Capitolo 1 Ogni giorno a Opico

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È un giorno qualsiasi a Opico, mi sto preparando per uscire. Dalla finestra della mia camera vedo le nuvole e il cielo azzurro come sempre. Mi metto una maglia, dei pantaloni e vado nella stanza comune a fare colazione.

Scendo le scale, le solite scale blu, quelle che faccio ogni giorno almeno 4 volte. Arrivo e mi siedo accanto a 03. Come ogni mattina lei mi parla di quanto sia felice di andare a lavorare. Ognuno di noi ad Opico ha qualche compito da svolgere e alla fine della giornata riceviamo una somma di denaro da aggiungere a quella che ci ha dato il sindaco quando siamo nati. Ad Opico infatti nel momento in cui veniamo al mondo riceviamo una somma che dovrebbe bastarci per vivere fino alla nostra dipartita, poi tutti i nostri risparmi torneranno nelle mani del Sindaco.

«Utilizzate bene il vostro gruzzolo, fatelo fruttare più che potete e vi basterà per una vita Epica a Opico» così ci ripete ogni giorno il nostro sindaco e tutti noi di Opico cerchiamo di fare del nostro meglio ma non è sempre facile. Ad esempio 73 l'hanno scorso non è riuscito a risparmiare abbastanza e qualche tempo dopo è sparito, non so che fine abbia fatto ma lo capisco, non è di certo facile.

Io sto facendo crescere bene il mio gruzzolo ma solo perché ogni giorno svolgo i miei compiti, anche se mi annoio abbastanza.

Finita la colazione e liberatomi di 03 e dei suoi discorsi infiniti mi reco a lavoro. Oggi devo spolverare e sistemare i libri in biblioteca. Una volta fatto potrò tornare nella mia stanza a riposare.

«Tic, Tic, Tic, Tic»

È arrivato il momento di fare una pausa, è ora di fare uno spuntino. Di solito, dato che devo tornare a lavoro dopo pranzo mi fermo a mangiare da Chipstick, l'unico locale di Opico. Lì possiamo andare a divertirci dopo il lavoro e possiamo berci una Chipmik bella fresca in compagnia.

Mentre lavoro penso e ripenso a una frase che 73 mi ha detto prima di sparire: «08 c'è un mondo là fuori, un mondo in cui ognuno può fare ciò che vuole, niente compiti noiosi, solo ciò che vuoi e puoi avere una casa tua in cui vivere felice e tutti i tuoi risparmi li puoi tenere per te».

Ci penso e ripenso e non riesco ad immaginare un luogo in cui si possa fare ciò che si vuole, senza essere obbligati a svolgere compiti noiosi, invece non sono ancora riuscito a capire cosa intendeva per casa, a cosa si riferiva con casa? Io vivo nella mia camera, la camera 08, come tutti, cosa sarà una casa? Ma soprattutto dove si trova questo posto?

All'improvviso, mentre sono assorto nei miei pensieri sento una voce lontana che poco a poco si fa più forte, è pec60, uno dei collaboratori del sindaco, che mi avverte che ho finito per oggi. Posso tornare nella mia stanza finalmente e riposare.

Mentre torno come sempre mi fermo a guardare il cielo vicino alla zona dell'Ipera, di solito è a noi vietato avvicinarci, lì si trovano le Ipecno, i veicoli che volano verso il basso, anche se nessuno di noi sa cosa ci sia laggiù, il sindaco è l'unico a poterle usare, dice che sono pericolose e che solo lui sa come fare, una volta uno di noi a provato a pilotare una Ipecno ma non essendone capace è precipitato oltre il confine delle nuvole, non credo che sia ancora vivo.

Dopo aver guardato il cielo, le bellissime nuvole, così bianche, di un bianco candido, decido di allontanarmi velocemente, prima di finire nei guai, e mi dirigo verso la stanza.

Salgo le mie amate scale blu e finalmente arrivo, Camera 08, la prima cosa che faccio è disinfettare tutti gli indumenti, poi mi metto a letto mentre aspetto la cena e cro...l...l...o.

«Tic, Tic, Tic, Tic».

Capisco che è ora della cena, scale blu e si va in sala comune, come sempre 03 si siede accanto a me e inizia a parlarmi di quanto si è divertita oggi a fare sculture di ghiaccio ma io riesco solo a pensare a quello che 73 mi ha detto, chissà dove si trova adesso, chissà se ora lui è libero di fare ciò che vuole, chissà se ha una casa tutta sua.

Imagination of an Opic adventureWhere stories live. Discover now