Capitolo IX

3.1K 215 103
                                    

I due ragazzi dopo essersi svegliati e preparati, si avviarono a lavoro tranquillamente.
Dazai fischiettava allegramente, guardandosi intorno senza pensare a cosa potesse succedere con il passare delle ore.
Arrivato in agenzia salutò Kunikida, che per ora si trovava solo lui lì. Si aggiunsero gli altri pian piano, lavorando con la solita tranquillità che regnava sempre in quell'ufficio.
Dopo un po' Kunikida si alzò in piedi, tenendo lo sguardo rivolto a Dazai.
«Dazai..»
«Dimmi Kunikida»
«Abbiamo un compito da svolgere. Ci è appena stato segnalato che un furgone si sta aggirando per Yokohama rubando beni alla gente. Entrano nelle case a rubare e lo fanno anche per le strade. Ci dobbiamo sbrigare.»
Il moro annuí, alzandosi e uscendo dall'agenzia, successivamente dal palazzo. I due iniziarono a correre, in cerca di un furgone bianco sporco, quasi ingiallito. Lo trovarono accanto al porto, probabilmente dovevano scaricare i tesori nella nave.

Si avvicinarono al furgone, ritrovandosi uomini vestiti tutti uguali, con delle pistole in mano. Non si trattavano di semplici ladri, ma si erano imbattutti in un'organizzazione che agisce nell'ombra, senza farsi troppo scoprire facilmente dai cittadini o dalla polizia.
I due riuscirono a fronteggiare gli uomini, con fatica e ritrovandosi con qualche ferite su tutto il corpo, ma non erano molto gravi.
Dazai si avvicinò al furgone, ispezionandolo per bene. Non c'era nulla di strano, nemmeno all'interno.
«Dazai, fai attenzione» disse Kunikida allarmato, avvicinandosi a lui.
Il biondo tirò lentamente la maniglia del baule. Il bendato vide attivarsi un detonatore; sgranò gli occhi, lanciandosi addosso a lui.
«KUNIKIDA!!!» riuscì a spingerlo via, beccandosi in pieno l'esplosione. Un secondo dopo, il buio.
Kunikida sollevò Osamu, iniziando a correre il più veloce possibile in cerca di aiuto. Per loro fortuna arrivò l'ambulanza accompagnata dalla polizia. Probabilmente era stato uno spettatore.

Vennero portati in ospedale, ed il moro fu operato d'emergenza, aggiungendo che non ci sarebbero potute essere speranze per lui. Kunikida era in preda al panico, aveva avvisato tutti tramite una chiamata a Yosano. L'agitazione, la preoccupazione, i sensi di colpa.. erano emozioni che stava provando in un colpo solo. Sarebbe scoppiato in lacrime se solo ci fosse riuscito.

Qualche ora dopo vide due infermiere avvicinarsi a lui, dicendo che l'operazione era finita bene e che ora si stava riposando. Sospirò sollevato, ringraziandole e avviandosi dopo poco nella stanza in cui si trovava l'ammasso di bende.
«Dazai.. -vederlo così i sensi di colpa aumentavano. Era colpa sua se era ridotto in quel modo- grazie...»
«Per.. per c-cosa, Kunikida..?» chiese con un po' di fatica.
«Per avermi salvato la vita.. -si avvicinò a lui- è colpa mia se ora sei ridotto così.. ho agito senza pensare..»
«N-non.. non ringraziarmi.. sei un mio amico.. e poi.. così non.. non sono stato inutile...» accennò ad un piccolo sorriso, finendo per addormentarsi.
Il biondo trattenne a stento le lacrime, avvolgendolo delicatamente fra le braccia.

Chuuya era a casa ad aspettare Dazai. Ci stava impiegando troppo, ma forse stava facendo qualche straordinario.
Accese la televisione, vedendo il notiziario e sgranando gli occhi. Si alzò di scatto.
«O-Osamu!!»

La tua felicità ||SoukokuWhere stories live. Discover now