per farmi soffrire...» disse mentre stava mettendo dentro nei pantaloni la camicia.
«Dazai-san, conoscendo Nakahara-san non lo farebbe mai.. specialmente in un giorno importante» disse Akutagawa che era pronto giá da un bel po'. Si era aiutato con Atsushi, il quale avevano avuto più occasione di conoscersi.
«E.. e se non mi amas-»
«Per l'amor del cielo, Dazai smettila di farti queste paranoie! -lo rimproverò Kunikida, fulminandolo con lo sguardo- e vedi di darti una mossa! Manchi solo tu!»
Dazai finì di prepararsi, ritrovandosi dopo poco Atsushi che era pronto ad acconciargli i capelli.

Anche Chuuya era agitato, ma non si stava facendo mille paranoie come il suo amato. Non si ribellò nemmeno tanto alle ragazze che erano con lui.
Con lui c'erano Yosano, Gin e Kyōka.
«Voglio ogni dettaglio di quello che farete qui stasera~» disse Yosano con un ghigno.
«Non se ne parla nemmeno!» urlò imbarazzato Chuuya mentre si stava facendo acconciare i capelli.
Gin e Kyōka invece si trovavano nella loro camera da letto, mettendo così dei petali sul letto e sul pavimento, uscendo subito dopo.

Arrivò il momento di andare sull'altare, e Dazai stava completamente in ansia. Per calmarsi guardava spesso il vuoto, o alcune volte i piccoli fiori che si muovevano dal vento.
Era il momento dell'entrata di Chuuya, e subito dopo i discorsi.
«Osamu, come ben sai noi due siamo sempre stati cane e gatto.. non riuscivamo a sopportarci, ma eravamo comunque il duo più temuto da tutti, nonostante i tanti alti e bassi. Quando te ne sei andato ho sofferto molto, ma a causa del mio orgoglio non ho mai avuto il coraggio di dirlo. Però tu, sei riuscito lo stesso a rubarmi il cuore. Ti amo, e non smetterò mai di farlo» disse Chuuya mentre gli stava mettendo l'anello.
«Ho sempre cercato una ragione per vivere, e tutte queste bende sono la conferma dei miei svariati tentativi di suicidio. Ma quando lasciai la Port Mafia, capii che c'era un vuoto dentro di me.. un vuoto che non sapevo come riempire. Ritrovarti è stato meraviglioso, e grazie a te ho trovato un motivo per continuare a vivere. Ti amo alla follia, e non mi stancherò mai di dirtelo» gli mise la fede al dito, per poi avvolgere le braccia intorno alla sua vita, stringendolo a sé e baciandolo dolcemente, accompagnati dagli applausi e dalle lacrime.

Ci furono così i festeggiamenti fino a tarda notte, e dopo, ognuno nelle proprie case.
Dazai teneva in braccio Chuuya, buttandolo sul letto e passando così una notte da favola.

Il giorno dopo, sentirono bussare alla porta, notando così Akutagawa. Lo fecero entrare.
«Che devi dirci?»
«C..credo.. che mi piaccia.. A-Atsushi...»

Fine.

La tua felicità ||SoukokuWhere stories live. Discover now