Disappear

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-Mavis.- la richiamò con sguardo duro.

-Ti prego Niall, ha fatto così tanto per noi.- cercò di convincerlo.

Lui alzò gli occhi, -Ok, mentre tu sei dentro io vado a parlagli. Abbiamo terapia insieme.-

La ragazza fece un piccolo sorriso, si avvicinò a Niall e semplicemente appoggiò le labbra contro le sue.
Lo ringraziò tacitamente e gli diede un altro bacio, lui si ammorbidì.

Fece un piccolo sospiro, le sorrise e si incamminò verso l'ala in cui avrebbe avuto terapia.

Mavis lo osservò ancora per qualche secondo, prima di girarsi e ritornare davanti alla porta.
Sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto i suoi famigliari. E loro neanche lo sapevano.

E lei era così triste e arrabbiata riguardo a questo.

Fece un respiro lungo ed entrò nella stanza.

La solita sedia, il solito tavolo, la solita stanza tagliata a metà. Ormai non faceva più caso alla monotonia di quel posto, solo andava avanti con i giorni aspettando quello in cui se ne sarebbe andata.

-Bambina mia.- sentì mormorare.

Alzò gli occhi chiari, sua madre era dall'altro lato della stanza, con una mano appoggiata alla lastra di vetro e l'altra a tenere il figlio più piccolo in braccio.

Aveva i capelli scuri raccolti nella solita coda, con qualche ciuffo che le ricadeva in fronte.

Mavis fece un sorriso e si avvicinò, avrebbe voluto piangere ma non lo avrebbe fatto. Voleva essere ricordata così.

-Ciao mamma.-

Si sedette sulla sedia, la guardò negli occhi. Era davvero così lasciare un persona? Dava davvero quelle sensazioni?

Un leggero fastidio le si posò sullo stomaco, era sopportabile. Quasi non se ne accorgeva, forse era per quello che le persone se ne andavano.

Forse perché il senso di cosa nel lasciare una persona era davvero quasi inesistente.

Per Mavis era più facile, li stava lasciando per farli andare avanti. E per far andare avanti lei.

-Ti vedo in forma.- continuò sua madre -Non sei dimagrita tanto e hai meno occhiaie dell'ultima volta.-

Niall si prende cura di me, avrebbe voluto risponderle. Non lo fece.

-Mi sto abituando.- disse.

La madre annuì, guardò Killian.

Il bambino stava guardando Mavis come se ne fosse affascinato.

-Quando torni a casa? La mamma mi ha regalato un nuovo mantello, voglio fartelo vedere!- disse entusiasta.

Mavis gli sorrise, -Presto.- un altro dolore al petto la colpì.

-Il mese prossimo dobbiamo andare in tribunale, forse hanno trovato i nastri di una telecamera davanti al luogo in cui Thomas ti ha aggredita, possiamo incastrarlo.- disse con gli occhi pieni di gioia.

Mavis capiva quanto doveva essere dura vedere la propria figlia dentro ad un riformatorio. Sorrise in modo malinconico.

-Uscirai presto da qui, bambina mia.- aggiunse.

-Mi mancate.- disse Mavis, non sapeva se avrebbe mai avuto di nuovo la possibilità di dirglielo o dimostrarglielo.

-Anche tu a noi.- rispose Killian.

Lo guardò, si assomigliano.
Sapeva con tutta se stessa che l'avrebbe odiata per un sacco di tempo, ma che alla fine avrebbe capito che aveva fatto solo la cosa giusta per tutti.
Scomparire.

A volte per sistemare le cose bisogna solo scomparire.

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-Aspetta.- gli posò una mano sulla spalla e fece un cenno amichevole.

Jason corrugò la fronte e si tirò al gomito la maglia arancione.

-Ciao 105.- lo salutò con un sorriso.

-Niall va bene.- ridacchiò il biondo.

Le persone uscirono dalla sala della terapia e restarono solo loro due.

-Volevo ancora ringraziarti ancora per esserti preso cura di Mavis.- continuò a parlare Niall.

Su questo avrebbe sempre avuto un debito con lui.

-Chiunque lo avrebbe fatto.- si sminuì.

Passò qualche secondo, Niall si guardò intorno. Assicurandosi che non ci fosse nessuno.

-Andrò subito al punto.- iniziò -Io e i ragazzi abbiamo un piano per scappare. Lo faremo davvero a breve e volevo sapere che vuoi unirti a noi.-

Jason fece un passo indietro, la faccia sorpresa e un sorriso di incredulità tra i denti.

-Cosa?- pensava fosse uno scherzo.

-Hai sentito, vuoi venire?-

Lui si girò di spalle, camminò per la stanza lentamente.

Ne sarebbe valsa la pena? Tutto lo sforzo che avrebbe fatto per uscire da li ne sarebbe valsa la pena?

-Io,- respirò -io non ho più nessuno a questo mondo Niall.-

Quest'ultimo si avvicinò.

-Tutti abbiamo qualcosa per cui lottare e fuggire.-

-Non io. Davvero.- lo interruppe. Era serio.

I suoi occhi scuri erano fissi in un punto, continuò a parlare.

-Io ho distrutto tutto quello che avevo di bello, ho distrutto il mio futuro. Si chiamava Cassandra, ci eravamo conosciuti alla superiori. Sai come funzionano queste cose, io ero perso per lei. Rimase incinta, i suoi genitori la cacciarono di casa ed io mi trasferii con lei trovandomi un lavoro. L'amavo, volevo stare con lei e il nostro bambino, volevo prendermi cura di loro.-

Niall sapeva come ci si sentiva, quella sensazione di protezione verso qualcun'altro. Per una persona egoista era davvero strano.

-Tutti ci vennero contro, i suoi genitori iniziarono a farle pressione e lei incominciò a dubitare di tutto. Non credeva davvero che io potessi mantenerla, e purtroppo l'amore non bastava. Quello non basta mai, e a volte non serve a molto.-

-Lo so.- commentò solo, l'amore per Mavis non li avrebbe aiutati ad uscire da quelle mura.

-Iniziai a bere, una sera c'era anche lei in macchina. Era così spaventata, ed io urlavo e vedevo tutto sfocato e la strada si muoveva troppo velocemente. Feci un incidente, Cassandra e mio figlio morirono. Lui non era neanche ancora nato. Come avevo potuto distruggere una vita che non era neanche ancora iniziata? E io li amavo così tanto.-

Iniziò a piangere, Niall non disse niente.

-Succede sempre così, no? In questi casi Dio ti fa vivere solo per farti provare più senso di colpa di quello che non hai già. Me lo merito.-

-Jason, puoi rifarti una vita se vuoi.- cercò di rassicurarlo Niall.
In realtà non lo pensava davvero, se avesse perso Mavis non sarebbe più riuscito ad andare avanti.

-Potrei, ma il fatto è che non voglio.- fece un piccolo sorriso fra le lacrime. -Non verrò con voi, Niall.-

MessWhere stories live. Discover now