Capitolo 12 (Prima Parte) - Le rose della comprensione

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La strada che dalla città portava al cimitero non era difficile da ricordare, dato che avrebbe dovuto proseguire sempre dritto sulla strada principale fino a poco prima di uscire dalla città. In pratica lo stesso percorso che seguiva per tornare a casa sua, solo un po' più breve.

Se non fosse stato per Finn, che correva per stare accanto alla padrona in bici, avrebbe pedalato come se qualcuno la stesse inseguendo, solo perché non vedeva l'ora di arrivare a destinazione.

Quando finalmente giunse davanti al grande cancello di ferro scuro, Jasmine sentì un brivido percorrere tutto il suo corpo. Si era immaginata quel posto come un classico cimitero da film dell'orrore, mentre invece era un luogo molto carino. Per quanto possa essere carino un cimitero.

Iniziò ad attraversare i vialetti coperti di ghiaia che formavano una griglia su tutta l'area e che davano un senso d'ordine assoluto, insieme all'erba appena tagliata e alle siepi perfettamente potate. La bicicletta da un lato e Finn dall'altro l'accompagnavano.

Il problema adesso era trovare ciò per cui era arrivata fin lì: la tomba della signora Voorhees e quella di Jason.

All'inizio le sembrò un'impresa ardua, ma dovette ricredersi quando, dopo aver fatto non più di una decina di metri, un gruppo di persone piuttosto numeroso oltrepassò il cancello, capeggiato dallo stesso signore che aveva visto riprendere da Mike Berger davanti ad un negozio non troppo tempo prima.

"Da quando i cimiteri sono una meta turistica?" Si ritrovò a pensare la ragazza, a dir poco indignata dal comportamento di tutta quella gente. Quando la superarono chiacchierando a voce piuttosto alta non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto.

"Almeno" pensò "non dovrò girarmi tutto il cimitero per trovare la signora Voorhees."

Quando il gruppo di turisti si fermò, radunandosi attorno alle due lapidi e mettendosi addirittura a scattare foto, Jasmine si tenne a distanza, non volendosi assolutamente mischiare a certa gente. Fece finta di concentrare la sua attenzione su di una tomba non troppo distante, mentre in realtà stava lanciando occhiate di fuoco a quelli che la sua mente definì "profanatori".

"Chissà che facce farebbero se Jason spuntasse all'improvviso, vero Finn? Magari alcuni di loro dicono di essere suoi fan, ma se la darebbero a gambe al primo sguardo." Disse sottovoce al suo amichetto peloso.

"Perché, tu che hai fatto al lago?" Le chiese una voce nella sua testa.

"Non c'entra, lì sembrava alquanto incazzato e aveva appena finito di ammazzare due ragazze." Rispose a se stessa.

Jasmine dovette aspettare un bel po' prima che il gruppo, sotto minaccia del custode appena sopraggiunto di chiamare la polizia, se ne andasse. Dopo aver appurato che nessuno fosse ancora nei paraggi, si decise ad avvicinarsi alla lapide della signora Voorhees.


Jason intanto era anche lui arrivato al cimitero. Confinando con la foresta, lui non aveva bisogno di accedervi attraverso il cancello, gli bastava scavalcare la recinzione. O ancora meglio passare attraverso un varco creato appositamente da lui e convenientemente coperto dalla vegetazione. Generalmente visitava la tomba di sua madre la notte, quando era sicuro che nessuno avrebbe potuto vederlo o disturbarlo. Ma qualcosa gli aveva detto di andare in quel momento, perciò lo aveva fatto.

Ritrovarla circondata da persone, che tutto stavano facendo tranne quello che si dovrebbe fare in un cimitero, lo fece infuriare non poco. Era pronto ad uscire allo scoperto e massacrarli tutti, ma la voce arrabbiata del vecchio custode lo fermò. Poco male, il destino di tutti loro era stato già segnato. Non gli piaceva agire in mezzo a tante persone se poteva evitarlo. Quando il gruppo se ne andò si trattenne nuovamente dall'uscire, poiché aveva visto la ragazza. Cosa era andata a fare lì? La voce di sua madre che continuava a parlargli non lo aiutava a pensare meglio.

Welcome to Crystal Lake (ITA)Where stories live. Discover now