one

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Felix pov

Ero in camera mia a studiare, con mio padre che urlava a mia madre in sottofondo. Ormai ero abituato a studiare con delle urla di sottofondo, se è per questo ero anche abituato a smettere di studiare per farmi picchiare da papà. Sentii un vetro rompersi a terra, mio padre alzava le mani, ma non avrebbe mai ucciso né me né mia madre, giusto? Corsi di sotto, nel panico che mio padre avesse fatto male più del solito a mia madre. Quando mi affacciai dalle scale e vidi solo il vetro rotto a terra e mia madre accovacciata nell'angolo della cucina, feci un sospiro di sollievo, il più piano possibile per non farmi sentire da papà. Quando cercai di tornare in camera, era ormai troppo tardi.

Padre: Felix!

Mi girai a testa bassa, evitando qualsiasi contatto visivo e rispondendo in un sussurro.

Felix: Cosa c'è, papà?
Padre: Avvicinati, tesoro, prometto che questa volta non ti farò nulla

Sentii mamma sussultare, mettendosi in ginocchio, ancora lontano da quell'essere che mi era stato imposto di chiamare "papà".

Madre: James, ti prego, lascia stare Felix per questa volta
Padre: Kara, ho detto che devi stare zitta

Ascoltai la scena con i conati di vomito, quell'uomo mi faceva schifo. Si divertiva a sfogarsi su me e mia madre, anche di prima mattina, non gli importava che io dopo 15 minuti sarei dovuto andare a scuola, o che mamma sarebbe dovuta andare a lavoro dopo meno di 10 minuti. Mi avvicinai silenziosamente a papà, ancora con la testa bassa, non mi piaceva stare in quello stato davanti a mia madre, ma non avevo scelta.

Padre: Tesoro, questo farà un po' male. Ma poi passerà

Fece un sorriso sadico, mentre vidi qualcosa di luccicante nella sua mano destra. Sembrava un pezzo di vetro, ma non volevo credere che lo stesse facendo davvero. Ero pronto a sentire il freddo pezzo di vetro sul viso, ma non sentii niente. Invece sentii qualcosa di freddo lacerare la pelle del mio addome, sgranai gli occhi dal dolore, ma mi morsi il labbro, stando attento a non fare alcun rumore, stando ancora a testa bassa. Non osavo neanche dargli la soddisfazione di sentirmi urlare, piangere o, peggio ancora, lamentarmi per il dolore. Le lacrime avevano smesso di uscire già da molto, né ero a corto, anche se mi ci fossi concentrato, non sarebbe uscita neanche una goccia dai miei occhi. Sentii mia madre urlare in sottofondo, mentre papà tolse lentamente il vetro dalla pelle.

Padre: Bravo, figliolo. Reprimi il dolore. Adesso vai a vestirti e vai a scuola, veloce

Annuii, mi girai e salii le scale, senza neanche zoppicare. Appena chiusi la porta della mia camera dietro di me, misi le mani sul punto lacerato, con un espressione di dolore in volto. Quando allontanai le mani dalla ferita, le guardai attentamente, sporche di sangue. Mi svegliai dal mio stato di trance, per sentire il dolore di nuovo. Bendai il punto, quanto possibile da solo, mi vestii in modo largo come al solito, presi il mio zaino ed uscii di casa, dirigendomi verso la scuola, muovendo il busto in modo strano, abbastanza da muoverlo in modo da non farmi male.

Please, save me ~ Felix (Stray kids) Where stories live. Discover now