Please, save me ~ Felix (Stray kids)

six

Felix pov

Sunbi: Non hai voluto parlare con le buone, vediamo con le cattive

Felix: Quali sarebbero le cattive?

Sunbi salì a cavalcioni sulle mie gambe, si avvicinò al mio viso, per poi cambiare strada verso il mio orecchio. Cominciò a sussurrare.

Sunbi: Bangchan mi ha detto che ti piaccio
Felix: Quando torno lo faccio a pezzetti

Ridacchiò, si allontanò dal mio orecchio, per avvicinarsi di nuovo al mio viso. Poggiò delicatamente le labbra sulle mie, facendole muovere ad un perfetto ritmo. Rimasi immobile per un secondo, prima di ricambiare il bacio. Si staccò, cominciando a lasciare baci sulla linea della mia mandibola, facendo intrufolare le dita sotto la mia felpa. Il bendaggio mi passò di mente, avendo la ragazza che mi piaceva con le mani sotto la mia felpa, pensavo solamente a Sunbi. Pensavo alle sue labbra contro le mie, pensavo alle sue dita a contatto con la mia pelle, anche se sarebbero entrate in contatto con il bendaggio in poco tempo, pensavo a lei seduta sulle mie gambe. La mia mente era tempestata da Sunbi, che non lasciava spazio a nessun altro pensiero. Non sentii più le sue dita a contatto con la mia pelle, non pensai al bendaggio. Sunbi si allontanò, fece un sorrisetto.

Sunbi: Trovato

Ridacchiai, era furba... e la cosa mi piaceva.

Felix: Quindi mi hai baciato solo per scoprire il mio segreto?
Sunbi: Non solo... il mio segreto è che nascondo molto bene i miei veri sentimenti

Fece un sorrisetto, per poi alzarsi dalle mie gambe, e sparire di nuovo dietro il muro tra la cucina e il salotto. Lei aveva, di nuovo, preso possesso dei miei pensieri. Non capivo il senso di quella frase... "nascondo bene i miei veri sentimenti", quella frase continuava a ronzarmi in testa. Era come se la sua voce riecheggiasse nella mia testa, forse era più furba di quanto pensassi. Avrei voluto tenerla lontana dalla mia vita incasinata, ma era come impossibile... ogni volta che ero convinto di non voler che il suo pensiero fisso nella testa fossi io, lei sorrideva, facendomi dimenticare tutto ciò che avevo pensato. Era come una calamita, ed io la sua calamità. A risvegliarmi dai miei pensieri fu proprio Sunbi, con un medikit in mano. Poggiò il medikit accanto a me, per poi andare verso il fuoco, accovacciandocisi davanti e mettendo le mani avanti.

Sunbi: Comincia a vuotare il sacco
Felix: Potrei sapere cosa stai facendo prima?
Sunbi: Ho le mani ghiacciate, per cambiarti la benda dovrò toccarti in qualche modo, no?

Ci pensai un attimo, poi annuii. Si alzò, venne verso il divano, si accovacciò davanti al medikit e prese una benda pulita.

Sunbi: Alza la felpa, intanto dimmi che ti ascolto

Feci come mi disse, mentre lei cominciò a togliere la benda, io cominciai a parlare.

Felix: L'agonia è cominciata quando sono nato, mamma voleva un figlio, papà invece no. Quando papà ha scoperto che mamma era incinta si arrabbiò, e non poco. Fin lì, tutto più o meno ok, tranne per papà che continuava a chiedere a mamma di abortire. Quando sono nato, papà ha cominciato ad ubriacarsi spesso, perdendo così il lavoro. Mamma cominciò a lavorare, così, con papà che andava per locali a qualsiasi ora del giorno e della notte e mamma che lavorava, ho imparato a stare da solo. Ad inizio elementari ho conosciuto i ragazzi, all'inizio riuscivano a strapparmi un sorriso, ma quando papà cominciò ad alzare le mani, sia su di me, che su mia madre, non riuscii più neanche a sorridere. Ero fatto solo di lacrime e dolore, almeno finché le lacrime non smisero di scendere. Papà è arrivato a farmi questo

Indicai la ferita, ora scoperta.

Felix: E poi sei entrata tu a far parte della mia vita incasinata. L'unica che riesce a farmi sorridere, l'unica che riesce a farmi sentire felice nonostante tutto, l'unica che farei di tutto per avere tra le mie braccia... l'unica che vorrei tenere lontano da me, pensando al tuo bene...

Feci una pausa, vedendola alzare lo sguardo verso di me e poggiando le mani sul bendaggio appena fatto.

Felix: ... prima del mio