Subliminal

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TRAILER>>>>>>>>> http://youtu.be/H2J-__dvKdA


Francesca era appoggiata alla panca di legno mentre osservava Mavis pettinarsi i capelli biondi e lunghi, a Francesca piaceva guardare le persone. Solo fissarle e scannerizzare i loro movimenti, dividerli in sequenze più piccole fino ad addormentarsi.

-E non ti da fastidio?- chiese ancora con gli occhi puntati sulle ciocche bionde dell'amica.

-È una cosa strana, ma sinceramente no.- rispose alzando le spalle.
Era vero, il fatto che avesse scoperto qualcosa di più sul passato di Niall non l'aveva più di tanto scossa dopo la reazione iniziale.
Sapeva che tutti erano dentro per un motivo, solo non pensava che il suo motivo fosse così grave angosciante. E la cosa strana era che non aveva neanche paura a farsi toccare, a farsi sfiorare. Per lei Niall era quello di sempre, solo con passato violento. Ma in un certo senso sapeva che non le avrebbe torto un capelli, lo vedeva nei modi di fare.
Come la accarezzava e come lei stessa rispondeva, come la guardava, una persona di solito non è mai sicura di questi sentimenti ma Mavis si.
Era certa che quella sensazione al fondo dello stomaco fosse reale, con un nome e una definizione sconosciuta ma esistente anche in modo persistente in lei.
Come una ferita sempre aperta che non faceva poi così tanto male, anzi era quasi una sensazione piacevole sentire il sangue lasciare il proprio corpo.

-E non vuoi neanche sapere di più?-

Mavis scosse la testa subito. Quella era una delle poche cose di cui era certa ed era una di quelle cose a cui sapeva attribuire un nome.
Paura.

Paura che l'immagine che si era fatto sul ragazzo fosse sbagliata. Paura di sapere fino a dove la sua crudeltà si era spinta per il piacere di provare la crudeltà stessa, Mavis non sapeva come ci si sentiva ad avere un bisogno di crudeltà o di violenza ma poteva immaginare.

Poté immaginare la figura di Niall, la sua testa abbassata verso il pavimento mentre gli occhi scuri erano coperti dai capelli biondi che gli ricadevano in avanti. I pugni chiusi in due strette ferree lungo ai fianchi e il respiro veloce.

Mavis deglutì a forza vedendo il ragazzo nella sua mente alzare la testa e trafiggerla con gli occhi neri e accecati dal desiderio.

-La tua famiglia sa che sei qui?- chiese la bionda cambiando discorso. Parlare troppo di Niall le faceva venire male alla testa, ma un male piacevole. Tutto quello che lo riguardava era sia piacevole che struggente allo stesso tempo.

-Si, ieri mi sono venuti a trovare.- rispose sorridendo -Hanno già deciso che tornerò in Italia quando uscirò da qui.-

Mavis si girò verso di lei, un po' le dispiaceva, era l'unica ragazza con cui poteva parlare in quell'istituto e avrebbe voluto instaurare una vera amicizia con lei fuori da quel posto.

-Fra quanto esci?- domandò aggrottando la fronte.

Francesca gonfiò le guance.

-Neanche un anno.- biascicò.

I suoi occhi marroni si spensero in un attimo.

-Lui non è venuto.- sussurrò guardandosi le mani.

-Mi dispiace davvero tanto.-

Mavis si avvicinò a lei accarezzandole le spalle fini e magroline.

-Ma forse è meglio così, meno lo vedo e meno ricorderò di lui. Sarà più facile dimenticarlo.- sentenziò a bassa voce prima di chiudere gli occhi.

Dopo una ventina di minuti le ragazze uscirono dagli spogliatoi dirigendosi verso l'Ala Nord.
A Mavis non piacevano le terapie di gruppo, era sempre stata una ragazza riservata e sua madre si era molto lamentata per questo.
Era come se più si teneva dentro le cose più la gente volesse saperle, le dava quasi fastidio, però in quel posto i suoi ideali erano lentamente cambiati. I suoi limiti si erano alzati e i suoi confini mentali allargati.
E poi, Margaret era una persona strana, su quello nessuno poteva discutere. Sembrava farlo apposta a venire in quell'istituto tirata da capo a piedi, con un filo di rossetto rosso sempre presente sulle sue labbra secche.
Era come se volesse far colpo sui poveri ragazzi che vi abitavano, come se tutti dovevano caderle ai piedi. Ma non la odiava per questo.

Mavis sapeva che nel mondo esistevano vari tipi di persone e solo poche erano realmente cattive, Margaret era solo esibizionista.

Entrarono nella stanza, le sedie erano messe in cerchio e solo pochi ragazzi erano già presenti. Quando si sedette sulla sedia di plastica, Mavis si sentì degli occhi fissarla. A sottecchi setacciò tutte le sedie piene da corpi coperti da tute verdi fino a trovare il responsabile di quel disagio.
Man mano che scrutava la sala si riempiva, e solo quando sentì lo schiocco dei tacchi di Margaret trovò due occhi quasi trasparenti fissarla.

Il ragazzo dai capelli arancioni girò velocemente la testa, posando l'attenzione alla donna in piedi in mezzo al cerchio.

Mavis lo osservò ancora per qualche secondo, lo aveva già visto.
Aggrottò la fronte e si rilassò quando si ricordò. Quei capelli rossi li aveva già visti giorni prima nella zona ricreativa mentre aspettava il ritorno si Niall.
Cosa voleva da lei?

-Sono felice di vedervi tutti presenti.-
La interruppe la voce squillante di Margaret.

Alcuni ragazzi risposero a domande personali e ogni volta che rispondevano Margaret gli regalava un sorriso tirato.

-Vorrei sapere solo come vi sentite quando pensate al mondo esterno.- chiese in tono serio.
Mavis abbassò lo sguardo poi lo puntò verso la finestra grande che illuminava la stanza.
Guardava alcuni alberi già abbastanza spogli muovere i rami a causa del vento, come per proteggersi da esso senza risultato.

Mavis pensava che il mondo fuori da quell'edificio fosse un abnorme e misterioso messaggio subliminale. Una cosa che le avevano fatto vedere per pochi secondi e ora lei si doveva aggrappare a quei secondi senza ricordare alcun particolare.

Sentiva come se non potesse vedere oltre a quella strada che accerchiava l'istituto. Era come se la stessero soffocando.

Lei non voleva vedere il mondo, ma avrebbe voluto scoprirlo con una persona al suo fianco.

Sorrise.

-Io sento rabbia e tristezza.-

Il ragazzo dai capelli rossi parlò e tutti lo fissarono.

-E come mai?- chiese Margaret avvicinandosi alla figura seduta del ragazzo.

-Io non voglio tornare la fuori e continuare la vita che facevo, non lo voglio.- rispose con voce neutra.

-È normale sentirsi così, almeno tutti una volta nella vita ci siamo sentiti così.-

Il ragazzo annuì poco convinto e appoggiò le mani sulle ginocchia.

-Come ti chiami?- chiese la donna prima di prendere la sua cartella rigida, strusciava la punta della penna a sfera così velocemente c'è poteva bruciare la carta.

-Joshua.-

Altri ragazzi parlarono ma Mavis non riusciva a staccargli gli occhi da dosso, si scambiavano sguardi accusatori e ambigui.

-Avete preso tutti le pastiglie oggi?-
Chiese la donna, sedendosi su una sedia e accavallando le gambe.
Il gruppo annuì, compresa Mavis.

-Bene,- disse Margaret -perché stanno per controllare le vostre celle.-

TRAILER
ok si è cortino ma credo che domani già aggiornerò, avete visto il trailer? Bello vero? Ringraziamo tutte insieme la ragazza che lo ha fatto ahah.

Ok non vedo l'ora di iniziare a scrivere As If, anche se non so ancora di cosa parlerà mi sta già prendendo ahah. E bom, scusate se ho aggiornato così tardi ma sabato sono andata al LuccaComics e in questi giorni ero stanca morta.
Spero vi sia piaciuto sia il trailer che questa merdina di capitolo🌚.

http://youtu.be/H2J-__dvKdA

Vi amo, alla prossima.

ciao ciao

MessWhere stories live. Discover now