Capitolo 10 - pt 1

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Inizio prima parte

Noah

Dopo qualche ora che continuavo a cullare Manuel, lo sentì rilassarsi e respirare profondamente. Abbassai il mio sguardo per poterlo guardare meglio e capire se si fosse tranquillizzato veramente. Quasi mi stupì nel vederlo dormire abbracciato a me.
Lo spostai delicatamente e decisi di togliergli quella tunica da cameriera. Mio padre si era fatto convincere da Kevin che facendogli indossare questa vestaglia, avrebbe potuto averlo ogni volta che voleva senza difficoltà.

Ma non capiva cosa stesse facendo. Non capiva che stava spezzando un'altra vita. Non capiva che tutto questo avrebbe segnato la vita di un'altra persona. Non capiva. Non capiva che aveva segnato la mia vita dopo quella notte. Non capiva che stava facendo le stesse cose che aveva fatto a me, ad altri. Non capiva che mentre torturava qualcun altro, torturava anche me. Non capiva che tutto questo mi metteva paura. Non capiva che non era normale. Non capiva che mi mancava mio padre. Lui semplicemente non capiva, perché aveva imparato che il dolore va combattuto con altro dolore e questo a causa di Kevin.

Kevin era stata la nostra rovina e si, so di averlo già detto. Ma io odio con tutto me stesso Kevin. Quell'uomo che ha portato via mio padre, il mio vero padre.
Kevin lo ha rovinato. Kevin ha abusato di me, esattamente come ha abusato di questo ragazzino e di tante altre persone. Kevin è il vero psicopatico, non noi.
Kevin è colui che deve essere sbattuto in gattabuia, non noi.
Kevin è quello che deve essere mandato all'ergastolo e mio padre da uno psicologo o da un terapista. Mio padre aveva solo bisogno di qualcuno che lo facesse ragionare e che lo aiutasse a ritornare in sé, perché io in quegli occhi lo vedo ancora. Vedo ancora la sua anima.

Mi chiedo solo il perché si sia lasciato trasportare in tutto questo schifo e mi domando il perché quella notte abusò anche lui di me. Il perché mi teneva fermo, mentre Kevin faceva di me quello che voleva. Mi domandavo il perché avesse deciso di rovinare per prima la mia vita.

Ma più di tutto, mi chiedevo il perché io avevo deciso di seguirlo e non fuggire quando ancora ero in tempo. Poi mi ricordai di essere un gran codardo. Mi ricordai di essere un egoista, uno stupido, un fifone, uno senza il coraggio.
Io sono senza il coraggio di ribellarmi alla paura, perché io provavo solo quello. Io vivevo con la paura che mi scorreva nelle vene. Io vivevo con la paura che ogni giorno si allontanava quello in cui tutto questo incubo finisse.

Ma veramente questo macello sarebbe finito? O era la mia ultima briciola di speranza a parlare?

Tutto ciò aveva poco valore per me. Perché come potevo pretendere che quel giorno arrivasse, se io stesso non ci credevo? Come potevo sperare che quel fottuto momento arrivasse, se io stesso alla prima vittima gli chiusi la porta in faccia per la paura? Ero io il primo a sottomettermi a questa situazione, come potevo anche solo lontanamente, sperare che tutto ciò avesse un punto che io potessi girare pagina per iniziare a scrivere io la mia vita?

Ritornai alla realtà quando sentì un mugugno. Non mi ero accorto di star ancora spogliando Manuel e non mi ero accorto di essere troppo brusco nei miei gesti. L'avevo svegliato senza volerlo.

Vidi i suoi occhi riempirsi nuovamente di lacrime e il suo viso assunse un'espressione triste e terrorizzata.
Per me era troppo. Era troppo perché avevo raggiunto il limite di sopportazione. Era troppo perché sapevo di essere già morto, quindi tanto valeva buttare via ogni maschera.
Non volevo che avessero paura di me. Né Manuel e né JJ. Volevo salvarli, perché volevo sentirmi bene per una volta. Volevo salvarli, perché per una volta volevo fare quello che ho sempre voluto.

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