Capitolo 14 - Ubriaco

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Era da poco passata la mezzanotte, Venerdì 13 Giugno, il giorno del suo compleanno, era appena iniziato e le prime vittime erano già state fatte. Jason avrebbe avuto da fare per il resto della notte probabilmente, sperando che i ragazzi mancanti all'appello si facessero vivi poco dopo il suo ritorno all'albergo. Prima doveva fare una veloce sosta a casa sua, aveva dei muffin da mettere al sicuro. Sarebbero stati la sua ricompensa una volta finito il lavoro.

Una volta arrivato al cottage malandato che era la sua dimora da tutta la vita si recò in cucina, facendo un po' di spazio sul tavolo per poggiarci sopra la busta e la sua nuova ascia, scaraventando a terra i resti di svariati pasti. C'era sempre tempo per pulire, ma quello non era certo il momento adatto.

L'omaccione riaprì la busta di plastica, prendendo la lettera, sulla quale era stato scritto con un pennarello nero "Per Jason" e poco più sotto "Buon Compleanno". Tirò fuori il foglio di carta al suo interno, iniziando a leggere. Il messaggio questa volta era un po' più lungo, i segni lasciati dalla penna formavano righe di lettere a stampatello maiuscolo, chiare e ordinate.


"Ciao Jason.

Non ci siamo ancora presentati come si deve. Io ti conosco ma probabilmente tu non sai molto di me. Mi chiamo Jasmine e sono la tua nuova vicina, insieme ai miei genitori. Mio padre è un medico e qui in città ne serviva uno, così ci siamo trasferiti. Come avrai modo di vedere siamo una famiglia tranquilla e spero che riusciremo a convivere pacificamente.

Se le notizie che girano su di te sono vere questo è il tuo giorno. Spero che diventeremo amici, o almeno buoni vicini, quindi mi sembrava carino farti un regalo di compleanno. So che ti piacciono le armi da taglio, spero che ti piacciano anche i dolci.

Lo ammetto, l'ultima volta che ci siamo visti mi hai colto un po' di sorpresa...

Ok mi hai spaventata parecchio, non era solo sorpresa.

La prossima volta che ci vediamo magari cerchiamo di mantenere entrambi la calma, ti va?

Intanto ti auguro di passare un buon compleanno.

Ci vediamo presto.

Jasmine"


La firma era in corsivo, una calligrafia elegante ma ben leggibile. Jason apprezzava decisamente lo stampatello, lo aveva sempre trovato più facile e più veloce. La ragazza sapeva come guadagnare punti con lui, non c'era dubbio su questo. Decise che le avrebbe dato una possibilità, l'avrebbe lasciata vivere con la sua famiglia almeno per un altro po',spinto da pura e semplice curiosità. Non era molto convinto da questa cosa dell'amicizia, non si fidava. Non aveva mai avuto amici lui, solo sua madre, e forse era meglio così. Se sei da solo non c'è nessuno che ti possa ferire. Aveva provato, anni prima, a farsi degli amici e la cosa era finita decisamente male, quindi aveva rinunciato.

Andò a mettere il biglietto insieme all'altro, fermandosi un attimo ad osservare la collana con la maschera. Se la mise in tasca, tornò a prendere l'ascia, togliendola dal fodero e legando il nastro attorno al manico. Era il suo primo regalo dopo decenni, voleva sfoggiarlo al meglio. Si rigirò la pesante arma tra le mani come se fosse leggerissima, testandone poi l'affilatezza e le capacità su una malcapitata sedia, già di suo malandata, riducendola ad un ammasso di legna buona solo per il fuoco. Soddisfatto fece per uscire di nuovo da casa, soffermandosi poi un momento sull'uscio. Quando finalmente uscì stava ingoiando l'ultimo boccone di uno dei muffin, calando la maschera di nuovo al suo posto. Erano davvero tanto buoni quanto sembravano.

Con insolita allegria, che però non mostrava, si diresse a passo svelto e sicuro verso quello che in mattinata sarebbe stato l'ennesimo luogo di massacro della zona. Generalmente non si spingeva fino alla città, tendeva a rimanere nella sua foresta. Ma se necessario sarebbe arrivato all'altro capo del mondo, per poi tornare a casa sua una volta finito il lavoro.

Welcome to Crystal Lake (ITA)Where stories live. Discover now