Capitolo 2- Adesso tutto è chiaro

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Sento una voce metallica.

«In-se-ri-re me-ta si-gno-re!»

«Via philip gurfield 10, Los Angeles, casa del sindaco»

Non capisco, dove stiamo andando?

Sono confuso ma allo stesso tempo sento che le cose non potrebbero essere più chiare. Esiste un mondo fuori Opico, così come una volta mi aveva detto 73, sono sempre più convinto che lo abbiamo fatto sparire per evitare che tutti a Opico venissero a sapere la verità, anche se ancora non riesco ancora a capire perché il sindaco ci menta.

Mi sembra di essere dentro questo bagagliaio da 2 anni, quanto può essere lontana questa Los Angeles e perché il sindaco ha una casa lì?

«Bellissimo usare le Ipecno eh» dice pec60, «Ma non capisco perché dobbiamo andare sempre noi a casa del sindaco a prendere le sue cose, siamo collaboratori si, mica siamo i suoi schiavi.»

E poi saremmo noi i babbei, quando tornerò dirò tutto, racconterò ogni cosa!

Dopo un'infinità di tempo l'Ipecno finalmente si ferma.

Aspetto che pec60 e pec32 scendano per uscire dal bagagliaio.

«Meta raggiunta! Scendere dal veicolo»

«Arrivati finalmente! Andiamo a prendere quella valigia e non dimentichiamo il sospiratore atomizzante, se no il sindaco ci farà di nuovo tornare qui.» dice pec60.

«Si, giusto. Non dimentichiamo nulla.» risponde pec32 .

«Ipecno carica!» continua.

«Ipe-cno in ca-ri-ca si-gno-re»

«Dai andiamo»

Capisco che è il momento di scendere, apro il portellone e mi sposto velocemente.

Inizio a camminare, più veloce che posso.

Mi guardo attorno, è tutto così strano.

Le persone attorno a me indossano degli abiti colorati e sembrano felici. Quando guardo in alto mi rendo conto che il cielo è sopra di noi. Opico non la vedo più.

Cammino, cammino, cammino.

Arrivo in una zona piena di persone, ci sono tanti fiori ma non sono quelli che ci sono ad Opico in piazza, sono fiori giganteschi, altri il triplo di me o addirittura di più. I petali sono lunghissimi e verdi mentre lo stelo è spessissimo e marrone.

Ce ne sono tanti per tutta una strada, sia da una parte che dall'altra. Vedo tanti locali, ma nessuno simile a quello di Opico.

Entro in uno di questi, è pieno di vestiti coloratissimi.

Mi avvicino al bancone.

«Scusi, chi li distribuisce questi vestiti, è per caso il sindaco che se ne occupa?»

Vedo che la ragazza al bancone ride, io rido di riflesso ma davvero non capisco.

«Scusami tanto eh!» mi dice, forse perché nota la mia espressione confusa.

«I vestiti li vendiamo, le persone entrano e scelgono quelli che più gli piacciono così dopo possono indossarli per andare in giro per la città»

«Che strano, ad Opico non compriamo noi i vestiti, il sindaco ci fornisce gli indumenti, da sempre in realtà»

«Noi cittadini siamo tutti vestiti allo stesso modo»

«Opico? Non conosco questo posto, è in Europa?»

Europa?

«Si si, in Europa!» rispondo.

«Beh grazie per essere stata così gentile, continuo la mia passeggiata fuori.»

«Figurati! Buona giornata!»

Continuo a camminare.

Forse non siamo così lontani da Opico, c'è il cielo anche qui.

Mi avvicino e noto che alcune persone si gettano nel cielo, noi ad Opico non lo facciamo.

Poi perché quando escono sono tutte bagnate?

In questo posto mi sembra che manchi qualche rotella.

Mi si avvicina una ragazza, una di quelle che si era gettata nel cielo.

«Guarda che questo è il mare e noi ci tuffiamo, si chiama "fare un bagno"»

Forse stavo pensando ad alta voce.

«Forse qualche rotella manca a te, come fai a pensare che questo sia il cielo, non lo conosci il mare?»

«Scusami, non volevo offenderti, non sono di qui. Sono di Opico e lì il mare non esiste.»

«Opico? Non lo conosco»

«È in Europa» rispondo

«Ah capisco, com'è andato il volo? Per arrivare qui ci saranno volute molte ore in aereo!»

«Aereo? Io sono arrivato con un'Ipecno, però si, è servito un'infinità di tempo!»

«E cosa sarebbe un'Ipecno? Non conosco niente che abbia questo nome»

«Forse il vostro sindaco non vi permette di usarle, anche il nostro non vuole ma io mi sono nascosto nel bagagliaio e ora sono qui!»

«Ma di cosa parli? Sei strambo amico mio ma mi sei simpatico! Come ti chiami?»

«08, tu?»

«Io sono Sophie. 08 è un nome un po' strano. Dai ci vediamo in giro!»

Sophie, e poi sarebbe il mio nome ad essere strano!

Cammino ancora.

Ci sono questi grandi edifici, credo siano le case di cui parlava 73.

Sono davvero stupendi, tutto è stupendo

Mentre cammino sento che qualcosa non va, guardo dietro di me e...

SONO PEC60 E PEC32!

«E tu cosa ci fai qui, eh?»

«Okay calma... Ero nel bagagliaio perché volevo nascondermi da voi, non volevo finire nei guai.»

«Ci sei finito, adesso te la vedrai con il sindaco»

«Ragazzi qui è bellissimo, perché non rimaniamo un po'? Poi mi porterete dal sindaco, prometto di non scappare»

«Beh il ragazzo ha ragione, abbiamo viaggiato tanto, rilassiamoci un po' in questo paradiso!» dice pec32.

«Va bene, ma solo un po'! E tu ragazzo ricordati che ti tengo d'occhio» risponde pec60

È fantastico, tutto attorno a me è fantastico, vorrei poter rimanere qui, ma so che non è possibile.

Mentre passeggiamo vedo un locale, sembra simile al nostro Chipstick.

«pec60 pec32 fermatevi! Beviamo qualcosa, sembra un bel locale questo!»

Entriamo e iniziamo a bere le strane bevande di questo posto. Io prendo un bel tè al limone.

Parlo un po' con pec32 e capisco che se riesco ad avvicinarmi abbastanza a lui posso far si che il sindaco mi ascolti.

Ho deciso! Voglio poter utilizzare un'Ipecno e venire qui ogni volta che mi va, fare quello che voglio, fare un bagno magari, e in cambio farò da collaboratore al sindaco e non dirò a nessuno quello che ho scoperto, non parlerò delle bugie che il sindaco ci dice da sempre.

Ora so che ci mente, ci tiene nascosta la realtà, ciò che voglio scoprire è perché!

Convinco pec60 e pec32, loro mi sostengono, diventerò anch'io un collaboratore del sindaco!

Finito il tè torniamo alla nostra Ipecno.

È ora di tornare ad Opico.

Imagination of an Opic adventureWhere stories live. Discover now