seven

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Felix pov

La vidi ridacchiare imbarazzata. Mi ero appena dichiarato, wow, non credevo potesse essere così facile. Mise le mani sul divano, buttando il peso sopra di esse, sporgendosi verso di me. Poggiò di nuovo le labbra sulle mie, mi sembrava il paradiso. Le labbra morbide e soffici come le nuvole di Sunbi, erano sulle mie. Sembrava inverosimile, impossibile. Era come se stessi toccando il cielo con un dito, era come se Sunbi fosse il cielo di cui avevo bisogno. Io e Sunbi eravamo come il sole e la luna, lei era la stella più importante dell'emisfero, mentre io un piccolo satellite che rifletteva la sua luce. Lei era la mia luce, che mi serviva per tornare a brillare. Ero bloccato nelle macerie di un edificio di agonia, tristezza e lacrime, che mi era crollato addosso quando papà cominciò a farmi del male, lei sarebbe riuscita a tirarmi fuori. Misi le mani sui suoi fianchi, portandola il più possibile vicina a me. La stringevo come se potesse scappare da un momento all'altro, ero ancorato alle sue labbra, da cui non avevo intenzione di allontanarmi. La feci mettere seduta sulle mie gambe, mentre approfondii il bacio. Ci staccammo dopo un paio di minuti, le mie guance brillavano al bagliore del fuoco che rifletteva con le lacrime che avevano rigato le mie guance.

Sunbi: Che succede? Ti ho fatto male?

Rimasi in silenzio, guardandola negli occhi, senza preoccuparmi di rispondere per ora. Continuai a guardare i suoi grandi occhi scuri, finché non mi decisi a rispondere alla domanda.

Felix: Sto pensando ad una cosa...
Sunbi: A cosa stai pensando?

Ridacchiai, era come una bambina impaziente di sapere la storia della buonanotte dal papà.

Felix: Sembri una bimba, sei così carina
Sunbi: Non mi importa, voglio saperlo
Felix: Sto pensando alla mia situazione in questo momento, sono sotto a 10 metri di sofferenza. Mi hanno detto che tu potresti aiutarmi... ma se finisci sotto i 10 metri con me?

Sunbi passò il pollice sulle mie guance, per poi darmi un bacio sulla fronte.

Sunbi: Non succederà

Passò le dita sui miei addominali, avendo ancora la felpa alzata, o almeno quelli non coperti dal bendaggio. Si mise accoccolata sul mio petto, continuando a farmi i grattini sugli addominali. Prese un lembo della felpa, tirandola giù, tenendo la mano sotto alla felpa e continuando a passarla delicatamente sulla pelle. Buttai la testa all'indietro sul poggia testa del divano, chiusi gli occhi, sentendo ogni centimetro di pelle che Sunbi percorreva con le dita. In quel momento, senza mio padre che mi urlava contro o che mi picchiava, senza mia madre che cercava di difendersi da mio padre, senza i ragazzi che cercavano di tirarmi su di morale, con scarsi risultati, eravamo solo io e Sunbi. Le sue dita a contatto con la mia pelle mi facevano sentire protetto, come se mi stesse dicendo che lei ci sarebbe stata per me se ne avessi avuto bisogno. Il suo orecchio sul mio petto che ascoltava il mio battito cardiaco, era l'immagine più rilassante che io abbia mai visto. Finché Sunbi non si alzò, spense il fuoco e mi prese per mano, facendomi alzare.

Sunbi: Dovremmo andare a dormire, io ho sonno sunshine

Ridacchiai per il soprannome, intrecciai le dita delle nostre mani ed andai di sopra, verso la mia stanza. Entrammo, aprimmo le coperte, infilandocisi sotto. Le diedi un bacio veloce sulle labbra, prima di sentirla appiccicata a me in un abbraccio.

Felix: Buonanotte, sunshine
Sunbi: Buonanotte anche a te, sunshine

Ridacchiammo entrambi e cademmo nelle braccia di morfeo, abbracciati, coccolandoci.

Please, save me ~ Felix (Stray kids) Where stories live. Discover now