Capitolo 15 (Seconda Parte) - Slaughter party

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Jason era ancora lì, appostato dietro i cespugli, pronto a scattare per ghermire la sua prossima vittima. L'ascia pronta in una mano e il pugno dell'altra stretto, leggermente tremante per l'agitazione – positiva – che la caccia gli stava dando quella notte. Nessuno sarebbe sopravvissuto, non stavolta. I tre ragazzi rimasti erano talmente sconvolti dalla scena che non emisero fiato, anzi sembrava stessero trattenendo il respiro, poi una delle due femmine, la fidanzata, iniziò a tremare sempre più forte, finché non scoppiò a piangere, un pianto disperato misto ad urla, chiamando il nome del ragazzo decapitato. L'amica l'abbracciava forte, cercando di consolarla ma senza riuscire a dire niente. Lei e il suo ragazzo potevano solo fissare la pozza rossa allargarsi sempre di più.

Fu in quel momento che Jason sbucò fuori dal suo nascondiglio, quando le urla della ragazza si stavano facendo un po' troppo forti per i suoi gusti. Il ragazzò ritrovò la parola e spronò le amiche a fuggire.

"Via! Via!" Si girò ed iniziò a scappare, prese la fidanzata per il bracciò e la tirò via, mentre lei perdeva la presa sull'amica, che rimase indietro ed immobile, alla mercè del killer.

Ma lui non ebbe nessun riguardo per lei, se non quello di ucciderla in fretta. Rimase per pochi attimi fermo davanti a lei, inginocchiata sull'asfalto, guardandola negli occhi, solo il tempo necessario a decidere che metodo usare per quella esecuzione. Scelse in fretta, tirando fuori dal fodero il suo machete e decapitando anche lei, come il suo fidanzato. Poi si mise ad inseguire l'altra coppia, che si era diretta alla porta sul retro. Fortunatamente aveva provveduto a bloccare anche quella.

Tyler stava prendendo a spallate la porta, cercando con tutte le sue forze di farla aprire, mentre Sophie provava a tirarlo via, guardandosi compulsivamente intorno.

"Ti prego andiamo via! È chiusa, non riusciremo mai a sfondarla! Dobbiamo entrare dall'ingresso principale!"

"Maledizione!" Tyler sferrò un ultimo calcio alla porta, imprecando subito dopo per il dolore che si era causato da solo. "Va bene, facciamo il giro dall'alto lat-SCAPPA!" La spinse via improvvisamente, avendo visto Jason voltare l'angolo mente rinfoderava il machete.

La ragazza cacciò un urlo e iniziò a correre via, seguita da lui che le stava dietro.

"Non voltarti! Corri!" La spronava lui, e fu proprio lui a venir preso per primo.

Jason lo afferrò per il retro della camicia, strattonandolo all'indietro. Lo fece girare su sé stesso come fosse un bambolotto e gli prese la testa tra le mani, iniziando a far pressione sul cranio. Anche questa volta, a nulla valsero le urla di dolore del giovane. Alla fine le ossa cedettero all'inumana forza dell'assassino più famoso dello stato.

Mollò la presa, spingendo via da sé il corpo come se fosse qualcosa di estremamente disgustoso, e tornò ad inseguire l'ultima ragazza. Doveva sbrigarsi, non voleva che svegliasse qualcuno. Sapeva che la polizia avrebbe scoperto presto quello che era successo, ma prima che ciò accadesse voleva finire il lavoro senza essere disturbato.

Raggiunse la giovane, che stava chiamando aiuto mentre cercava di rompere il vetro della porta d'ingresso. Voleva entrare? Jason era più che felice di darle una mano.

Afferrandola per il collo e per una gamba, la scaraventò contro una delle grandi finestre, che finì immediatamente in frantumi insieme all'intelaiatura.

Nonostante il dolore causato dalla caduta e dai vari tagli appena procurati, Sophie cercò di mettersi in piedi quanto prima, continuando a gridare aiuto più forte che poteva, incurante delle schegge che le premevano nella carne di mani e gambe.

Si rese però conto di non riuscire a correre, né tanto meno a camminare decentemente, non appena riuscì a riguadagnare la posizione eretta, a causa di una lama di vetro penetrata in profondità nella gamba. Ora che l'aveva notata, quella era la ferita che più le provocava dolore, impedendole di fare anche solo un passo. Non aveva tempo di tirarla fuori e sicuramente non poteva restare lì immobile, dato che Jason stava scavalcando ciò che restava della finestra del tutto incurante degli acuminati pezzi di legno e vetro.

Welcome to Crystal Lake (ITA)Where stories live. Discover now