Capitolo 12 - pt 2

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Inizio seconda parte.

«Andiamo?» domandai incitandolo di nuovo.
Lui annuì e mi seguì.
Arrivati all'ultimo gradino, prima di aprira la porta, mi girai verso JJ «C'è la fai a correre un pochino?» domandai «Non credo» rispose tenendosi sullo scorrimano «Allora stammi il più attaccato possibile, d'accordo?» chiesi «O-Okay» balbettò 

Gli sorrisi per confortarlo un minimo e aprì la porta.

Uscì fuori e sentì la mano tremante di Joshua, aggrapparsi ai bordi della mia maglia.

Avanzai piano, andando verso la mia stanza senza fermarmi troppo a cercare quei due e fortunatamente, durante quel breve tragitto, non si videro nemmeno di sfuggita.

La casa era apparentemente vuota. 

Una volta entrati nella mia camera, JJ mi lasciò e come se fosse una cosa spontanea, cercò di stare ben lontano dal mio letto dove dormiva beatamente Manuel.

Chiusi la porta a chiave, in modo da non avere visite indesiderate e lasciai la chiave nella toppa. Nella mia testa, quella era una maniera per dire "Hey, se vuoi andartene puoi farlo".

Mi avvicinai al letto e ci misi sopra il vassoio «Puoi mangiare anche qui, basta che non sporchi il copriletto. Non ho voglia di lavarlo, l'ho messo ieri pulito» dissi avvicinandomi a Manuel, sotto lo sguardo attento di JJ.

«Manu?» chiamai il più piccolo, picchiettando sulla sua spalla per svegliarlo.
Mugugno qualcosa di incomprensibile che mi fece sorridere «Manuel, amico mio. Guarda chi c'è» lo scossi ancora ridacchiando.

Si alzò di poco e guardò in giro per stanza, finché non mise a fuoco la figura di Joshua, ancora in piedi e lontana da noi.
«JJ!?» quasi urlò per la sorpresa «Ma cosa...» rimase scioccato «Ha dovuto firmare. Ha rischiato molto.» dissi «Vuoi rimanere lì a fissarci?» chiesi a JJ.

Lui scosse la testa e lentamente si avvicinò, si sedette sul letto e io gli avvicinai il vassoio col cibo che gli avevo preparato almeno un'ora prima. «Mangia. Io ti riscaldo l'acqua per la doccia e ti trovo qualcosa per dormire. Hai bisogno di rimetterti in forza, solo così posso aiutarvi a fuggire» dissi alzandomi per fare esattamente quello che avevo appena detto.

Joshua

Vidi Noah fare esattamente quello che aveva detto. Guardai anche Manuel e per un attimo tornò il mio odio per lui. Se lui non mi avesse venduto, adesso non mi ritroverei in questa situazione.

Scacciai subito questi pensieri, perché in quel momento dovevo solo escogitare un piano per fuggire.

Probabilmente, il modo migliore era di notte. Mi guardai intorno in cerca di un orologio e lo trovai subito.
Erano le 18:43 di sera, quindi non mancava molto alla mia prima possibilità di fuggire.

D'un tratto sentì il mio stomaco brontolare. Fissai quel vassoio davanti a me e sospirando iniziai a mangiare.
Dove potevo andare se non avevo forze? Come potevo lontanamente pensare di riuscire ad arrivare lontano, nello stato in cui ero?

Il mio corpo era fortemente indolenzito e il solo stare in piedi mi stancava.
Mi girava la testa ad ogni più piccolo movimento, perciò anche mangiare era diventato terribile.

«Stai bene?» mi domandò il più piccolo. Annuì semplicemente. La gola mi bruciava, mi faceva così male che faticavo anche a deglutire la mia stessa saliva.
«Sicuro?» continuò Manuel ed io annuì nuovamente. Gli sorrisi per tranquillizzarlo e fortunatamente ci riuscì. 

Non mi ricordavo che gli bastava poco per far sì che fosse tutto okay e in quel momento lo invidiai. Dopo tutto quello che gli era successo, era capace di rimanere tranquillo in questo posto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29 ⏰

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